< Libri e lettori

Economia sentimentale di Edoardo Nesi
La Nave di Teseo

 

***

Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson

di Milano 4 “Club delle Argonne”

coordinato da Fabio Mantegazza

***

Il libro non mi ha convinto, ma rispetto alla insopportabile logorrea della Mischia meglio l’esilità del libro di Nesi.

Nuoce al libro la sovrapposizione del piano personale, e in particolare quello del rapporto con il padre, alle divagazioni sulla pandemia.

Forse l’eliminazione dell’ultimo capitolo, smaccatamente dedicato alla memoria del padre, avrebbe giovato e dato una fisonomia più netta alla narrazione.

Per il resto il libro riporta con levità le considerazioni (alcune ormai datate) sulla pandemia, la ricerca da parte dell’autore di una voce certa che dia un senso e una direzione a tutto quanto è capitato in questi due anni, la scoperta di aspetti inusitati del nostro vivere.

Gradevole nel complesso, ma niente di più.

Rita Pugliese

***

Edoardo Nesi sa scrivere, e questa è una virtù sempre più rara di questi tempi. Scrive padroneggiando la lingua da toscano, costruendo periodi complessi che si reggono perfettamente in piedi, riuscendo a far convivere un tono colloquiale con osservazioni di tipo sociologico e psicologico di una certa profondità.

È quindi sempre un piacere leggerlo. Questo libro non fa eccezione.

Peccato però che abbia più le caratteristiche di un instant book che quelle di un romanzo.

Nesi probabilmente non aveva un soggetto da sviluppare, e così ci intrattiene con una sorta di diario della pandemia – per certi versi datato, perché ormai risale a qualche mese fa – alternato a brani di tipo biografico, in particolare dedicati al rapporto col padre.

Insomma, un ottimo talento ma con poco pane da mettere sotto i denti questa volta.

 Speriamo nella prossima

Fabio Mantegazza

***

Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson

di Vicchio “Ghost readers”

coordinato da Serena Materassi

***

Bel romanzo che prende almeno in considerazione il fatto che si possa parlare di qualcosa di diverso e nuovo, e cioè la condizione economica e dunque anche sentimentale di molti di noi in questi mesi, ormai anni, di pandemia.

Il protagonista e narratore è figlio di un industriale tessile di Prato, nato dunque benestante e convinto di poter dare lavoro ad altri, che si ritrova in piena pandemia a domandare a tutti come secondo loro usciremo da questa situazione di emergenza sanitaria e sociale.

Molto interessante questa visione pulsante dell’economia e del suo crollo, l’accostamento del passato benessere di città come Firenze o New York alla sconsolatezza attuale dettata dalla pandemia e dall’ignoranza che già prima però aveva preso il sopravvento nella nostra società. Come se ne esce? Quando finisce l’emergenza? Solo accostandosi di nuovo al bello e alla cultura. Da leggere.

Fiona Raffagni

***

 “In questi giorni sospesi l’economia mi appare sempre più una scienza viva e umanissima”, così l’autore ci accompagna in questo viaggio dove l’Economia diventa in verità sentimento del tempo appena trascorso. Centrato sui tempi difficili del virus, appena trascorsi, il libro si snoda in verità fra personaggi e situazioni che tentano di spiegare gli impatti che l’economia ha e avrà sulla società e sulle vite degli italiani. Parlano gli attori più differenti, un’umanità legata dal filo della crisi, delle speranze e delle paure dell’imprenditore, del grande economista, ma anche del semplice amico di Prato. Esiste una via d’uscita? Forse è una domanda troppo vicina al momento di crisi non ancora concluso, ma pare che l’autore una speranza la riconosca nella lettura e nella bellezza. La pandemia rimane sempre sullo sfondo, ma non permea la riflessione.

Cinzia Panichi

***

Quello di Nesi è un altro viaggio dopo” Storia della mia gente”, all’interno di quel mondo a cui anche lui è legato familiarmente, il modo del tessile a Prato, il mondo dei tanti industriali, piccoli imprenditori, artigiani che operano in questo settore. In un periodo così difficile come questo in cui tutto è incerto ed il futuro fa paura Nesi interroga amici, imprenditori, esperti per cercare delle risposte alle domande che la pandemia ha reso inevitabili e pressanti. Lui stesso si trova a ripercorrere momenti di vita, a ricordare episodi legati al suo rapporto col padre, un modo per sentirlo ancora vicino soprattutto in un momento della vita così pieno di incognite.

