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Domani è un altro giorno di Giampaolo Cassitta
Arkadia

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Seregno “Un mondo di libri”
coordinato da Eva Musci
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Questo libro parla di una malattia subdola e terribile: alzheimer.

Il protagonista racconta della madre, che dopo aver subito la perdita del marito in un tragico incidente, si riprende e torna alla vita, accudendo i figli.

La storia è accompagnata dallo scandire degli avvenimenti, la musica di quegli anni, i vari festival di Sanremo fino alla perdita via via della memoria della madre che sembra spegnersi per non ricordarsi più niente.

Sembra una lettera aperta d'amore alla madre, che tanto aveva fatto e poi improvvisamente è stata sopraffatta dalla malattia, da cui non c'è scampo.

Bello, scritto bene, non prolisso né noioso

Angela Merlo

 

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Il titolo del libro cita la celebre frase di “Via col vento”, ma richiama anche la nota canzone sanremese “Che sarà”. La cultura pop e televisiva pervade infatti il racconto, narrato in prima persona. Con la ricorrente domanda “ti ricordi mamma?” il figlio stabilisce in forma di dialogo un flusso ordinato di ricordi della vita in comune. Tutto inizia dall’episodio luttuoso che colpisce una giovane famiglia sarda: la morte sul lavoro del padre, evento che diviene la nota fissa della narrazione e della vita del giovane protagonista. L’intuibile risvolto finale di questa storia di formazione non riesce a dare slancio al testo.

Il valore del vissuto, di certo comune a tanti di quella generazione, resta come sminuito. La collana dei ricordi, funzionale al narrare, non riesce a raccordarsi, sul piano simbolico, con la spinta a superare l’immobile società isolana mentre il mondo procede a grandi passi, da un Sanremo all’ altro.

Alfredo Menichelli

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Un dialogo con la madre, un lungo ricordo di situazioni vissute insieme. La volontà caparbia di una donna che non molla mai. Mantiene viva la memoria del marito scomparso e cerca di rispettare le tradizioni della sua Sardegna, ma anche di superarle per lasciare spazio alla crescita serena dei figli. Il racconto abbozza, attraverso le canzoni, la realtà italiana e il festival di Sanremo ne è il riferimento sociologico. La manifestazione nazional-popolare propone testi e ritmi nuovi che scandiscono la trasformazione della società. Il racconto da raccolta di memorie diventa romanzo di formazione. La crescita individuale del narratore si evidenzia più marcatamente quando prende le distanze dalla figura paterna, vissuta come presenza costante attraverso il ricordo della madre. L’analisi poco incisiva del mondo familiare e dell’evoluzione della società in anni significativi consente solo di imbastire la maturazione di un giovane alla ricerca di una personale autonomia di pensiero.

Livia Tucceri

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In questo libro si rileva la grande solitudine di una famiglia rimasta orfana del più grande punto di riferimento che un figlio può avere; suo padre. Eroe che manca, ma che rivive dietro la fotografia posta sulla lapide al cimitero. Il piccolo Rocco ora si trova suo malgrado a fare da capofamiglia al fratello minore ed alla sua dolce madre, che per tutta la vita farà una narrazione completa di suo padre, dolce madre che a causa del morbo di Alzheimer cesserà di ricordare, lasciando così Rocco senza più ricordi. A causa di questo aspetto involutivo che il libro fa, non è il mio preferito tra i due.

Ilaria Bazzi

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È la storia di una famiglia che perde il capostipite per un incidente sul lavoro troppo giovane, una moglie madre che farà inizialmente fatica nella rielaborazione del lutto e di Rocco il figlio maggiore che diventerà il sostegno di questa donna

Il cimitero diventerà il luogo di gioco dei suoi figli, fino alla presa di coscienza che la vita continua per i figli e per sé stessa.

Il racconto prende voce da Rocco il figlio più grande, che farà ripercorre alla mamma malata di Alzheimer la loro vita.

Daniela Roviezzo

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Bella e sofferta storia di famiglia, attraverso gli occhi di un bambino, che cresce a suon musica e associa i testi delle canzoni alla mamma, vera interprete della vita. Vita modesta, sana, tra mare e natura beh ...la Sardegna affascina, tutto molto piacevole.

Linda La Monica

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una rivisitazione degli anni 60 e 70, attraverso i ricordi di dolore e di amore filiale in una famiglia spezzata dalla morte del padre. La forza della madre coraggiosa che accompagna da sola i figli all'età adulta in un periodo di grandi cambiamenti sociali e politici. A volte ripetitivo, ma intenso e piacevole.

Cecilia Sarto

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Voto il libro " Domani è un altro giorno " di Gianpaolo Cassitta perché è difficile non ritrovarsi nei ricordi intimi e delicati di Rocco, la cui vita è stata prematuramente segnata dalla scomparsa del padre. La storia familiare si intreccia, dagli anni '60 in poi, agli eventi che hanno mutato il mondo ed il nostro Paese. Su tutto si erge ritratto, tenero e vivido, della madre Rosanna, dipinto a vivaci pennellate, in un dialogo intimo che non può lasciare indifferente il lettore.

