Oltre
ogni ragionevole dubbio di Francesco
Caringella
Mondadori
Oltre
ogni ragionevole dubbio è un giallo giudiziario ambientato a Bari, molto
scorrevole nella lettura, che potrebbe essere assimilato, per la tecnica e lo
sviluppo della narrazione, la natura nei dialoghi e lo stile letterario, alla
sceneggiatura di un legal thriller americano. Il
soggetto ha delle potenzialità, una Corte d’Assise che deve decidere sulla
colpevolezza dei due imputati, in cui la Giudice Virginia, figura di guida
morale del gruppo, incarna il ruolo di paladina della giustizia e della
rettitudine, che tuttavia a mio avviso avrebbero potuto trovare uno sviluppo
più profondo e coinvolgente.
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L’ Autore
si cimenta con un lavoro dal piglio carofigliano, pur
senza la fluidità di scrittura e l’ironia a tratti saccente del suo
capostipite, e si destreggia sulla base di un copione classico della
letteratura noir, con richiami hollywoodiani (Il Caso Thomas Crawford, La
Parola ai Giurati, Il Verdetto), tratteggiando un caso di omicidio che appare
scontato, gli amanti che tolgono di mezzo il marito di lei, ma che non lesina
dubbi ai giudici riuniti in camera di consiglio per confrontarsi con il tema
della certezza della prova che entrambi abbiano concorso nel misfatto, a
partire dall’argomento tutto giuridico della rilevanza della gravità indiziaria
ai fini del giudizio da emettere.
Caringella,
magistrato di carriera, alterna l’esposizione di temi ed argomenti giuridici
alla rappresentazione delle storie e dei tormenti personali dei giurati, in
tensione spesso dialettica con la personalità del presidente della Corte, punto
focale della storia ed essenza concentrica del gioco di prospettiva proposto
dalla trama narrativa.
Caringella
non si fa mancare nulla, né la tecnica del flashback che consente agli imputati
di affacciarsi sul racconto e quasi confessarsi al cospetto della giuria
popolare e tantomeno il colpo di scena finale, in salsa messicana.
Ma l’Autore
non supera il vizio genetico di una storia così concepita: quello di rimanere
nel guado, a metà strada tra testo giuridico e thriller giudiziario.
Rispetto
al primo, il libro non è così accattivante come dovrebbe essere la versione
divulgativa fruibile a tutti, mentre la parte thrilling avrebbe meritato altro
incedere e una più efficace tensione narrativa.
La regola
del romanzo, se non sei Umberto Eco, dovrebbe forse imporre scelte di campo più
decise.
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La trama
del giallo diventa sempre più avvincente nel proseguo della lettura. I
personaggi sono ben delineati e con facilità si seguono le evoluzioni dei loro
stati d'animo. Si nota una particolare attenzione all' aspetto umano raccontato
con grande qualità narrativa.
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Oltre
ogni ragionevole dubbio Un legal thriller che, pur
fornendo molti elementi al lettore, lo tiene sospeso fino alle ultime pagine,
quando, finalmente, un “non delitto” cambia catarticamente stato
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Il
principio dell’”Oltre ogni ragionevole dubbio” è affermato nella giurisprudenza
di legittimità e rappresenta il limite alla libertà di convincimento del
giudice. All’interno dell’ordinamento processuale trova espressione nelle
garanzie fondamentali inerenti il processo penale
quale ad esempio la presunzione di innocenza dell’imputato.
Francesco
Caringella, scrittore pugliese classe’65, è autore di manuali forensi ed è magistrato
penale, costruisce questo legal thriller molto
avvincente, anche se potrebbe apparire noioso data l’ambientazione, ed è un
romanzo dal finale inaspettato.
Gli
ingredienti di questo giallo sono una coppia di amanti, un omicidio ed un corpo
mai trovato. A decidere sul destino di Antonella e Giulio sono chiamate otto
persone – la Corte d’Assise – diverse per età, cultura, vita.
Caringella
crea un giallo intrigante attraverso una scrittura avvincente che lega il
lettore alle pagine del libro, calandosi nella scenografia giudiziaria creata e
combaciante con la realtà.
«Se si
parte con la verità in tasca, il giudizio diventa pregiudizio. Invece, il
dubbio è libertà, stato d’animo, la bussola che ci guiderà al verdetto. Perché
se il dubbio è il presupposto di ogni processo, ogni processo è lo scioglimento
di un dubbio»
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La storia
si svolge in un’aula di tribunale dove il giudice Virginia della Valle deve
decidere, insieme ad otto giurati, della colpevolezza o innocenza di due
persone Antonella e Giulio, imputati di aver ucciso Michele De Benedictis marito dell’imputata che scompare
improvvisamente.