Monica Calamandrei

***

Grandi lettori
di Robinson
***

Delle 3 proposte che ci prospetta il libro per uscire in qualche modo dalla pandemia, solo una, il progresso, appare sensata, ma non ci è dato sapere “se esista ancora, e se c’è, dove stia, quale forma abbia e cosa voglia dire, oggi, e soprattutto come si faccia a prenderne le parti”.

Con uno stile nervoso, Nesi riesce a fermare perfettamente sulle pagine lo sgomento per questa età pandemica in cui il COVID-19 ha gettato il nostro mondo negli ultimi 2 anni. E sì è il primo libro a provare, perché di questo si tratta, di un esperimento, a provare a descrivere la vita durante una pandemia. Un flusso di coscienza personalissimo che mescola una lunga telefonata intervista con Giovannini a un episodio personale di 30 anni fa, il ritorno in una Firenze deserta, irriconoscibile e bellissima all’estate a Forte dei Marmi e agli aperitivi in Capannina: e sono queste le parti meno riuscite del romanzo perché non riescono ad andare oltre l’aneddotica individuale per farsi generale e mondo. Il merito di Nesi è invece quello di rendere sentimentale l’economia facendoci riflettere su come dietro a un F24, un mutuo, una fattura ci siano le storie, le nostre storie di donne e uomini.

Luca Zanelli

***

L’ho trovato un po’ malinconico, non che la malinconia sia un limite, ma l’impressione che mi ha lasciato è quella di un saggio che non è un saggio ed un racconto che non è un racconto. Nesi scrive bene, farcisce le righe di una “toscanità” tutta sua, ma non mi ha convinto.

Alessandro Musco

***

Le descrizioni sono chirurgiche, le parole messe nel punto giusto. Tutto scorre in modo piacevole. Anche argomenti economici vengono trattati in modo comprensibile. Il tutto fa parte di una storia che conosciamo e leggerne un punto di vista parziale e universale ha qualcosa di terapeutico.

Rossela D’Oria

***

All’inizio della lettura lo trovavo un libro molto lento e un po’ noioso, forse perché non riuscivo a entrare in connessione con l’autore del libro. Mi sembrava quelle classiche autobiografie di vita scritte con il solo scopo di dare ai posteri un proprio ricordo, ma a pagina 70 tutto è cambiato , la tematica del covid e dei sogni bloccati , le relazioni come ci influenzano mi ha fatto molto riflettere tanto da sceglierlo a discapito dell’ altro libro che invece mi aveva colpito fin dalla prima pagina con le disavventure del protagonista ‘l’educatore’ e della sua impossibilità di seguire i propri sogni, caratteristiche che abbiamo in comune la maggioranza di noi umani.

Eleonora Varriale,

***

L’inizio del libro cattura l’attenzione ma poi, secondo me, molto velocemente la storia si perde e si fa fatica a seguire il filo dei ragionamenti. Soprattutto alla fine ho trovato molta confusione e non mi è rimasto molto.

Camilla Tiozzo

***

Ho una figlia che è venuta al mondo ad ottobre 2020. Quando sarà grande le vorrei consegnare questo libro che racconta con lucida onestà questa terribile pandemia. La quotidianità dell’autore si intreccia e risuona con la storia del nostro Paese, Nesi infatti dà voce a un grande economista come e al giornalaio, agli imprenditori e alle partite IVA, al macellaio e ai suoi amici: tutte questi punti di vista restituiscono la fotografia del periodo terribile che abbiamo attraversato, l’immagine nitida di una crisi senza precedenti per la quale l’autore non snocciola soluzioni, una realtà quotidiana che appartiene a noi tutti ma che Nesi sa osservare con rara bellezza. Un libro da leggere e da rileggere quando le mascherine saranno un ricordo lontano.

Elena Colombo

***

Un racconto dell’ultimo anno e mezzo e soprattutto delle conseguenze economiche e sociali che, forse troppo presto, l’autore vede e analizza. Probabilmente non ero ancora pronta per una riflessione di questo tipo sui giorni di quarantena e i disastri causati dalla pandemia. Da rileggere tra vent’anni.

