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I segreti del giovedì sera di Elvira Seminara
Einaudi

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson

di Milano 4 “Club delle Aronne”

coordinato da Fabio Mantegazza

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Romanzo contemporaneo, intimistico che racconta, attraverso l’Io narrante di Elvis – la scrittrice – la quotidianità di un ristretto gruppo di amici, soli o in coppia, colti nella crisi di mezza età: non più giovani e quasi vecchi.

 I personaggi, in maggioranza femminili, benestanti, con lavori apparentemente appaganti, si confrontano il giovedì sera, snocciolando le reciproche paure, le incomprensioni, gli amori vecchi e nuovi, le illusioni che la vita possa ancora riservare delle opportunità, forse qualche sprazzo di felicità. Ed il lettore, anagraficamente vicino ai personaggi, si trova lì, nella narrazione, perché quella è anche la sua storia.

Catania e dintorni, scenario perfetto per il racconto, penetra nell’animo degli amici, rimarcandone la loro sicilianità.

Scrittura ironica, “sonora”, vivace, con frequenti rimandi letterari.

Patrizia Capucci

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Romanzo leggero, quasi impalpabile, che ci fa passeggiare per Catania e dintorni tra una granita, una spiaggia, Via Etnea e la piazza di Acireale, in compagnia di un ben assortito gruppetto di sessantenni, o giù di lì, un po’ snob e un po’ disillusi dalla vita, che se la raccontano a vicenda per aiutarsi reciprocamente e anche, quando c’è l’occasione, per tagliarsi i panni addosso.

Una lettura che scorre veloce, senza intoppi, con capitoli brevi, che si concludono sempre con una chiosa, quasi una massima su cui far riflettere il lettore, che però si chiede tutto questo chiacchierare e girovagare dove lo ha portato e cosa gli ha suggerito.

Insomma una lettura che ho trovato di puro passatempo piacevole ma un po’ stucchevole: tutti fanno e dicono quello che ti aspetti che facciano e dicano. Mi è sembrato un po’poco.

Raffaele Biavasco

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È un romanzo leggero, ma non troppo.

All’inizio si intravedono tra una granita e l’altra, tra due arancini e le vetrine della via Etnea, trappole ed illusioni.

Sul momento i nostri personaggi che hanno l’abitudine di incontrarsi il giovedì sera (perché non il venerdì?) nei vari locali della movida catanese, sembrano superficiali e frivoli, mascherano sapientemente i loro limiti e le loro insicurezze.

Nelle ultime pagine, ogni attore si impadronisce del suo ruolo e del suo posto nella società, mostrando uno spiraglio di luce. Un momento di intensa commozione avviene quando Pietro fa visita alla mamma nella casa di riposo le parla: di Enna Bronte Zafferana e la nonna si addormenta sorridendo.

Lo consiglio agli over 65, ma anche agli <65 uomini e donne.

La lettura è semplice e scorrevole, vengono descritti il mare con i suoi ruggiti invernali e la polvere nera tanto amata da Battiato.

Giuseppa Montalbano

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Un gruppo di amiche sulla soglia dei sessanta sullo sfondo di una Catania non vista dagli occhi di un turista intrecciano relazioni e si raccontano segreti come se gli anni non fossero mai passati.

Il tempo e l’età sono solo un concetto anagrafico, e in questo libro è dimostrano come a qualunque età sia concesso cambiar vita, innamorarsi e “vivere” appieno senza vergognarsi di prendere la propria vita in mano.

Nonostante la scrittura e il lessico siano stati piacevoli, la vicenda narrata era troppo lontana dalla mia realtà e non mi ha entusiasmato quanto avrebbe dovuto.

Barbara Bandoni

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson

di Vicchio “Ghost readers”

coordinato da Serena Materassi

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Quando senti la vita che sfugge perché in poco tempo sei arrivato ai 59 anni e ti ritrovi ogni settimana con gli amici di sempre notando ogni volta distintamente i segni dell’invecchiamento sei un personaggio di questo romanzo di Elvira Seminara. Disamina sulla vita moderna in cui esistono i giovani-adulti, i tardo-adolescenti, gli anziani e i tardo anziani io vi ho visto anche e soprattutto come un omaggio a Catania e alle differenze fra lo scintillante centro cittadino e un piccolo centro arroccato in alto come Acicastello. La strada per arrivare dalla città al paese di Acicastello è infatti tutta curve come la vita dei personaggi, molto frequentata in estate per il lungomare sempre vivo e praticamente deserta in inverno con gli scogli che assumono un colore scuro di cenere.

