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Il libraio di Venezia di Giovanni Montanaro
Feltrinelli

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
 di Marostica "Insieme per leggere"
coordinato da Liliana Contin
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Giovanni Montanaro, con la sua prosa semplice, a volte “poetica”, ci racconta Venezia, la sua straordinaria bellezza messa sempre di più in pericolo dall’incuria dell’uomo.

Un tragico esempio il fenomeno dell’acqua alta del 12 novembre del 2019, una grande marea di ben 187 centimetri d’acqua aggravata da un vento impazzito. Un drammatico evento che ha creato danni ingentissimi e ferite indelebili alla città ed ai suoi, pochi, abitanti. Tra questi al libraio Vittorio, ma anche a Chung, il cinese che gestisce un piccolo bar, e a tutti gli altri negozianti di campo San Giacomo che si vedono sommergere dall’acqua. Mentre gli impianti saltano, Vittorio cerca di svuotare dall’acqua la libreria e raccoglie i libri che “nuotano” per il campo anche se sa che il loro destino è segnato per sempre, ma saranno proprio i libri a salvarlo: in quei momenti così tragici troverà in essi la forza di andare avanti. Lo scrittore con le citazioni, con i titoli dei libri, di quelli ormai perduti, ma anche di quelli che si sono salvati, come i versi delle poesie di Nazim Hikmet o l’incipit del romanzo “Il viaggio dell’elefante” di Saramago perché si trovavano negli spazi più alti della libreria, ci trasmette il suo amore non solo per la lettura e per la cultura. Ci vuol far capire che la conoscenza può aiutarci a superare i momenti di fragilità. Nell’ultima parte del libro, una sorpresa finale: l’elenco e la presentazione di 23 librerie veneziane, un nuovo itinerario tra le calli veneziane da percorrere alla prossima occasione. Insomma il libro è un atto d’amore dello scrittore verso la sua città, Venezia, e verso i libri, protagonisti assoluti.

Liliana Contin

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La grande attrice di questo romanzo e l'acqua granda del novembre 2019. Il merito dell'autore è quello di avere descritto in maniera così drammatica, puntuale e coinvolgente, le ore frenetiche di quel giorno, in un crescendo narrativo tale da trasmettere al lettore il senso claustrofobico e d'ansia dei protagonisti. È la parte migliore del libro, assieme all'originale mappa delle librerie veneziane in appendice. Piuttosto scontata viceversa, la storia d'amore, con tanto di poesie di Hikmet (neanche fossimo in un film di Ozpetek), posta a nucleo del romanzo, ma destinata a fare da contorno alla furia degli elementi. Buona e scorrevole la scrittura.

Carlo Bonato

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La tematica è legata strettamente all’eccezionale fenomeno dell’acqua alta che ha sommerso la città di Venezia il 12 novembre del 2019. Un vero e proprio disastro soprattutto per i negozianti, tra cui Vittorio il libraio di campo san Giacomo che assiste inerme ai libri che “si tuffano in acqua, si ammazzano in acqua sono decine e decine e cominciano a galleggiare per il campo, le pagine turbinano al vento, i libri paiono volare, ma poi annegano, e si disperdono, e tutto campo San Giacomo è pieno di libri perduti, e pare che tutto sia perduto”. Una tragedia!

In campo San Giacomo non c’è solo la Moby Dick, la libreria di Vittorio, ma anche un negozio di pianoforti, un bar, un negozio di souvenir, una pizzeria. Tutti si conoscono e tutti si aiutano in questo tragico momento, arrivano anche ragazzi dalla terraferma, pronti a darsi da fare, a ripulire i negozi e le case in parte sommersi dall’acqua scura e puzzolente. Una gara di solidarietà che apre i cuori e fa intravvedere il futuro. E sarà proprio Rosalba, narratrice onnisciente, che tutto vede e tutto sa, ad offrire a Vittorio un nuovo spazio per la sua libreria e ad aiutarlo a ricominciare. Un esempio di partecipazione e di comunanza che dovrebbe valere per sempre e per tante, troppe situazioni così difficili.

Un po’ debole ho trovato la storia d’amore tra Vittorio e Sofia, suggestiva, comunque, la loro passeggiata lungo le calli vuote, come due sopravvissuti, che a me ha ricordato le immagini del lockdown, trasmettendomi la stessa sensazione di immobilità e di tragedia. Però poi Venezia si è rialzata e speriamo sia così anche per il Covid.