Alice Mazzali

***

Ripercorrendo con questo libro i primi mesi del lockdown ho provato uno straniamento, per eventi che mi sembrano già remoti anni luce sebbene la pandemia da Covid-19 non si sia ancora conclusa.  

Perciò la domanda che l’amico Mage rivolge all’autore è purtroppo ancora attuale: “Come andrà a finire?”. 

Da questo interrogativo si sviluppa la maggior parte del libro, che è rivolta al futuro della collettività, il futuro vero e proprio ancora da scoprire, e il futuro come si era immaginato nel passato, che si prospettava foriero di un progresso strabiliante ma mai raggiunto nella realtà.

In contrapposizione a tutto ciò è la parte finale, che si concentra sul passato personale dell’autore, ricordando il padre.

Fedele all’aggettivo “sentimentale” del titolo, l’autore non tratta la tematica in modo asettico ma si può percepire il coinvolgimento in prima persona.

Cristina Casaro 

***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Fermo "Villa Vitali"
coordinato da Cinzia Centanni
***

Il libro di Nesi, mi è sembrato originale, ad iniziare dall’ossimoro contenuto nel titolo. Lo sviluppo del racconto spiega bene quale può essere il punto di congiunzione tra economia e sentimenti. La cosa che, invece, mi ha convinto di meno è stato l’utilizzo diffuso di toscanismi gergali. Mi ricorda molto Pieraccioni/Panariello che non sono tra i miei autori preferiti.

Paolo Antolini

***

Leggere questo libro è come viaggiare nel tempo: quello recentissimo della pandemia di Covid 19, quello lontanissimo della ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, quello contemporaneo dell’ascesa e caduta del boom economico generato dal Made in Italy.

E mentre ci fa viaggiare nel tempo, Edoardo Nesi, ci fa conoscere altri viaggiatori, gli artigiani diventati imprenditori, i personaggi della provincia toscana, gli economisti e le persone comuni, quelle che hanno sognato il sogno di vivere una crescita economica che fosse anche crescita culturale, sociale, etica: i lavoratori che hanno risollevato il nostro paese dopo la guerra.

Tra questi spicca il vero protagonista del libro, il padre dell’autore, al quale viene dedicato l’ultimo capitolo, struggente ricordo e testimonianza di stima di un figlio che pur avendo sognato lo stesso sogno del padre ha realizzato una vita molto diversa, dal padre, e da quella sognata.

“Economia sentimentale” è un libro intelligente, che restituisce fiducia nel futuro proprio perché lo immagina pieno di incertezza, con scarsa potenzialità, incapace di sognare perfino pavido e, ciò nondimeno, capace di ricordare che se il sogno si è avverato una volta, si può avverare di nuovo.

Laura Stopponi

***

Nella costante ricerca di una interpretazione del futuro economico (ma anche umano) dell’Italia post pandemia, Edoardo Nesi affonda la scrittura nei personaggi che quel futuro lo hanno fondato.

Questa operazione narrativa permette di far vivere tra le pagine di una scrittura fluida, colorata e vibrante di aneddoti e sentimenti, i caratteri degli artigiani che hanno costruito lo sviluppo economico del Paese.

Il mondo effimero della moda, diventa, in queste pagine, la realtà concreta del frastuono dei telai che lavorano negli opifici di Prato per soddisfare la creatività e la tenacia degli artigiani. C’è il lavoro, nel libro di Nesi, la dedizione e l’etica dei piccoli imprenditori che mettono sullo stesso piano il proprio successo e la garanzia degli operai.

Nelle pagine di questo libro sembrano risuonare i sogni di Adriano Olivetti (e alcune pagine di Volponi) e di una produzione che è prima di tutti produzione di cultura del lavoro prima che produzione di beni e servizi.

Sogni che da troppo tempo la nuova economia mondiale ha trasformato in incubi, e che la pandemia ha addirittura annegato in un sonno privo di attività onirica come quello indotto dagli psicofarmaci.

