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Il cavallo di Aguirre di Paolo Del Colle
Castelvecchi

 

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Enna "Amici della festa deli libro il sasso nello stagno"
coordinato da Francesca Alessandra
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È dallo sguardo del cavallo di Aguirre che parte questo libro di Del Colle, a metà tra un romanzo e un saggio filosofico, passando per un trattato cinematografico. L'io narrante  è un professore e scrittore, solitario, imprigionato nella sua casa che non sente nemmeno sua, nella sua quotidianità, nel suo lavoro, nella sua routine e nel suo passato, che un giorno riesce a incontrare il suo modello, l'uomo che ha da sempre voluto incontrare, Werner Herzog,per fargli un intervista.  E questo incontro, di fatto mai avvenuto, diventa un pretesto per il protagonista, per mettersi in discussione, per rivedere il modo di intendere e di sentire la realtà. Herzog è sempre alla ricerca della verità, l'essenza della vita, che è fuori di noi e nasce dal passato perché solo cosi può avere la possibilità di avere un futuro. Una verità che non sempre coincide con la bellezza ma che Herzog si sente sempre in dovere di ricercare e rappresentare. Man mano che va avanti quest'intervista, contemporaneamente intorno ai due protagonisti si svolgono scene di disarmante normalità e quotidianità che il professore leggerà man mano in maniera diversa. Andando avanti nella conversazione il ruolo dell'intervistato e dell'intervistante si confondono. Mentre il professore pone domande al regista, trova risposte alle domande che lo agitano e che evita da tutta la vita. Capirà pian piano, in un crescendo di intimità con il suo mentore, che nell'esistenza di ciascuno non esiste giusto o sbagliato, bello o brutto, ma solo vero o non vero. A noi il coraggio di attraversare la vita, senza dimenticare di guardarla da fuori. Solo così potrà essere vera e assolutamente inimitabile. La vita giusta per noi. 

Claudia Spagnolo

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La conversazione immaginaria di Paolo Del Colle con Werner Herzog mi è sembrata troppo inquieta ed adulatrice nei riguardi del regista. Il dialogo è fondamentale solo per l'autore, ma secondo me, non riesce a coinvolgere il lettore. Linguaggio complesso e poco scorrevole.

Piera Anna Rizzo

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Ne "Il cavallo di Aguirre" Dal Colle fa scorrere le immagini della sua passione per l'universo di  Herzog, in un gioco di rimandi speculari e intrecciati tra la memoria privata e lo sguardo del cinema. E se la vita reale di ciascuno iniziasse dalle visioni archetipe di un maestro?

Elisa Russello

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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