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Gridalo di Roberto Saviano
Bompiani

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Rapallo “Amici del libro”
coordinato da Mariabianca Barberis          
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Un libro “importante “non solo per le “narrazioni” contenute, ma anche per l’accurato e ricco apparato delle fonti. Personaggi, fatti, problematiche locali e mondiali ai quali i media dedicano “prime pagine” per giorni e giorni e che in seguito diventano accenni e poi scompaiono, o brevi flash provvisori vengono sintetizzati in parole “tema”, poi esemplificate da accadimenti e persona. Sono parole che vanno gridate, ma, sottolineo, soprattutto sviscerate e scritte in modo documentato come ha fatto Saviano, il quale, pur sopraffatto di fronte al complessivo disperante panorama, con quello che si può chiamare “pessimismo attivo” dimostra di voler credere ancora alla “parola scritta” e quindi letta e, si spera, anche conservata.           

 bert.

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 “...voglio solo darti una mappa, per metterti in guardia.” “Non per fermarti, ma per darti più forza”. E per essere forti ci vuole “un cuore puro”. Così si rivolge Saviano ad un ipotetico giovane lettore dai 16 ai 18 anni. L’opera è una raccolta di esempi dell’insofferenza del potere verso chi grida la verità, una denuncia angosciante di atrocità perpetrate dall’uomo sull’uomo, che sono pugni nello stomaco mentre leggi, ma che ti tengono ancorata alla lettura. Ogni capitolo racconta vicende di denunce che si sono concluse con l’omicidio; da Ipazia a Giordano Bruno, da Anna Politkovskaja a Martin Luther King, da Khashoggi al genocidio del Tutsi. La forza della parola fa paura al “potere” (economico, politico, mafioso...) che non esita a mentire, diffamare, umiliare, torturare, fomentare odio e uccidere pur di far tacere chi grida contro l’ingiustizia. È una condanna di ciò che siamo, come viviamo, come pensiamo e insieme un imperativo a denunciare, a gridare forte. Esiste un antidoto a tanta efferatezza? Saviano invita il giovane lettore a reagire, a opporsi, gridando forte per farsi sentire e seguire, ma gli esempi che porta sono quanto mai scoraggianti: a 18 anni si è pieni di ideali e di un senso di onnipotenza che si scontrano presto con la realtà della vita. Solo pochi, pochissimi hanno la vocazione dell’eroe.

Anna Signori

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Testo molto interessante e articolato in cui, attraverso la vita di personaggi storici e contemporanei, viene denunciata l’ingiustizia dei poteri forti che utilizzano mezzi potenti, come gli organi di stampa, per gettare “fango” su persone oneste che denunciano o si discostano dal pensiero comune imposto dall’alto fino a portarle all’emarginazione o addirittura alla morte. L’autore coraggiosamente e lucidamente denuncia la triste realtà anche italiana, dove vengono calpestati diritti facendo leva sulle paure e i mezzi d’informazione complici tacciono. Una lettura da consigliare a molti in questo momento storico.

Barbara Florida

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Questo libro ripropone in contenuto e stile gli scritti di Saviano di taglio giornalistico e con un ruolo politico-sociale di denuncia del crimine organizzato e dell’illegalità.

“Gridalo” è un corposo collage di personaggi e di situazioni che sottolineano la tragedia perenne dell’uomo costretto all’ingiustizia, alla paura, alla menzogna alla limitazione della sua libertà da parte di poteri che ormai è possibile e doveroso smascherare. Molti sono i personaggi più o meno noti che si ripropongono alla nostra conoscenza rivitalizzati dall’energia e dalla passione civile dell’autore in piena connotazione di denuncia politica e sociale. Così, leggendo, si può riaccostarsi a Ipazia vista in opposto ai Talebani, rivivere il pensiero filosofico di Giordano Bruno nella sua ribellione e profetica ansia di libertà, vedere nella rinuncia alla poesia della Achmatova la denuncia del regime e seguire questo percorso nei tanti racconti ben documentati e ricchi di notazioni possibili per la corposità del libro che tiene il lettore in allerta e ciò non fa mai male. Le parole del testo riescono veramente a trasformarsi in un “grido” a conferma che Saviano travalica nella sua scrittura contenuto e stile per andare diritto alla cifra distintiva delle sue opere: la potenza del messaggio.