Quella strada siamo noi, sempre in movimento, sempre a fare paragoni alla ricerca di nuovi amori e di una vitalità che non vogliamo finisca mai.

Fiona Raffagni

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Libro che mi ha coinvolto molto, forse per una questione generazionale. Di facile lettura ma non per questo banale o leggero. Anzi, ha trattato in maniera semplice e colloquiale argomenti molto delicati quali i sentimenti, gli anni che passano e quindi l’ansia di non avere più tempo per niente altro se non andare avanti nella quotidianità.

Velatamente malinconico in certi momenti ma anche ironico.

Silvana Cionfoli

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È la storia di un gruppo di amici di mezza età, piuttosto eterogeneo, che si riunisce ogni giovedì sera per mangiare, parlare ma soprattutto per specchiarsi, per trovarsi negli occhi e nelle fragilità dell’altro. Sullo sfondo, una Catania vera, mix di brutture e meraviglie, anch’essa indagata con piglio realistico e fisico. Lo sguardo dell’autore appare distaccato dagli eventi che gravitano attorno, è uno sguardo solitario e dissociato, preciso, a tratti divertito e sarcastico quasi sempre malinconico. Questo inarrestabile voyeurismo accompagna la narrazione fino ad arrivare al disincanto, all’indulgenza per un’età che chiederebbe solo di essere vissuta. “... e allora mi è venuto in mente Pamuk, che proprio teorizza la compassione, perché se l’autore la prova per le sue creature, senza giudicarle, la proveranno anche i lettori, in un bel circolo di condivisione e vendite

rilanciate.”

In sostanza questo. Buone alcune intuizioni di cui prenderò nota;)

Rossella Giovannini

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Grandi lettori
di Robinson
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Poteva essere un libro interessante con vari personaggi intorno ai 60 anni, ognuno con le sue caratteristiche e che affrontano una sorta di crisi di mezz’età. Invece non mi ha dato niente. L’ho trovato vuoto. Mi dicevo “forse alla prossima pagina mi trasmetterà qualcosa” e invece è stata solo noia. Quindi una buona idea ma praticamente non sviluppata.

Serena Salomè

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È sempre di giovedì sera che ci incontra, per aggiornarsi su quello che è successo nelle loro vite, per scambiarsi visioni e confrontarsi su gli eventi dell’ultima settimana. Vite ormai diverse da quelle pensate fino a qualche anno fa ma ancora piene. Tutto succede in una Catania con il suo vulcano, i lunghi viali del centro, il lungomare, la strada che porta ad Aci Castello, i suoi bar, la sua piazza e i suoi negozi. Una città che non viene stereotipata, una città moderna in una Sicilia reale, diversa da quella disegnata da sceneggiati e romanzi. Ci sono loro, gli ultimi dei primi, coloro che hanno chiuso ed aperto cicli, è la nuova età di mezzo, le doppie vite, le ideologie abbandonate, il rifiuto dell’età di una generazione troppo giovane per invecchiare. Ci pensa la presbiopia a ricordarglielo ma il footing mattutino serve a cancellare eventuali segni di intorpidimento. Un romanzo introspettivo, dal linguaggio raffinato che riesce ad arrivare a tutti. Parla di ognuno di noi, delle nostre quotidianità, dei progetti sognati e dell’inesorabile passare del tempo che per tutti, Elvis compresa, ci ricorda ed evidenzia le sfumature della vita, fa riaffiorare ricordi una volta ritenuti futili e li trasforma oggi in momenti essenziali di vita vissuta. Un romanzo che racconta fedelmente la generazione di mezzo, troppo giovane per il sessantotto e troppo vecchia per la rivoluzione social.

Enzo Cimino

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Forse sarò un po’ troppo diretta, ma a me questo libro non è piaciuto. L’ho seguito con difficoltà per il continuo saltare da un personaggio all’altro e da una “storia” all’altra. È un susseguirsi di episodi buttati un po’ lì, che rimangono sospesi nella storia, ma che non vengono poi spesso approfonditi. Arrivata in fondo non saprei neanche bene dire di cosa parli questo libro.

Irene Cresci

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Il giovedì sera è dedicato agli incontri. Che sia un aperitivo o una cena più o meno formale, Elvis e i suoi amici si ritrovano, si osservano, scambiano opinioni, esperienze, sguardi, gesti.

