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Play di Laura Orsolini
La memoria del mondo

 

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Circolo dei lettori

di Napoli 1 “Iocisto”

coordinato da Gigi Agnano:

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Play è un libro per adolescenti o ci aiuta a ripercorrere la nostra adolescenza?

Non conoscevo l’autrice, non mi sono documentata prima di leggere la storia di Vasco e anche il titolo, riferito alla Playstation, l’ho associato ad un altro significato che ha questa parola in inglese: recitare.

Ho dunque letto questo libro senza lasciarmi condizionare dalle etichette letterarie e questo mi è tornato utile per apprezzarlo.

Dentro ci sono i temi dell’adolescenza: la morte, l’amore, l’incomunicabilità con i coetanei come con i genitori, esperienze che poi senza che ce ne accorgiamo ci trasformano in adulti chi più, chi meno-improvvisamente.

C’è un messaggio di speranza e di riscatto nel libro che può aiutare non solo i più giovani ma anche una generazione cresciuta nel nichilismo perché non è mai troppo tardi per essere...Contro il niente!

Grazia Della Cioppa

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Lockdown, lockdown... sembra la parola d’ordine in questo periodo, come giustamente ricorda Di Stefano nella prefazione a questo romanzo che oscilla tra realtà e virtualità con tutte le problematiche connesse.

Direi che questo è il suo punto più debole, le problematiche. Tante, troppe tutte insieme e si finisce col perdere il senso delle esistenze che s’incrociano nel romanzo; quella di Vasco, adolescente solitario che trova un riferimento nella saggezza popolare di Giovanni, quella del professor Sarti e di Anita, ciascuno con le proprie peculiarità e infine la realtà virtuale del gioco che troppo spesso assume, per gli adolescenti del ventunesimo secolo, i contorni della realtà vissuta. Fuga dalla realtà? Si certo, per alcuni, come nei migliori fantasy, ma anche autodifesa, allenamento per l’inevitabile incontro con la vita quotidiana, piena di incertezze ma ricca di sorprese, alla fine magari piacevoli. Il romanzo procede così, tra alti e bassi, e allo stesso modo procede l’attenzione del lettore, dal mio punto di vista. Non sono riuscita a farmi catturare alcune situazioni e scelte stilistiche mi sono apparse banali e poco convincenti.

Maria Rosaria Baglieri

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Quello che accade in “Play” è la dimostrazione che un buon romanzo sa parlare a tutti, pur essendo un romanzo per ragazzi, aiutando a riflettere su come si può vedere e affrontare una situazione, un’emozione, un’angoscia.

Il “play” che dà il titolo al libro è quello del mondo delle Playstation, un mondo virtuale in cui il protagonista sedicenne, Vasco, si rifugia come tanti suoi coetanei. Il ritrovamento di un diario dalla copertina rossa nei corridoi del liceo, dal quale si evince che una persona, forse una ragazza, potrebbe tentare il suicidio, capovolge lo scenario che dal virtuale diventa reale.

Le indagini sul diario condotte con l’aiuto dell’amica Martina, spingeranno Vasco fuori dalla sua rassicurante routine per affrontare finalmente il mondo esterno.

Cinzia Martone

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Inclassificabile

Annamaria Cretella

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