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Fratelli di Simone Marcuzzi
Dea

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo

 

Romanzo di formazione di Alberto cresciuto in una famiglia di media borghesia con un fratello più grande, un padre relativamente assente ed una madre fragile che nell’infanzia ha subito un forte trauma, il giorno del suo compleanno, per la morte del fratello Lorenzo che è annegato nel lago per recuperare una macchina fotografica della sorella caduta in acqua in una gita in barca.

I rapporti fondamentali di Alberto che attraverseranno la sua vita sono quattro.: il fratello, la madre, l’amico del cuore e la moglie. Il rapporto con il fratello è sbilanciato perché Alberto, molto fragile nella sua adolescenza, ne subisce il fascino pretendendo una assoluta reciprocità che di fatto non c’è. Lorenzo (nome dello zio morto) è molto sicuro di sé, è relativamente spaccone ed ha un rapporto turbolento con i genitori da cui è molto viziato. Ama la musica e sembra proiettato in un futuro di successo artistico. Il rapporto si incrina nel momento in cui Alberto scopre il segreto della morte dello zio che aveva ignorato per tanti anni e che invece Lorenzo conosce. La menzogna del fratello è per lui un tradimento di un patto di sangue. La scoperta della tragedia dello zio gli fa capire perché la madre ha alcune fragilità (paura dell’acqua, della fotografia, dei compleanni) che si sono riflesse nella vita di Alberto e che in qualche modo ne hanno condizionato la prima parte della sua vita. La fragilità di Alberto si rivela anche nel rapporto con un compagno di classe Fabrizio, anche lui spaccone, sicuro di sé che lo coinvolge in azioni trasgressive che mettono in crisi la sua integrità morale. Il rapporto entra in crisi quando in un momento di ubriachezza da birra, Alberto ha un momento di debolezza tirando fuori la sua parte di anima omosessuale che sconvolge il suo compagno che da quel momento lo ignorerà. Questo suo momento di debolezza, insieme alla scoperta che la madre nel suo diario scrive che per la nascita di Alberto è stato un trauma, vengono vissuti malissimo. Alberto è come un personaggio dei quadri di Hopper (un grande interprete della solitudine umana) e decide di andare in Svizzera per un suicidio assistito rubando i soldi al padre che teneva sotto il mattone perché il governo Amato con il prelievo forzato gliene aveva presi un po’. Si ferisce cadendo in treno e viene ricoverato in Ospedale dove raggiunto dai genitori capisce la stupidità del suo gesto. Nella seconda parte del romanzo Alberto adulto è professore di matematica, affermato scrittore e sposato felicemente mentre il fratello Lorenzo ha abbandonato la musica per fare l’informatico. Anche in questa seconda parte della vita i due fratelli il rapporto è incrinato perché Alberto ha rivelato al padre che il fratello a Bologna non ha dato nessun esame e quindi non prenderà mai la laurea. La crisi si risolverà con il matrimonio di Lorenzo che metterà insieme tutta la famiglia in cui fratelli si ritroveranno e la madre sconfiggerà la paura dell’acqua. Un romanzo scorrevole, con una lingua misurata e con un messaggio di speranza di cui ogni tanto si sente il bisogno.