In una Catania autunnale, che sembra quasi rappresentare l’autunno della vita, ci troviamo a fianco dei protagonisti ad origliare dialoghi ad ascoltare riflessioni.

In particolare ci viene raccontato il loro modo diverso di stare al mondo al momento di raggiungere, o quasi, i sessant’anni.

Tra le righe traspare una sorta di malinconia invadente, che prende spazio tra i commensali, si accomoda nelle loro auto, sui loro divani, li accompagna nelle passeggiate.

Siamo sommersi di dettagli sulla vita degli amici di Elvira, ma di lei, la voce narrante, sfioriamo appena qualche aneddoto e osservazione.

Gloria Barbierato

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
Carpi 2 "I prof. del Liceo Manfredo Fanti"
coordinato da Chiara Francia
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Le vicende di un gruppo di sei amici coetanei, narrata dalla voce di una di loro. Si stanno avvicinando ai sessant’anni e sono in preda ad una crisi di mezza età, timorosi del cambiamento che coinvolge i loro corpi ma non la vitalità. Ognuno ha la sua storia fatta di matrimoni finiti, amori rubati e decadenze. Elvis (Elvira) è il catalizzatore che ascolta le storie, i segreti e le paure degli amici senza svelare le sue fragilità. Un libro coinvolgente che riesce a far entrare il lettore nelle vite dei protagonisti.

Chiara Francia

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 “Tu dove lo prendi l’amore che ti serve?”. È in fondo questo il fulcro dei segreti che si confidano un gruppo di amici e amiche ormai quasi tutti sessantenni, che si incontrano il giovedì sera davanti a una pizza, a un calice di vino, a una cena orientale o macrobiotica o tipicamente siciliana, raccontandosi con desiderio, speranza, malinconia brani di vita e piccole grandi delusioni. Sono uomini e donne che hanno vissuto e vivono, che si mettono in gioco, confusi e sempre in bilico fra passato e presente, mentre il mondo va avanti con il suo ritmo implacabile. Ogni decisione, ogni sogno, ogni momento di cambiamento è toccato appena dalla presenza di animali che appaiono fra gioie e dolori, testimoni seri e leggeri di sentimenti ed emozioni.

In una Sicilia reale e nello stesso tempo fiabesca, mentre ognuno si racconta e si confessa agli altri e a sé stesso, il bisogno d’amore che accomuna tutti sembra aleggiare tra le parole. Il passo furtivo di un gatto, uno stormo di uccelli che solca il cielo, un gruppo di cani a cui sarà dedicata una clinica passano rapidi e quasi inosservati fra relazioni, ansiolitici, aperitivi, granite e la fatica del vivere che qui è narrata con ironia lieve, quella che fa sorridere e ridere nonostante tutto.

Alessandra Burzacchini

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Romanzo dal linguaggio accattivante e coinvolgente. Presenta donne forti nelle loro quotidiane debolezze. Dalle trame incrociate emerge un profumo di mare e il lontano eco della montagna simbolo di Catania. “La montagna”. Riecheggiano le parole di “La cura” di Battiato, perché ognuno è un essere speciale. Malinconia e ironia connotano le giornate e gli incontri del gruppo di amici protagonisti del romanzo. Sapientemente l’autrice ci coinvolge in un viaggio interiore che è anche uno stimolo per fare un bilancio non troppo severo del nostro vissuto. Un percorso letterario estremamente godibile.

Emma Giurlani

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Elvira Seminara racconta la storia di un gruppo di amiche della classe medio borghese che, entrate nella stagione autunnale della loro vita, fanno il bilancio delle esperienze che hanno vissuto e cercano di farsi una ragione del tempo che passa. Le loro storie si intrecciano armoniosamente all'interno di una vivida cornice descrittiva che fa immergere il lettore nell'atmosfera raffinata della Sicilia del XXI secolo.

