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Non perdiamoci di vista di Federica Bosco

Garzanti

 

Il libro della Bosco è una sorta di moderno romanzo di formazione dove la protagonista, Betta, quarantasette anni, si libera progressivamente della sua se stessa adolescente attraverso un percorso che parte dalla separazione dal marito, amico dai tempi della scuola, alla gestione dei due figli, di cui la maggiore adolescente, al distacco dalla madre, con cui Betta viveva e a cui si affidava per ogni cosa e che culmina con la morte di uno degli amici storici della "compagnia di via Gonzaga" e la decisione di interrompere la relazione intrapresa con il suo primo amore dei tempi del liceo e che l'avrebbe riportata in quel mondo adolescenziale di cui era ormai giunto il momento di liberarsi.

Letizia Marsperi

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Un gruppo di amici quarantenni si trova a fronteggiare cambiamenti importanti, che li mettono di fronte alla necessità di maturare e staccarsi dal ricordo della loro adolescenza insieme.

Divorzi, malattie, crescita dei figli, nuovi amori: ogni esperienza mette i personaggi di fronte alle proprie debolezze, ma anche li spinge a trovare nuove risorse per diventare persone nuove.

La protagonista osserva il mondo intorno a sé mutare in modi significativi, traendone

Gualdoni Chiara

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Bella scrittura, scorrevole e corretta. Argomento già letto più volte. Personaggi comuni a tutte le aggregazioni di persone in rapporto con il periodo storico. Vorrebbe essere femminista o dalla parte delle donne ma l'unico giudice supremo e colui che darà svolta alla trama è di nuovo un maschio... quindi niente di nuovo.

Comunque sarà sicuramente di successo molto coinvolgente e ben scritto... per caso è previsto un sequel? la fine un po' brusca sembrerebbe preludere.

Marisa Nebuloni

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Una storia interessante, in cui mi sono ritrovata in pieno, ricca di ironia e spunti di riflessione, raccontata in modo brillante. Una pagina via l’altra, mi sono affezionata alla protagonista e alla sua vita, sentendola un po’ mia amica, quasi coetanea e con la stessa empatia verso le persone.

La scrittura scorrevole e i dialoghi vivaci hanno completato la lettura rendendola molto piacevole in queste serate di reclusione forzata.

 Annalisa Giunti

 

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