Mario Cottone

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Lorenzo ed Alberto, due fratelli sul filo della memoria, due fratelli che si amano, si cercano si perdono, si ritrovano. Le vicende narrate si svolgono nella provincia di Udine, presumibilmente tra gli anni ’80 e gli anni ‘90. È la storia di un rapporto delicato, visto con gli occhi di Alberto, che si sofferma su tre momenti di vita: l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta. Ognuno di questi periodi è segnato da un evento difficile che ha determinato un cambiamento. Ci sono anche i genitori, punto d’incontro e di rottura per i fratelli. E c’è un segreto, percepito durante l’infanzia e conosciuto durante il processo di crescita. La relazione tra i fratelli subisce variazioni nel tempo, si evolve e si trasforma per ogni tappa della vita. Per il piccolo Alberto il fratello Lorenzo è ineguagliabile, si sente solo “zavorra”, come lo definisce ironicamente il fratello maggiore, ma ad Alberto va bene così, vuole solo stare alla sua ombra. Lorenzo è un leader, un capobranco, con l’estro della musica. Istintivo, passionale, sicuro di sé. Alberto è riflessivo, disciplinato, rispettoso delle regole, spesso titubante. Ma quelle che sembrano differenze legate più che altro all’età, col passare del tempo diventano demarcazioni nette. Durante l’adolescenza le loro strade si allontanano. Alberto conosce Fabrizio: adesso non è più “zavorra” è diventato “socio”, e tra loro nasce una grande amicizia, che procede nel tempo, superando equivoci e divergenze caratteriali. Da adulti la leggerezza e l’irresponsabilità di Lorenzo cozzano con il senso di giustizia e la lealtà di Alberto, che per la prima volta tradisce il tacito patto di segretezza reciproca stipulato col fratello fin dalla prima infanzia. Da qui la rottura e la separazione, che Alberto ricostruisce tramite le parole di un suo romanzo, “Redenzione”, in cui emerge però solo il punto di vista dell’autore, parziale ed incompleto. Sarà Lorenzo, dopo aver letto il romanzo, a rimettere i pezzi al loro posto attraverso una lettera, che finalmente rompe il silenzio e le omissioni di anni. “Perché dai per scontato di essere il responsabile unico? [...] Il mondo non gira tutto intorno a te […] ora che non sei più Zavorra potrebbe essere davvero figo stare insieme, perché hai una bella testa.” Queste parole finalmente fanno chiarezza È forse proprio grazie al “tradimento” di Alberto che Lorenzo imbocca una nuova via e finalmente comprende chi è e cosa sta cercando, mentre Alberto, logorato dai sensi di colpa, continua ad innalzare muri. Il silenzio, la rottura di ogni comunicazione conduce Alberto a costruire una verità tutta sua, che ben si discosta dalla realtà dei fatti. La lettera di Lorenzo allontana Alberto dal mondo delle congetture e riapre la comunicazione, dà vita ad un nuovo equilibrio, ad un rapporto che va ben oltre le incomprensioni e gli anni di silenzio, perché è facile perdersi, ma è ancora più facile ritrovarsi quando si è fratelli. Il romanzo non narra fatti eccezionali, ma tratta con schiettezza uno dei rapporti di cui più si è scritto fin dall’antichità: quello tra fratelli. Alberto e Lorenzo sono due fratelli come tanti, con le incomprensioni e gli slanci tipici di questo rapporto. La grandezza dell’autore sta nella fluidità con cui racconta i fatti e nell’analisi introspettiva con cui delinea i personaggi. Il periodare è flessuoso, il lessico accessibile, la trama coinvolgente. Insomma si legge d’un fiato.

Caterina Pietravalle

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Un fratello maggiore è un’intera galassia di senso: “Guida, termine di confronto, consigliere, confidente, nemico giurato, spalla perfetta, critico tremendo, amico”. Il libro di Simone Marcuzzi ci racconta con garbo e stile, come forse non usa più, la storia di Alberto e di come questi cresca, scelga, si formi e si trasformi in rapporto costante con Lorenzo, il suo vivace, brillante e spigliato fratello maggiore. L’infanzia di Alberto è letteralmente occupata dall’amore e dall’ammirazione per Lorenzo e dalla ricerca delle sue attenzioni; è lui che Alberto chiama quando di notte non riesce a dormire; lui lo inizia alle meraviglie dei fumetti della Marvel e condivide l’entusiasmo per i suoi mille interessi sfoderando un sapere enciclopedico; lui che imbastisce giochi grandiosi come la caccia ai fantasmi nella semioscurità del salotto di casa. Durante l’adolescenza i due fratelli devono fare i conti con le fisiologiche istanze di autonomia e con l’inevitabile distacco che, anche se doloroso, permetterà al fratello minore di provare nuovi canali di relazione; è in questo momento che la personalità di Alberto comincia a delinearsi per differenziazione, occupando gli spazi lasciati vuoti dal fratello: quanto più Lorenzo risulta ribelle, impulsivo, spigliato e socievole, tanto più Alberto appare pacato, razionale e affidabile ma goffo e impacciato con i coetanei. Il distacco diventerà sempre più pronunciato fino a diventare rottura, che verrà ricomposta in età adulta. Il racconto di Marcuzzi può apparire fin troppo battuto e presenta qualche ingenuità, ma l’ho letto con piacere e gratitudine per avermi restituito immagini, sensazioni e atmosfere che fanno parte del mio vissuto.

Annalisa Cannata

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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