Sara Sacchi

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Ambientato fra Catania e Acicastello, in una Sicilia variopinta e quotidiana, questo romanzo di Elvira Semirara è lieve e profondo allo stesso tempo, ironico al punto giusto, commovente senza mai essere melenso. La protagonista è proprio la scrittrice, chiamata da tutti Elvis, che con un gruppo di amiche e amici si incontra al giovedì sera per una cena o un aperitivo: ogni settimana si scambiano malinconie e delusioni, tentativi maldestri di rivivere almeno qualche attimo di una giovinezza che sembra perduta per sempre, nuovi innamoramenti a cui si accompagnano diete, ansiolitici, lacrime. La vita di ognuno di loro procede senza sosta, a volte schiacciando i sogni, a volte offrendo l’opportunità di cambiare e rinnovarsi, ma tutti trovano conforto nel raccontare, nel dare e chiedere consigli, nell’allearsi con chi appare più forte per aiutare di nascosto chi sta vivendo un momento di smarrimento. Un libro che fa sorridere e pensare, che riesce con molta grazia a svelare i desideri, le speranze e la grande forza d’animo di chi sfiora ormai la mezza età, ma sente nel cuore una vivacità ragazzina.

Alda Barbi

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Come i Perfetti sconosciuti della commedia cinematografica drammatica del 2016, i protagonisti del romanzo si riuniscono a cena oppure per un aperitivo e discutono di ricordi, di problemi, di desideri e progetti, ma scoprono, di giovedì in giovedì, che in realtà si conoscono bene. Hanno molto in comune: la paura di dimenticare le password, la sonnolenza al teatro, la passione per “Montalbano”, la presenza di virus nel pc, la fiducia negli sconti, la ricerca di una dieta soddisfacente, la visione giornaliera del meteo; scoprono quindi di essere molto simili: ciò che li accomuna più di ogni altro è la tensione con la quale si accingono ad oltrepassare la soglia dei sessant’anni, fingendo di credere di dimostrarne al massimo quarantotto. In questa uguaglianza delle condizioni fingono di non sapere che “gli anni ‘80 non ritorneranno più”.

Antonio Di Maggio

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Con questo romanzo Elvira Seminara descrive attraverso i suoi occhi, a volte distaccati e a volte così coinvolti, le storie intrecciate di un gruppo di amici sul finire dei cinquant’anni ed in preda, chi più e chi meno, alla classica “crisi di mezza età”. Nei giovedì sera, dai loro discorsi profondi e a tratti filosofici emergono caratteri particolari, dissidi interiori, voglia di cambiare vita, di scappare. L’autrice è molto brava nel raccontare tutto questo e ci permette di immergerci ancora di più nelle diverse storie, mostrandoci la vita di tutti i giorni in una cornice che va da Aci Castello a Catania. Ogni capitolo è una “short story”, un frammento della vita di ciascun personaggio, raccontato spesso in un locale e davanti ad una prelibatezza locale. Un libro che ti appassiona, che ti fa entrare nelle vite dei personaggi, ma al tempo stesso anche in quella della scrittrice, che da esterna narratrice si trova ad essere protagonista della storia stessa.

Luca Coppi

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Olivia, Mauro, Pietro, Sophia, Miriam, Cesare e la sfuggente narratrice Elvis sono gli amici del "giovedì sera", che ci fanno compagnia in questo romanzo con i loro segreti, le loro inquietudini, le loro paure e le loro piccole vigliaccherie. Sono irrequieti, lamentosi, insoddisfatti, a volte ridicoli: pontificano sul senso della vita e poi si smarriscono di fronte al tempo che passa. L'autrice riesce a raccontarli con il giusto equilibrio di sarcasmo e tenerezza: se ne prende gioco, ma con sollecitudine, affetto e una punta di preoccupazione. Come si fa con gli amici, appunto. Le pagine più belle, però, sono quelle dedicate a Catania, alla via Etnea, al mare di Aci Castello, alle stagioni scombinate e imperfette della Sicilia, che riesce immancabilmente a tenere tutto assieme: traffico, rottami, acquazzoni, e tanta voglia di vivere.