Mario Guderzo

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Il libro ha richiamato in me uno schema a centri concentrici: c’è una città, Venezia, che è l’emblema della fragilità, che contiene un campo che è un mondo a sé, che contiene una libreria di nome MobyDick (cosa rara come una balena bianca) che, grazie ad un libraio di origine e di aspetto montanaro, contiene libri sceltissimi che sono dunque un estratto molto concentrato di amore e interesse per ciò che a loro volta contengono. E su questo precario equilibrio incombe un’ “acqua granda” eccezionale e ben descritta, che in una sola notte travolge e spazza via tutto, disseminando disperazione e disillusione.  Ciò che vince però è la vicinanza delle relazioni umane e la solidarietà che emerge tra generazioni diverse di fronte a tale catastrofe…

Utile la cartina finale che illustra l’ubicazione delle librerie reali sparse per Venezia: fa venir voglia di partire e andare a visitarle tutte.

Laura De Marchi

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È un libro d’amore per Venezia, scritto con sapienza ed eleganza.

Il racconto dell’ultima grande alluvione – novembre 2019 – è molto realistico e ci fa trepidare come nei giorni in cui vedevamo le immagini del disastro che sembrava irreparabile.

La trama è un semplice pretesto per tenere insieme la magistrale descrizione; a mio parere è a volte così incongrua che quasi disturba l’insieme dell’opera. Costretta da un accoppiamento … inconcepibile, anche se molte cosa mi sono piaciute, darò con dispiacere 0.

Rosanna Tasca

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Più che un romanzo è un bel racconto. Protagonista è Venezia con la sua acqua alta, la cui descrizione ci porta a sentirci fisicamente nello scorrere dell’evento. Peccato sia breve è scontato il finale. Interessante la mappa e la descrizione delle biblioteche.

Maristella Drago

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L’autore di “Il libraio di Venezia” ci racconta la lunghissima notte del 12 novembre del 2019 quando Venezia è stata sommersa dall’acqua alta! Ce lo racconta attraverso gli occhi di un’anziana signora e attraverso la storia di Vittorio! È descritto tutto molto bene trasmettendo ansia al lettore quasi come ascoltare una cronaca! Il libro è bello, scritto bene, parla della solidarietà dei veneziani e della loro tenacia!

Graziella Pivotto

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Si tratta di un “piccolo” lavoro che narra la storia personale di un libraio di Venezia e della sua attuale vicenda d’amore, che sboccia quando egli 40enne proprio non se lo aspetta. Ma non solo: questa storia ha come sfondo il racconto corale della Venezia di oggi, in particolare del Campo San Giacomo, con i suoi abitanti, i commercianti, edicolanti, librai appunto; italiani e di nazionalità diverse, ma ormai quasi italiani/veneziani. Evento centrale del libro è quello dell’acqua alta del 12 novembre 2019 (“l’acqua granda” di 187 cm), nel quale si troveranno coinvolti tutti i personaggi e che è raccontato, a mio avviso, con vero pathos.  Giudico questo libro soprattutto un racconto d’ amore per la propria città e mi sono piaciute in particolare alcune metafore sparse qua e là. 

Giovannina Cagnin

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Mi è piaciuta molto la voce narrante che apre il libro, una voce che racconta le vite che vede passare: " spiare la gente mi diverte "

Vite che insieme danno vita al campo di S.Giacomo e lo rendono quel luogo che è abitato da una varia umanità. Il cuore di questa comunità è la libreria Moby Dick con il libraio Vittorio che viene dalla montagna ed è felice di fare il libraio. La bellezza di questa figura è centrata sulla passione e la cura per i libri, ma anche sul carattere e sul modo di essere " ma quando prende in mano un libro è come se cullasse un bambino"

È Venezia nella sua grandezza e nella sua fragilità a far da culla a tutti e a tutto.

L'acqua del 12 novembre 2019 arriva e travolge tutto anche i libri e con loro la storia, la memoria, identità. Le librerie come le biblioteche hanno delle perdite enormi.

Delicatissima la storia tra Vittorio e Sofia che trova un'altezza nella serata in cui Venezia è tutta loro!