Gabriella Vezzosi

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Il libro di Saviano entra nei pori della pelle. È il grido dentro di noi, il tarlo del nostro cervello che prende voce. Sono pagine di verità che scorrono veloci e trovano conferme nel lettore che, affamato, scava al suo interno percorrendo un tunnel buio di atrocità. Saviano ci fa tornare giovani studenti pieni di speranza di cambiare il mondo, corrotto e nefando. Fa riaffiorare storie lette e dimenticate e mettendole tutte insieme ci avvinghia alle sue pagine. Sono sprazzi di luce su vicende inenarrabili, tragedie indicibili, la sporcizia del mondo spesso sotterrata da uomini di stato, politici o tycoon miliardari che rivelano il loro “cuore di tenebra” per citare Conrad, un animo umano disposto a tutto per soldi e potere.

Anna Ferranti

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Non mi sarei mai comprata un libro di Roberto Saviano. Pur stimandolo e condividendo molte sue idee, quando mi è successo di vederlo in televisione, ho fatto fatica a seguire i suoi discorsi per il tono di voce monocorde: l’ho trovato noioso. Invece leggerlo è tutto un altro paio di maniche, scrive in modo così sanguigno, così ricco e vario, così autentico, che anche se racconta dei fatti terribili, che sono come dei pugni nello stomaco, non riesci a staccartene, devi andare fino in fondo. Le vicende crude che narra sono documentate, al fondo di ogni capitolo ci sono i titoli e gli autori dai quali ha preso le informazioni, niente è inventato, purtroppo. Il suo scopo è quello di farci sapere quello che ci viene nascosto, o raccontato in modo distorto, così che o non sappiamo la verità o non capiamo più quale essa sia. Il suo orizzonte è il mondo intero, i luoghi dove i diritti umani sono violati, dove la quotidianità è fatta di violenza e di sopraffazione. E queste realtà lui non le può tacere, andando così a svelare le responsabilità dei governi o dei potenti, non per niente vive sotto scorta...Il suo invito è a non tacere mai, davanti alle ingiustizie, ad indignarci e a gridare il nostro sdegno. Ne saremo capaci???

Anna Pesaresi

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È una autobiografia di Saviano: egli interroga sé stesso per capire se quello che ha fatto è giusto o no. Saviano si rivolge ad un ipotetico giovane sé stesso lettore dai 16 ai 18 anni. L’opera è una raccolta di esempi dell’insofferenza del potere verso chi grida la verità, una denuncia angosciante di atrocità perpetrate dall’uomo sull’uomo sia nel passato che nel presente e si chiede: è giusto denunciare o no? È giusto: GRIDALO QUELLO CHE NON VA (come ho fatto io). Un autoincensamento.

Mariabianca Barberis

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Il libro è simile ad un vangelo privo di speranza di redenzione e di salvezza; conduce un’analisi spietata del comportamento dell’uomo nei rapporti con gli altri, mettendone in luce egoismi e crudeltà. Tutti vittime, tutti carnefici. 

Teresa Ruggiano

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Il libro è apprezzabile per l’esame condotto circa le nostre abitudini come Individui e come Italiani. Le convinzioni espresse sono “gridate” senza lasciare scampo al lettore, senza una presa d’aria di riserva. Vi è molto compiacimento da parte dell’autore nell’affondare il coltello nella piaga provocata dai nostri errori di valutazione e di azione. Non vengono risparmiate in un quadro apocalittico della storia di ieri e di oggi immagini orrende, raccapriccianti, impietose, per di più sbattute con un certo sadismo davanti agli occhi del lettore di qualunque età.

Tommaso Santapaola

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È giusto gridare contro le ingiustizie e le prevaricazioni perpetrate in tutti i tempi, è una denuncia che rende onore a chi la prospetta: a Saviano, nel caso di questo libro.