Anna Chella

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Nella bella Catania alcuni amici di ampie vedute ed economicamente realizzati si ritrovano abitualmente il giovedì sera a chiacchierare davanti a una pizza o una granita, in macchina o facendo una camminata in riva al mare. Elvira (Elvis), Sophia, Miriam, Olivia, Cesare, Pietro e Mauro stanno per varcare la detestata soglia dei sessanta, e confidano molto nel loro gruppo e nell’appuntamento settimanale: ci si racconta cose, si chiede aiuto, si riflette sul tempo che è passato e su quello che verrà, ci si specchia gli uni negli altri, si notano le disperazioni altrui e si cerca di nascondere le proprie, si parla tentando di trovare un senso e un posto a una età così tremendamente adulta. Attraverso la voce narrante di Elvis il lettore assiste alle tipiche crisi di mezz’età, mai banalizzate o svilite, solo talvolta rappresentate con leggera ironia, agli amori improvvisi e imprevisti, agli abbandoni, alla decadenza di un corpo che non ti segue più, il tutto rimescolato con gli avvenimenti del mondo ordinario, che resta sfocato sullo sfondo, e con le riflessioni a volte un po’ stravaganti di personaggi tanto diversi. Che il loro vissuto sia più o meno felice, che siano tutti comunque, ma diversamente, angosciati dall’incedere inclemente del tempo, è la perdita dell’amore quello che li rattrista di più. Non per niente “Ma tu dove lo prendi l’amore che ti serve?” è la domanda fulcro del libro. Quello che ci lascia l’autrice al di là di quei giovedì sera d’incontri è un messaggio vecchio come il tempo: “Tutti abbiamo bisogno di una quota d’amore al giorno, senza quel minimo cadi in depressione e ti ammali, è come un piano dietetico, devi assumere energie, comunque le prendi, anche a pezzi, intervalli, in modo discontinuo. A volte raccogli un mucchio di amore tutto in un punto, e per un po’ sei a posto, altre volte raccatti briciole qua e là, metti insieme e impasti, ma ti basta appena per un giorno.” Insomma, che è l’Amor che muove il mondo (e l’altre stelle).

È un bel libro, attraversato da una piacevole vena malinconica, dotato di una scrittura perfetta, sapiente, ricca senza mai diventare stucchevole. Mi è piaciuta pure l’ambientazione, una Sicilia priva di ogni stereotipo, appena accennata quando si parla del rito della granita con la brioche, del vento, del mare, di una pescheria vuota, della pietra lavica ..., una Sicilia così sapientemente evocata che pare di sentirne gli odori, i sapori ed i suoni.

Donatella Amadei

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Leggendo questo libro ti sembra di entrare nella vita di Elvira e dei suoi amici (non sempre facili da distinguere). Si incontrano, si sentono per messaggio o al telefono, vivono dei momenti di simbiosi profonda e altri di smemoratezza reciproca. Le loro vite entrano in collisione e si abbracciano con delle profonde condivisioni per poi perdersi e quasi dimenticarsi. Le conversazioni che fanno sono interessanti, a volte astruse e forzatamente intellettuali, il libro che ne emerge non sempre è coinvolgente, ma sicuramente gradevole.

Raffaela Cardo

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«Abbiamo 59 anni, alcuni di noi hanno smesso di tingersi i capelli e di fumare (...) Facciamo finta di credere a un sacco di cose: che dimostriamo al massimo 48 anni, che non siamo depressi ma disincantati, che quella non è pancia ma colite Alcuni hanno doppie vite, doppio lavoro, doppio mento, doppia sim. Abbiamo voglia di ridere, ma ci commuoviamo spesso e diamo la colpa al polline. Ci angoscia l’idea di dimenticare le password. Crediamo ancora negli sconti, più o meno in Dio, nelle creme antirughe, nei concerti del primo maggio e nei sughi senza conservanti, e quasi tutti nel primo Battisti e nel primo Battiato, il primo Von Trier e il primo Paul Auster. Conviviamo con malattie autoimmuni, vicini razzisti, gatti anaffettivi, pc pieni di virus, aumenti di stipendio, di peso, di autostima, ma combattiamo il colesterolo, la fine della sinistra, (…) Guardiamo il meteo sull’iPhone, più volte al giorno, e la notte per quello dopo. Mettiamo in carica. Domani sole».

potrebbe benissimo essere il manifesto esistenziale di una intera generazione quello che Elvira Seminara esprime nel romanzo in questo romanzo. Al centro stanno i Giovedì sera di un gruppo di sei amici e amiche, le loro chiacchiere frivole e profonde, l’intrecciarsi delle riflessioni su quel che la vita dispensa. Seguendo alcuni topoi cinematografici abbastanza consolidati (per citarne alcuni “Manhattan” e “Io ed Annie” di W. Allen) l’autrice descrive e scandaglia con ironia e sincero realismo le esistenze dei protagonisti del racconto. In realtà protagonisti diventano a loro volta tutti i lettori che - boomers o meno che siano - sono portati a identificarsi nelle vicende, nelle ipocondrie, nelle solitudini e nelle sporadiche gioie o speranze dei personaggi del libro.

Chiara Carnelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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