Un grazie all'autore, la gravità dell'acqua, ma anche la capacità di riaprire, di accendere una luce alla vetrina, di dare un segnale forte; tutto questo andava raccontato. Montanaro lo fa con tutto il suo amore per Venezia e per i libri, con descrizioni potenti e coinvolgenti che ti fanno respirare dentro ai luoghi e alle persone che racconta.

Grazie di cuore per la mappa guida alle librerie di Venezia, così il racconto di una libreria è come se diventasse il racconto di tutte.

Teresa Santini

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Attraverso la storia di un libraio, l'autore ci fa vivere una Venezia in cambiamento negli anni e apprezzare scorci di paesaggi e frammenti di vita quotidiana, intravvisti da un narratore a tratti disincantato dall'alto di una finestra.

“Eccola la vita, questa piccola cosa che passa sul campo”, dirà all'inizio del racconto, delineando in poche frasi il senso, la direzione del suo pensiero.

L'amore per i libri di Vittorio, il libraio, nasce casualmente, ed è la passione che lo porterà ad aprire la sua Moby Dick, una piccola e ben fornita libreria frequentata da lettori affezionati.

Grande parte ha il racconto dell'eccezionale acqua alta dell'11 novembre 2019, sentita arrivare nella notte, che causerà gravi danni anche alla libreria, molti libri andranno persi e altri recuperati grazie al lavoro dei tanti volontari accorsi in aiuto.

E in questo intrecciarsi di descrizioni, riflessioni, pensieri il narratore fa intravvedere la crescente attrazione reciproca fra il maturo Vittorio e Sofia, una giovane donna entrata un giorno con fare leggero e intrigante nella libreria, donando al romanzo un poetico palpito d'amore.

Maria Mabilia

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È a malincuore che devo dare 0 al libro” Il libraio di Venezia” e solo perché amo così tanto le biografie da dover riservare 1 all’altro libro. Io abito a soli 60 chilometri da Venezia ed è la mia città del cuore. Ogni volta che esco dalla stazione e scendo la scalinata il cuore mi batte come se andassi incontro al primo amore. Perciò ho amato tutto di questo libro, ho patito con i personaggi per l’acqua che invadeva la città e sospirato di sollievo con loro quando si è ritirata. Mi è piaciuto anche il punto di vista narrativo, la vecchia signora Rosalba che dalle sue finestre condivide gioie e ansie con tutti gli abitanti del campo, tanto da trovare una soluzione positiva per il libraio che si sta per arrendere. E ’un libro per tutti quelli che amano Venezia ma anche per quelli che hanno solo sentito parlare della sua magia. È un libro per tutti quelli che amano i libri, le librerie e i librai. Belli anche la mappa e l’elenco finale delle librerie di Venezia, ti fa venire voglia di fare un tour speciale e di ficcare il naso in tutte quelle librerie e di restarci a “fare salotto”.

Laura Primon

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Questo breve romanzo parla del libraio Vittorio, proprietario della libreria “Moby Dick” che si trova nel “campo più bello della città” cioè Campo San Giacomo dall’Orio a Venezia. Qui si svolge tutto il racconto, sotto lo sguardo attento e pettegolo della signora Rosalba che spia dalla finestra la vita del campo e il nascere della storia d’amore tra Vittorio e Sofia, una giovane studentessa che frequenta la libreria. Una storia un po' banale e scontata, che si fa però leggere volentieri e fa da sfondo all’eccezionale acqua alta del 12 novembre 2019 che ha sommerso Venezia toccando un terribile picco di 187 centimetri. In quei difficili giorni tanti studenti si danno da fare per aiutare i cittadini e i commercianti con spirito di solidarietà. Bella l’idea di mettere alla fine del libro una cartina con le descrizioni delle principali librerie di Venezia: vien voglia di partire per visitarle tutte.

Serena Vivian

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Storia di un libraio che rinasce dopo “l’acqua granda” che ha messo in ginocchio Venezia nel novembre 2019. Libro intenso e commovente che descrive l’angoscia e l’impotenza dei veneziani nei giorni dell’alluvione. Fa conoscere una Venezia fatta di solidarietà di tanti cittadini che si sono uniti per ripulire e ripartire. 

Paola Parise

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Venezia è sempre straordinaria ed anche i veneziani che si trovano ad affrontare il fenomeno di un’acqua alta fuori della “normalità”, un’acqua più distruttiva del solito, che si porta via tutto, anche i libri della libreria “Moby Dick” che galleggiano in campo San Giacomo. Ma Vittorio, il libraio, non si dà per vinto, li raccoglie, li asciuga mentre legge i libri che si sono salvati perché disposti nella parte alta delle librerie. In questo modo ritrova la forza di andare avanti nonostante tutto.