Eppure in questo libro non sono riuscito a sentire pessimismo, al contrario, il racconto di ciò che è stato, nella tenerezza di ciò che è così vivo nella memoria dell’autore, mi fa sentire possibile il ritorno di un sogno collettivo capace di trasformare la deriva verso la quale il mondo si è avviato.

Giorgio Ripani

***

Un libro che fa riflettere. Un punto di vista della nostra vita, radicalmente cambiata, per il Covid. Freddo, lucido, a volte quasi crudo ma purtroppo questa è la narrazione dei fatti. Un libro che consiglio perché non sempre siamo pronti a vedere le cose come stanno e spesso ci adagiamo e ci adattiamo a vivere le cose come ce le raccontano. L’autore ci offre uno spaccato di vita vissuta, di nomi e cognomi che creano la storia, una storia che

potrebbe essere quella di ognuno di noi. Il finale è una speranza, una luce e una convinzione che il bello c’è e va sempre cercato.

“.il mondo era libero e immenso e pieno di promesse e di felicità e di prosperità…” Un messaggio da ricordare, da continuare ad alimentare

Carmen Napolitano

***

L’autore è stato anche un imprenditore tessile e la sua visuale di economia la vorrebbe far capire a molti. Credo che le risposte date dal ministro Giovannini sia di augurio per la società futura. Nesi riesce ad umanizzare una scienza (l’economia) e ad illustrarla anche ai neofiti

Giuseppe Natarella

***

Economia sentimentale, un lucido sguardo sulla attuale condizione economica e di quel che è successo a partire dal lockdown del 2020.

L’autore illustra, spiega – con un linguaggio chiaro e una scrittura scorrevole – le fragilità, le inquietudini, anche la disperazione di quanti – tutti noi – sono e siamo stati travolti da un evento che nessuno poteva mai immaginare. Consiglio di leggerlo, aiuta a riflettere su il nostro presente e futuro partendo da dati economici ampliando lo sguardo sul divenire della società in tutte le sue complesse articolazioni.

Alma Monelli

***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Vigevano "Circolo Bibliosofia"
coordinato da Raffaella Barbero
***

È stato facile identificarsi in questo breve romanzo, in quanto parla del nostro passato prossimo, del nostro presente e anche delle aspettative per il futuro. Edoardo Nesi riflette sulla quarantena, sulla pandemia e sul lockdown: fenomeni che hanno segnato e trasformato le nostre esistenze. Si tratta di una riflessione economica: come faranno a sopravvivere tutte quelle imprese che vengono chiuse? Come si sosterranno tutte le persone che non possono più continuare a lavorare? Per rispondere a questi e ad altri interrogativi, Nesi chiacchiera con Enrico Giovannini ( secondo cui nei tempi di crisi sono i beni durevoli – le automobili – e i semidurevoli – l’abbigliamento – a perdere di più in quanto il consumatore si concentra sulla sussistenza); con Alberto Galassi dei motoscafi Riva (il quale ci parla di un governo senza una politica industriale, garantista per statali e reddito di cittadinanza) e con Livia Firth (la più ottimista, secondo la quale il cambiamento nasce dagli shock). Tutti concordano che una società basata sulla tecnologia non può essere inclusiva. Ed è anche una riflessione sentimentale perché la mente ritorna a quelle estati degli anni ’60 quando si leggevano libri di fantascienza che dipingevano un futuro tecnologico e migliore. Noi che abbiamo più di 40 anni abbiamo vissuto gli ultimi scorci di quell’Età dell’Oro: un secolo di benessere, speranze, ambizioni e sogni; l’ultimo “urrà” della festa. Alla fine, abbiamo scoperto che “essere positivo” può avere anche una accezione negativa.

Alessia Chierico

***

Edoardo Nesi dà voce a una parte di Italia duramente colpita dalla pandemia in termini economici. Le voci sono quelle degli imprenditori, degli industriali, delle partite iva e dei disoccupati che testimoniano come ha impattato il covid sul loro lavoro e come si possa ripartire dopo l’esperienza che ha inevitabilmente cambiato le vite di tutti noi.

