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Dove sei? di Roberta Lena
People

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Roma 24  "Cavallo Pazzo"
 coordinato da Agostino Letardi

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Un libro bellissimo, ho passato quasi una intera notte estiva a finirlo. È un libro sulla resistenza nel Rojava, sulle combattenti curde, sul confederalismo democratico, sulle YPJ (Unità di Protezione delle Donne), sull’indifferenza o ipocrita cecità dell’Occidente verso la reazione autoritaria di Erdogan. Ma è anche un libro delicatissimo sul rapporto madre figlia, sulla struggente necessità di lasciar andare i figli, accettando le loro scelte anche quando sembrano terribilmente pericolose come andare a vedere da vicino, e poi sostenere la Resistenza nella Siria del Nord. Tutto questo è raccontato, sotto forma di diario quotidiano, dalla stessa Roberta la cui figlia, Mariaedgarda (Eddi) annuncia a 27 anni di aver deciso di partire per il Rojava per un viaggio che da due mesi arriva fino a nove. La scarsità di notizie, sia per ragioni di sicurezza che per assenza di rete costringono Roberta a approfondire il tema della resistenza curda e a entrare in contatto con un mondo che non conosceva, struggendosi nell’ansia. Così Roberta rielabora a distanza il sentimento di inevitabile distacco tra mamma e figlia e impara a farsi da parte, creando lo spazio alla sua Maddie e alle sue scelte, preparandosi anche all’ineluttabile. L’epilogo poi è incredibilmente kafkiano e lascia un’ombra amara sul nostro mondo insieme al desiderio di approfondire questa storia poco nota, grazie anche alla bella postfazione di Roberto Dentice che ha seguito per l’Espresso la vicenda di Maddie e dei suoi compagni.

Francesca Della Ratta

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Eddi, come Orso, come altri giovani ed altre giovani da tutto il mondo, hanno fatto una scelta di una parte, a fronte  di aver ravvisato una nuova “Linea Gotica”. E’ stata una scelta aspra, dura e violenta, in linea con una visione del mondo per cui, a fronte di uno stato d’eccezione di violenza, l’unica soluzione è prendere le armi e agire una violenza che contrasti un’altra violenza, coscienti che se i mezzi possono apparire simili, sono le finalità a rendere assolutamente diversi i due fronti. E’ una scelta che prende in considerazione anche il proprio sacrificio personale. Quella scelta è da rispettare pure se non la si condivide appieno. E nel rispetto si lotta anche per i loro diritti, come quello di non essere perseguitati e perseguitate per le proprie scelte (come purtroppo è avvenuto per Eddi, con la sorveglianza speciale del Tribunale di Torino motivata - tra l’altro - dalla sua “pervicace e mai sopita opposizione all’autorità”). Il libro è stato scritto dalla madre di Eddi, la cui mentalità è chiaramente molto diversa da quella della figlia: se nel libro c’è il merito di contribuire a conoscere questa storia di scelta di campo, nel modo di scrivere dell’autrice c’è una certa compiacenza nel mostrarsi autocentrata (per cui tutto quello che succede alla figlia ha un riflesso sulla propria biologia), la palese dimostrazione di come la distanza generazionale possa rendere molto difficile comprendere le ragioni delle giovani generazioni, e un trasporto emotivo che, a volte, nella narrazione risulta ripetitivo e stucchevole.

Agostino Letardi

 

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Circolo del Lettori del torneo letterario di Robinson
di Carpi 2 "I professori del Liceo Fanti"
coordinati da Chiara Francia
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Il 6 settembre  2017 la vita di Roberta cambia improvvisamente: sua figlia, la dolce, saggia, determinata Maria Edgarda detta Eddi le annuncia che ha deciso di partire per il Rojava, nel nord della Siria. Vuole studiare e vedere con i suoi occhi la condizione delle donne curde, vuole contribuire a dare forza al confederalismo democratico, che per ora è solo una proposta vaga e poco concreta. In questa storia autobiografica profonda e coinvolgente, l’attrice e regista Roberta Lena racconta i lunghi mesi d’angoscia, di speranza, di riflessione in cui si è trovata senza notizie della figlia, combattuta fra la consapevolezza della sua nobile missione e il panico nel saperla lontana e facile preda di un mondo ostile.

Sono pagine di grande impatto, pervase da un’emozione intima e fremente: durante i lunghi mesi in cui Eddi è lontana, Roberta cerca dentro di sé un equilibrio fra quello che sente come madre, una madre privata della figlia come tante madri nella storia che hanno avuto e hanno i figli a combattere al fronte, e il suo essere donna, con il compito di aiutare tutte le altre donne nel loro difficile percorso verso la consapevolezza e la libertà.

Eddi sente proprio il bisogno quasi fisico di fare qualcosa per il mondo, anche soltanto “una briciolina”, come dice lei stessa, per fare la differenza. Cresciuta in una famiglia pacifica e pacifista, sente che questo è il modo migliore per dare solidità a questa pace.

Viene raccontato questo suo entusiasmo, e viene anche messo a nudo quello che in fondo è il dilemma di molte madri, forse di tutte: la giusta misura fra incoraggiare  i figli a seguire quello in cui credono e il senso di protezione nei loro confronti che inizia nel momento in cui vengono messi al mondo e non finisce mai.

Alda Barbi

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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