Elena Cristina Grassi

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La musica accompagna questo romanzo, si mischia ai ricordi, ne diventa la colonna sonora.

Un figlio orfano sin da piccolo, una madre che fatica ad accettare il lutto, una vita raccontata attraverso episodi della vita quotidiana; un ragazzo che cresce e riesce a guardare al passato con gli occhi di un uomo.

Paolo Caimi

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Portogruaro “Mamaluco”
coordinato da Luisa Perosa
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Tutta la storia consiste in una lunga manifestazione d’amore di un figlio per sua madre.

Libro di impianto diaristico (gli accadimenti sono cadenzati annualmente già nei titoli dei capitoli), dove la scelta di una lingua semplice e di una sintassi immediata, seppure coerenti e funzionali allo sviluppo della narrazione, non sorreggono adeguatamente la storia, che appare complessivamente debole.

Marina Caruso

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Con il pretesto di riaccendere la memoria di una madre malata di Alzheimer, l'autore fa a sua volta un "esercizio di memoria", rievocando gli anni dell'infanzia e della giovinezza, (dagli anni 60 in poi), tramite musiche, canzoni, avvenimenti. Ne risulta un insieme emotivamente prevedibile, banale e noioso, anche se la scrittura è semplice e scorrevole. Libro senza pretese, un po' stucchevole, che seduce e commuove i lettori più nostalgici. Unico pregio, che va riconosciuto: la brevità. Un grazie a Cassitta per essersi limitato a 120 pagine.

Concetta Trifiletti

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Questo libro è la raccolta di ricordi familiari E’ molto scorrevole e invitante alla lettura e tratta di un periodo oggi poco rivisitato, gli anni Sessanta e Settanta a me ben noti. Per la verità proprio su questo è piuttosto leggero, pur apparendo ricco di dettagli e magari fruttuoso anche a un giovane d’oggi. Però è un buon racconto anche perché tratta di cose semplici e fondamentali su cui oggi si dovrebbe discutere più di sempre, i sentimenti umani.

Luciana Stefanutto

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Una lunga lettera di enorme affetto alla madre, che è anche un diario di un pezzo di vita dello scrittore in cui aggancia fatti privatissimi a vicende della storia sociale italiana degli anni Sessanta e Settanta.

Il “filo del discorso” tra il figlio e la madre, dal punto di vista narrativo, non mi ha convinto, perché un po’ piatto, senza sorprese. L’idillio tra i due (il contenuto) mi sembra abbia prevaricato sul racconto (la forma), con esiti non troppo felici.

Giulio Negretto

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Non sono chiare le intenzioni che hanno motivato l’autore a scrivere questo libro.

Forse voleva ripercorrere il rapporto tra un figlio e la madre (non è autobiografico), prendendo in considerazione il periodo degli anni settanta, ma in questo caso perché riportare nel racconto, senza alcun approfondimento, fatti , citazioni (troppi) riferiti al vissuto di quegli anni?

Oppure quel dialogo interiore è un pretesto per ricordare (ricordarsi) il clima di quegli anni di vita del nostro paese? In questo caso però la ricostruzione risulta superficiale. Progetto velleitario e non riuscito in entrambi i casi.

Luisa Perosa

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Dopo aver scorso velocemente il libro per cogliere la scansione dei capitoli, ho subito pensato che era proprio un racconto del mio tempo, gli anni Sessanta e Settanta ancora da me mitizzati. Però sin dall’inizio ho colto che il tempo raccontato assieme ai sentimenti semplici e coinvolgenti non era poi tanto vissuto e così reale ma incredibilmente posticcio o perlomeno culturalmente poco filtrato. In questo cosmo fantastico mi arrivava piuttosto fasulla anche la forte componente emotiva. E non ce l’ho fatta fino in fondo.

Adriano Zanon

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Vicchio "Ghost readers"
coordinato da Serena Materassi
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Un affiorare di ricordi che rimandano a un padre morto troppo giovane. La famiglia orfana e silenziosa, trascorrono le giornate in una quotidianità fatta di piccoli e grandi momenti vissuti con sobrietà, a volte con distacco.

Il racconto si snoda in un dialogo costante con la madre, figura forte e coraggiosa che trascorre una vita nel ricordo del padre, lottando ogni giorno per assicurare ai propri figli un’esistenza degna di questo nome. Un confronto talvolta difficile, la necessità di affrancarsi da quella presenza che negli anni diventa anche ingombrante eppure necessaria. 

Un inizio di romanzo un po' grave e lento, ma forse necessario per riallacciare nella memoria, il legame con la madre che scoprirà di essere affetta dal morbo di Alzheimer.

David Bianchi

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E' la storia di una famiglia italoamericana, ma più che altro un viaggio introspettivo del protagonista, nato e cresciuto in America, figlio di emigrati italiani. Il giorno del suo ottantesimo compleanno esprime il desiderio di recarsi per la prima volta in Italia.