Chiara Ghilardi

***

Il bisogno di fare i conti con il proprio passato e con la pandemia, scatenano nell'autore - figlio di un operaio divenuto imprenditore del settore tessile, scrittore contro il volere paterno - la nostalgia verso quel piccolo mondo antico dell'Italia delle micro-imprese, che aveva allora disprezzato;  la paura per il futuro dei figli, che vivono e vivranno in un mondo così diverso; la necessità di capire il presente, di come e quando è avvenuto il cambiamento di paradigma se con la pandemia e il lockdown, che affossano le micro imprese che ancora resistono- o molto prima, con  la globalizzazione

Andrea Feoli

***

Nesi racconta, da un punto di vista privilegiato economicamente, lo spaccato più duro del periodo pandemico. Un romanzo saggio o un saggio romanzato in cui l'autore narra umanamente le vicende industriali e operaie di un'Italia in ginocchio ma speranzosa, sempre. Come gli italiani. Forse.

Simone Satta

***

Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Buccinasco "Gruppo di lettura Biblioteca di Buccinasco"
coordinato da Silvia Mincuzzi
***

Economia sentimentale è un saggio riversato garbatamente in un romanzo. Riesce ad affrontare contemporaneamente attualità, economia, sociologia, immergendo il tutto in un tempo storico reso più difficile dall'avvento della pandemia. La storia dell'Italia legata allo sviluppo industriale ed alla successiva crisi economica si intreccia ad una vicenda familiare in cui emerge l'immagine della figura paterna, di cui l'autore impara ad apprezzare infine anche le contraddizioni. Il linguaggio è una fine trina fiorentina, capace di trasmettere emozioni e sentimento in un quotidiano complesso.

GLORIANA VENTURINI 

***

Il viaggio tra il passato ed il presente di un imprenditore del tessile pratese che, di fronte alle conseguenze economiche del Covid-19, si abbandona a domande e riflessioni che fanno affiorare ricordi nostalgici della propria gioventù e, allo stesso tempo, indagano su quale sarà il futuro del Paese Italia dopo il primo lockdown del 2020. Pubblicato nell'ottobre del 2020 di questo libro mi ha colpita la miopia su quello che sarebbe accaduto da lì ai mesi successivi. Letto a distanza di quasi un anno, l'ho trovato sbalorditivo. 

Stefania Alice

***

Una scrittura di stile giornalistico ci riporta ai primi giorni della pandemia, ai timori alle paure, ai riti in tempi Covid. Interessanti le valutazioni che i diversi esperti fanno in merito al nostro futuro, anche se in molte parti piuttosto difficili da leggere. Originale l'inserimento dei ricordi e del vissuto sentimentale dello scrittore.

Maurizio Ettore Berra

***

Il testo si inoltra in un'analisi della situazione sociale ed economica durante, ed a seguito, del periodo Covid. L'autore cerca risposte alle tante domande, comuni a molti di noi, sulle incognite di un futuro pieno di paure e incertezze, interrogando amici imprenditori, un illustre economista, varie categorie di lavoratori e lascia trapelare l'auspicio che alla fine possa prevalere una economia più umana, sostenibile e meno squilibrata. Fuori contesto, a mio parere, i ripetuti richiami al ricordo della figura paterna e del suo passato di imprenditore, quasi ci fossero rimpianti da elaborare.

Non mi sembra un libro particolarmente originale.

Linda Borboni

***

Nella prima parte rievoca le decisioni prese dal Governo Conte nel lockdown del 2020, il primo in assoluto nella nostra storia. Il ripasso e l'effetto sulla sua vita/famiglia mi è sembrato noioso. Le critiche alle istituzioni, Protezione Civile compresa, aride. Spezza una lancia poi nell'enunciare tutte le cose positive che sono state fatte o stanziate.

Lo stesso vale per tutte le considerazioni dell'effetto Covid sulla gente comune, dal lato negativo dell'impatto all'isolamento, per arrivare ad apprezzarlo una volta ritrovato un ordine di importanza nelle cose. In tutto ciò comunque non ho trovato niente di straordinario, di Covid ne abbiamo già parlato in abbondanza; ma quello che non ho gradito è quell'intercalare frequente nella cadenza toscana.

Franca Cerri

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
L'iniziativa è riservata agli utenti maggiorenni. Questo sito non usa cookies.
Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
Vedi anche Il Blog di Giorgio Dell'Arti su Repubblica.it