Anche se nel lettore può restare come sottofondo l’amarissima considerazione che purtroppo il male è connaturato con l’uomo. Non per questo però, bisogna sorvolare sul problema e dimenticarlo. L’autore presenta casi umani tristissimi, persone note, di oggi e di ieri, vittime di violenze e sopraffazioni di ogni genere, e invita a gridarli, questi esempi che ci mette davanti agli occhi con linguaggio forte e incisivo. È lui il primo che li grida, ma non è detto che l’impeto violento e reiterato, utilizzato da Saviano nel commentare i fatti nel corso di tutto il libro, (per più di 500 pagine) debba necessariamente sortire l’effetto desiderato. Può darsi che il lettore si allontani quasi infastidito anziché farsi catturare. Sicuramente l’autore ha come obiettivo proprio quello di infastidire chi legge per smuoverlo, di farlo star male, scuoterlo dal torpore e dall’indifferenza. Ma gli esempi che propone già gridano di per sé! La forma espressiva ripetitiva e ossessiva rispecchia questa intenzione di trascinare con sé il lettore nell’intento di realizzare quanto si propone.

Marinella Gagliardi

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Lettura stimolante che induce alla riflessione ed alla critica. Attraverso l’analisi della vita e del destino di personaggi autorevoli del presente e del passato, Saviano indica una via verso la libertà e la consapevolezza. “Gridalo” è un messaggio forte rivolto a sé stesso adolescente, a quanti vogliono ribellarsi ad un sistema che si impone attraverso l’ingiustizia, l’inganno, il potente stile incisivo, ma allo stesso tempo colloquiale, una voce “gridata”.

Maria Luisa Bertolotti

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Il libro di Saviano ha un corpo troppo lungo e spesso risulta ripetitivo al punto da far perdere il filo narrativo. Il linguaggio, talvolta scurrile e volgare, è appesantito dall’ossessivo ripetersi di sinonimi. Ritengo inoltre che il contenuto abbia in sé il germe della lotta fine a sé stessa perché il grido della ribellione può portare ad estremismi individuali di cui non abbiamo bisogno. Ci sono verità inconfutabili nel libro certamente, ma non bisogna dimenticare che quelle manipolazioni di cui siamo vittime, sono i sistemi di affermazione anche di quelle forze politiche che sostengono l’autore e che hanno diffuso nel web osannanti commenti al libro. Sarebbe stato meglio, poi, lasciare alla storia la vita di coloro che sono stati chiamati in causa come scintilla al grido del dissenso. La lotta si, ma con l’ausilio delle istituzioni.

Filomena Martoscia

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Con le loro drammatiche storie i personaggi presentati scuotono il lettore sino alle radici dell’essere. Sono le storie stesse che urlano vendetta al cielo. L’intervento dell’autore ad altissima voce ripetitivo e ossessivo non aiuta a gridare più forte. Anzi ottiene l’effetto contrario

Rinaldo Santi

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Il libro è un manifesto contro le manipolazioni e le menzogne che ci circondano in tutti gli ambiti. Lo scrittore esorta ognuno di noi ad avere un pensiero proprio e di elaborare i messaggi che tutti i giorni possono influenzare il nostro comportamento, senza cadere nell’inganno delle persone che vogliono falsificare la verità. Saviano spera attraverso questo libro di convincere la gente a lottare e

a gridare contro ogni tipo di sopruso e prevaricazione. Se le persone rimangono neutrali senza ribellarsi sono complici delle falsità del mondo. Si comprende la difficoltà e l’impegno nello scrivere il libro, ma lo scrittore affronta temi lapalissiani tanto che la sua constatazione risulta a tratti banale.

 Clizia Canavese

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Premetto di non aver mai letto un suo libro prima perché non è proprio un personaggio nelle mie corde, il suo modo a mio parere troppo autoreferenziale l’ho ritrovato anche in questo libro, ma tolto questo piccolo fastidio e il fatto che a volte si ripete un po’ troppo esprimendo gli stessi concetti più volte, l’ho trovato molto interessante. L’autore si rivolge al sé stesso che frequentava il liceo per metterlo in guardia dai pericoli futuri, e si offre come un Virgilio per mostrare i pericoli che dovrà affrontare. Il tema principale è la ricerca costante della verità, non importa quale sia lo scotto da pagare, quello che più conta è poter garantire il rispetto delle nostre opinioni e del libero pensiero, mentre ci mette in guardia sulla società in cui viviamo, che ci rende sempre più consumatori manipolati da algoritmi.

Ricchissimo di riferimenti letterari e storie di personaggi che ti viene voglia di approfondire, e questa è la parte che ho apprezzato di più, ed è il motivo per cui lo consiglierei.

Manu Prato

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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