Il disagio di Luigi Fogliano, il protagonista, è rappresentato da quel sentimento di non appartenenza: genitori italiani, nipoti americani, ma la loro generazione sospesa tra due culture, senza realmente sentirne propria una, al punto di pensare di non essere stati "niente".

Con una narrativa non sempre scorrevole, il romanzo può essere una riflessione sulla condizione non tanto dei migranti, ma di quanto il senso di appartenenza ad una cultura richieda generazioni.

Piera Cantini

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Madre e figlio tema sempre presente in letteratura in ogni epoca dagli albori del mondo anche se trattato in maniera diversa a seconda delle epoche e delle diverse situazioni sociali. Siamo agli inizi degli anni 60 in Sardegna, la vita scorre tranquilla per la famiglia di Rocco composta da babbo mamma ed un fratellino, tranquilla fino ad una sera in cui invece del padre di ritorno dal lavoro, si presentano dei signori..... E’ l’inizio di una nuova vita in cui protagonista assoluta diventa la mamma che con grande coraggio detta tutte le regole per affrontare questo nuova vita verso la quale con i due orfani si sta avventurando. Una madre che mantiene viva nei figli la memoria del padre ma che ama la musica, gli spettacoli televisivi, stare al passo con il mondo che cambia. Un libro in cui l’autore racconta la giovinezza, i sentimenti e le emozioni di Rocco ma soprattutto parla dell’amore che anima questa famiglia ed anche di quell’amore che talvolta non riusciamo ad esprimere proprio nei confronti delle persone a noi più care e vicine.

Monica Calamandrei

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Castano Primo “Biblioteca comunale”
coordinato da Paola Lauritano e Maria Rosa Gambacorta

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Nella vita serena di due giovani e dei loro due bambini, un fatale giorno di novembre del 1963 “venne buio all’improvviso”. Il padre del protagonista, vittima di un tragico incidente sul lavoro, quel giorno non tornò dalla sua famiglia che aveva salutato sorridendo la mattina.

Quel giovane uomo per la moglie restò sempre “il ragazzo che sorride”, lei ne tenne viva la memoria trasformando l’assenza in una presenza invisibile, ma partecipe della sua vita e di quella dei suoi bambini.

La vicenda si sviluppa come un lungo racconto che il bambino, ormai adulto, fa alla madre, donna coraggiosa e tenace, impegnata ad assicurare ai figli “un’esistenza degna di questo nome”.

La narrazione si collega alle canzoni e agli eventi degli anni sessanta e settanta e i ricordi familiari si intrecciano ai cambiamenti politici e sociali di quel periodo. E’ una storia di amore familiare e contemporaneamente un breve affresco di una generazione.

Luigia Sala

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La storia non è una favola e non ha un lieto fine: questo già mi incuriosisce. Ogni capitolo è introdotto dai versi di una canzone e questo mi piace: frammenti di musica e frammenti di vita. Ogni esistenza ha la sua colonna sonora. E le canzoni hanno un forte potere evocativo.

Si capisce fin da subito che è un racconto della memoria che si va dipanando di fronte al lettore. Il suo protagonista ne regge magistralmente le fila e si avverte che egli sente la necessità forte di ricordare, deve ricordare, perché il suo diretto interlocutore ha una espressione disattivata, non riesce a rimettere i ricordi nei cassetti giusti. Di qui la ricerca della giusta chiave che quei cassetti possa riaprire: le parole di una canzone, un odore, un colore, qualunque cosa possa restituirgli sua madre. No, la sua non è una favola e non ha un lieto fine: prima, l’assenza sempre presente di un padre morto troppo giovane e poi la presenza assente di una madre inghiottita da una malattia devastante.

Ma domani è sempre un altro giorno. È necessario non smettere di crederci.

Samantha Mapelli

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In quel novembre del 1963 in cui John Fitzgerald Kennedy trova la morte per mano di Lee Harvey Oswald, anche la vita di Riccardo Ramasi vede la fine per colpa di una ruspa impazzita. Una strada che corre tra il mirto e l’elicriso verso un mar di cristallo si ferma temporaneamente al chilometro sette e la vita ancora tutta da costruire di una famiglia si ferma per sempre in un dolore intriso del ricordo di un amore che - reciso dalla morte - non è riuscito a tradursi pienamente in atto:  ne resta una storia non scritta, un album di foto mai scattate. Proprio il ricordo è quello che la prosa dolce di Giampaolo Cassitta prova a restituire in un sussurro a una madre che sta perdendo proprio quel tesoro che tanto a lungo ha tentato di tenersi stretto. Un destino crudele le ha giocato un ultimo scherzo. Nella piccola storia di un dramma privato emergono la Sardegna e l’Italia degli anni del boom ritmate dalle canzoni di Sanremo, dalle voci della radio, dai divi del cinema e dalle immagini della televisione che - in sottofondo - raccontano gli eventi di una Storia più grande, “da manuale”, che vede tra le sue pagine l’alluvione di Firenze, l’emigrazione verso il Continente (o l’Europa) o le vittorie di Eddie Mercx.

Brunella Baita

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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