Si scopre
che prima della scomparsa i suoi conti correnti sono stati ripuliti e che il
Michele ha cambiato il testamento a favore della moglie Antonella.
Quest’ultima
è amante di Giulio e vengono tutti e due scoperti, attraverso intercettazioni
dei cellulari, che sono complici dell’assassinio e occultamento di cadavere del
De Benedictis.
Durante
il carcere i due amanti si accusano a vicenda cambiando versione più volte
dell’accaduto, ma dai ritrovamenti effettuati nel punto che indicano dove è
stato gettato il corpo, si scoprono che sono solo oggetti appartenuti
all’assassinato, ma il corpo non si ritrova.
Dopo ore
di consiglio i giurati, ormai esausti, esprimono il loro parere e il giudice
Virginia Della Valle, fortemente dubbiosa sul voto espresso, prende le sue
decisioni.
È un
giallo giudiziario dove lo scrittore con la sua penna delinea molti particolari
con una narrazione lineare ed accurata.
Il finale
avvincente e non scontato.
Questo
libro merita un giudizio più che positivo anche se non è il genere che
preferisco.
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Legal
thriller all'americana in cui la storia si sviluppa attraverso il racconto di
quanto accade nella Camera di Consiglio della Corte di Assise alla giuria
chiamata a decidere la colpevolezza o l'innocenza di due amanti accusati
dell'omicidio del marito di lei. Questa la vera novità della storia che passa
attraverso i dubbi e le incertezze dei giurati intervallati dalle lettere che
la giovane imputata indirizza ai giudici. La brevità dei capitoli e lo stile
scorrevole e coinvolgente cadenzano i tempi del giallo, rendendo la vicenda
avvincente fino all’epilogo finale che rimane un po’ prevedibile.
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Un bel noir, che appassiona e si fa
leggere tutto di un fiato. Ti prende dall'inizio alla fine malgrado il
linguaggio giuridico, specialistico e arido del racconto. Bella l'analisi
psicologica degli 8 giudici di Corta d'Assise che movimenta l'andamento delle
varie sedute della Corte che si svolgono nel corso di una giornata. Piacevole e
vivace è il sottofondo della città di Bari che anima il racconto che si svolge
in un'anonima stanza di una caserma. Il finale a sorpresa è forse il momento
più scontato del libro. Tutti i numerosi personaggi del racconto- con tutti i
loro difetti e contraddizioni- sono molto veri e rimangono impressi per la loro
umanità.
Maria Cristina Gaja
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Ho trovato molto interessante
conoscere, in maniera descritta molto bene, tutto l’iter che si svolge all’
interno di una camera di consiglio di un processo x omicidio. Il racconto,
ricco di sorprese, è bello e scorrevole” ti prende subito”…
Il finale, cosi come lo ha impostato l’autore, mi piace.
Giancarlo Zulian
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Oltre ogni ragionevole dubbio è un giallo
processuale, accattivante, e scritto bene, giocato sul confronto tra la giuria
che deve emettere una sentenza di assoluzione o colpevolezza per un presunto
omicidio di coppia e la presunta colpevole che man mano spiega le sue ragioni
fino alla sorpresa finale. Si legge con piacere, con il desiderio di
confrontare le proprie supposizioni con quelle della giuria, magari
immedesimandosi con qualcuno dei giurati e dalla curiosità di scoprire
come siano andate veramente le cose. Forse i caratteri dei vari personaggi
potevano essere un po' più approfonditi ma del resto protagonista del libro è
la vicenda con un contorno di personaggi, non il contrario.
Giulia Pennaroli
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Oltre
ogni ragionevole dubbio
di Francesco Caringella fa conoscere, a noi profani, le modalità del processo in
Corte d’Assise e, nel farlo, non si limita ad illustrare i fatti e le prove del
processo, ma si sofferma ad analizzare i personaggi che si muovono al suo interno,
dal Pubblico Ministero
ai singoli giurati ed anche agli stessi imputati. Il tutto con un
linguaggio chiaro e particolarmente preciso!.
Lucia
Colla
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Ho scelto Oltre ogni ragionevole dubbio
Tra i due romanzi in lettura ho
preferito quello di Francesca Caringella “Oltre ogni ragionevole dubbio”,
poiché ha uno stile incalzante ed originale, degno di un buon libro giallo, che
cattura il lettore sin dalle prime pagine. Il romanzo permette inoltre di
conoscere e approfondire vari aspetti del processo penale altrimenti destinati a rimanere confinati nelle aule di tribunale o noti
soprattutto agli addetti al lavoro
Pietro Mola di Nomaglio
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