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Giugno di Dario Bontempo e Paolo Rota
Sperling

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Farra di Soligo “Quelli di LLC”
coordinato da Annalisa Tomadini
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Brutto. Non credo siano necessarie altre parole, anzi, è proprio difficile trovarne. L’idea, seppur trita e ritrita dell’estate adolescenziale che cambia il corso della vita, poteva essere anche buona. Tuttavia, per far funzionare uno schema così ben rodato, è necessaria una verve, un’originalità che qui non

affiora mai. Perché se l’originalità è l’uso di un linguaggio povero, tendenzialmente scurrile, fatto di neologismi vagamente trap, parolacce e bestemmie, allora siamo ben lontani da qualcosa che fosse anche lontanamente pubblicabile.

Più della metà dei temi dei miei alunni di prima liceo sono meglio scritti e meglio strutturati di questa parodia di un’estate in oratorio.

Marta Masotti

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La storia di un ragazzino di dodici anni, Dome, che viene iscritto dalla madre a un centro estivo per salvarlo dalla frequentazione di cattive compagnie. Scritto da un collettivo di giovanissimi scrittori, vorrebbe costituire lo spaccato di un mondo di periferia, quello bergamasco, e riprodurne il linguaggio e i modi di sentire. La lingua è dura, infarcita di espressioni crude e senza una vera morale sottesa alla storia che si vuole raccontare. Rimane sul crinale del libro per ragazzi, come sarebbe lecito aspettarsi, visto anche una certa, forse troppa, semplicità nello svolgimento, e quello per adulti. Questi ultimi però non potrebbero non rimanere sconcertati di fronte alla povertà lessicale, linguistica e narrativa del romanzo, che non si risolve ad essere carne o pesce e si perde per strada.

Matteo Polo

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Bergamo oggi, quartiere Longuelo.

In questo mese di giugno i ragazzini disagiati delle case popolari, figli di genitori meno abbienti o in difficoltà, si trovano allo skate park, mentre i figli per bene e quelli delle famiglie benestanti con piscina (rich&bitch come li chiamano loro), frequentano il Centro Ricreativo Estivo della parrocchia.

Domenico, dodicenne problematico, finisce al CRE tra i noiosi fighetti dopo essersi ferito durante un ennesimo atto vandalico compiuto con la gang di teppisti più grandi; non è una punizione ma l’estremo tentativo della madre, amata ed assente, di salvaguardarlo. 

Così Domenico si trova incastrato in una condizione nuova, sospeso tra gli occhi verdi di Laura, ragazzina di buona estrazione sociale che con il fratello tifa per lui durante la partita di calcetto, e le bugie ai suoi bro’ che all’esterno cercano di fare il cash con il commercio di parti rubate e di petardi. Vorrebbe che i due mondi continuassero a scorrere paralleli ed indifferenti nel reciproco disprezzo, ma la sua sola presenza ne devia il percorso. L’epilogo appare come il mero prodotto dei fattori, è prevedibile e già compromesso, crudo e disincantato; a poco valgono i suoi tentativi o il suo pentimento e così anche gli aiuti che arrivano da mittenti insperati. Il risultato è violento e drammatico, senza possibilità di scampo, senza lezioni da imparare, senza un esempio positivo da seguire. Tutti hanno sbagliato e le buone intenzioni non bastano: non c’è lieto fine.

Il romanzo nasce dalla sceneggiatura di un collettivo di giovanissimi e come tale va considerato. Forse proprio per questo nel bene e nel male risulta verosimile; verosimili sono le vicende narrate e verosimile il racconto da parte di un adolescente, con tanto di gergo povero e scurrile, infarcito di neologismi trap, parolacce e bestemmie vagamente mimetizzate, ricco di stereotipi e di moderna sottocultura, di sguardi rivolti ai soldi come mezzo per ottenere una ricchezza povera di buoni sentimenti che ferisce il derubato ma anche il ladro, lasciando cicatrici nell’animo di tutti, di incoscienza violenta, di sesso svilito e precoce, di pessimismo ed altro.

Marzia Pavanin

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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