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Necropolis di Giordano Tedoldi
Chiarelettere

 

 Inizialmente ho trovato la lettura poco scorrevole a causa di una prosa non lineare, e anche in seguito ho incontrato termini molto dotti ed inusuali che hanno richiesto il ricorso al vocabolario.

I personaggi, per lo più negativi, ed i luoghi incontrati nelle necropoli ovest ed est sembrano appartenere ad un viaggio onirico, dove non si trova la risposta alle domande sul dopovita, e mi pare che in definitiva si accolga l’idea - prospettata da un personaggio - che solo la morte è reale, mentre la vita è solo un mito.

 In definitiva ho trovato il libro pesante da affrontare, tanto più in questo difficile periodo, e con riflessioni cervellotiche e non coinvolgenti.

 Giuseppina Corti

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Libro complesso ed ambizioso; non facilmente ascrivibile ad un genere letterario preciso, è una sorta di catabasi, di νέκυια che compie il maresciallo Yarden, con suo nipote Rama di tredici anni e mezzo, con l’androide Pierre e il negromante Max. Scopo del viaggio è scegliere la Necropoli ove Yarden vorrà essere sepolto. La NecrOvest implicherà confronto con icone “maledette” del nostro passato prossimo, Novecentesche per lo più. La NecrEst, imperniata sul mito del progresso, ma non Mondo asettico, metterà Yaren a confronto con la propria Madre: su queste e altre pagine si proietta l’ombra di Freud. Il libro è ricco di citazioni, criptocitazioni e riferimenti: Sartre, Camus, Jung, Dostoevskij, Baudelaire, Orwell, Michelangelo…ma il tono è sempre caustico e la finalità dissacrante. La distopia è costruita in modo ridicolo. Il dialogo con i morti, l’analisi della realtà caotica, il proposito di disquisire su macrotemi è condotta in modo “saccente”: Tedoldi non è Pressburger. E il lettore non ricava indicazioni rassicuranti o consolatorie da questi incontri

Tonita Di Nisio

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I presupposti storici molto presenti, volutamente bene specificati, aumentano secondo me la curiosità del lettore.

I temi trattati sia sociali che economici, emotivi, di cultura nascono da una creatività anti classica tra lo sberleffo e l'ironia. Risalta al lettore la differenza tra il nipote Rama giovane, ingenuo e diretto rispetto al cinismo scaltro dello zio.

In sintesi conclusiva mi permetterei di dire che in questa opera sembra di entrare in una galleria di simboli dell'occidente in declino, ma di grande attualità.

Anna Maria Martelli

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Distopia…catabasi… seppure ambientato in un futuro (che spero per quelli che verranno non sarà così) non molto lontano, un futuro in cui non ci dovrebbero essere sentimenti, pulsioni, individui, ma solo collettività, ritroviamo tutti gli uomini di oggi, il loro malessere di vivere, i loro sentimenti, la morte come paura e come liberazione, ed il tempo…”. La nostra vita è tempo, la nostra vita si sottomette a lui in tutto quello che fa, e i nostri sentimenti, le gioie, le passioni e i godimenti sono schiacciati dal tempo…” 

Mi è molto piaciuto, Necropolis è la mia scelta

M.Rosaria Cesarone

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Mi piace il viaggio del Maresciallo Yarden, e la sua compagnia da caravan serraglio o da armata Brancaleone. Bello il rapporto con il nipote Rama. Rassicurante la divisione in due capitoli, condivisibile la conclusione del non decidere che mi sembra esprimere il gran rifiuto auspicabile verso una dicotomia apparentemente vincolante. Trovo buona la scrittura. Gradevoli le citazioni letterarie e filosofiche, le descrizioni architettoniche, forse scolastiche ma non superflue. L’autore, che non conoscevo, rimane piacevolmente dissacrante, denso di spunti di riflessioni e di prospettive inusuali. Piacevoli le tracce di umorismo. Cercherò i suoi libri precedenti.

Annarita Frullini

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Conoscere questo scrittore è stato molto interessante, la lettura del suo romanzo stimolante.

Attraverso un viaggio dantesco in un oltretomba che è un mondo parallelo a quello in cui viviamo, lo scrittore, in una prosa densa e allucinata, esprime una visione nichilistica della vita e della storia: niente si salva, solo la morte è essenza della vita.

Fornito di immaginazione sfrenata, ricco di conoscenze in ogni campo dello scibile, profuse a piene mani, Tedoldi realizza certamente la poetica di G.B. Marino “ È del poeta il fin la meraviglia”

 Rita Foresi

 

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