Sofia Marcon

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Nella descrizione dell'inondazione di Venezia   la lingua scritta supera di gran lunga qualsiasi reportage fotografico o filmato. Mi sembrava di essere anch'io fradicia come quei libri! un po’ debole la trama del così detto romanzo.

Verdiana Sansovini

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Macerata "Bottega del Libro"
coordinato da Alessandra Vita
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Un racconto lungo che, attraverso una scrittura scarna ed essenziale, riesce a tratteggiare in maniera efficace un microcosmo che ruota intorno all'amore per i libri e per una città bellissima e difficile come i grandi amori. Sembra di sentirli, toccarli, annusarli quegli oggetti tanto amati, sembra di essere anche noi affascinati e poi travolti dall'acqua che è vita e morte insieme, emblema di una città che risorge sempre da se stessa e sempre regala nuovi incantesimi.

Lidia Romagnoli

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Il racconto si incentra sul dramma del 12 novembre 2019, quando l’acqua alta inonda Venezia creando danni. Nel raccontare la vicenda l’autore presenta Vittorio, che ha una libreria, dove tutti vanno volentieri, perché si tratta di un ambiente suggestivo dove oltre a trovare libri da leggere, a dar valore all’esperienza è la possibilità di stare in un luogo familiare.

Vittorio ama il suo lavoro, vendere i libri, consigliarli ma anche acquistarli e decidere quali prendere. È felice quando può guardare i cataloghi nuovi. Organizza incontri di presentazione, stuzzica i visitatori con recensioni e regala segnalibri personalizzati.

Un giorno l'acqua alta danneggia la libreria ed è terribile per gli abitanti del luogo non poter fare molto. Nessuno riesce a mettere le cose in salvo, ma solo stare a guardare e piangere, bagnarsi in attesa di una tregua. L'acqua viene ovunque, sgorga dai canali dai tombini, dal cielo.

Il vento e la pioggia arrivano sui libri che sembrano volare e poi annegano si disperdono e dietro la disperazione di Vittorio, immobile a causa di questa emergenza.

La descrizione dell'acqua che avanza senza tregua fa sentire il pericolo nella sua interezza.

Una prima ondata poi tregua poi ancora acqua.  La storia intreccia il dramma umano con l’evento. La situazione mette a nudo la fragilità umana, che di fronte a tragedie così è costretto a fermarsi.

E poi tutto passa, la vita va comunque avanti in qualche modo.

Ciascuno si affretta a dare una mano per raccogliere i libri, provare a salvarli, eliminare l’acqua dalle case. E seppure il problema non si risolva del tutto, almeno la vicinanza di tutti fa vivere il conforto di non sentirsi abbandonati a se stessi.

La parte finale del testo è una guida alle libreria di Venezia, tutte con le loro caratteristiche, uniche e speciali per il loro obiettivo di divulgare il sapere e infondere il culto della lettura.

Questo libro vuole fare da sostegno a chi ha vissuto questo dramma, gridando a gran voce cosa è successo, lasciando a tutti il messaggio che trasmettere per iscritto quanto è accaduto è un modo di condividere. Una solidarietà che permette di accettare meglio l’accaduto e consente di diffondere l’idea che scrivere, aiuta a non dimenticare.

Patrizia Politano

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
 di Forlimpopoli "Biblioteca di Babele"
coordinato da Laura Battani
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I libri sono i veri protagonisti di questo romanzo: libri amati come creature, come consolazione per accendere emozioni e sentimenti che vanno oltre la realtà spesso logica come l’acqua alta e il tornado che investe Venezia nel novembre 2019.

Magia dei libri che nascondono il loro contenuto, sono identità e memoria.

Altro tema importante è la solidarietà che riporta la speranza e riunisce anche tutti gli abitanti e commercianti del microcosmo di Campo San Giacomo in una festa che è l’emblema del desiderio di non arrendersi e si esprime alla fine in questo racconto con l’intervento della vecchia merciaia (Deus ex machina) che osserva tutto dalla finestra.

R. Roberti

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E’ un testo piacevole, scritto con vivacità e attenzione allo spirito del luogo e alle relazioni tra i personaggi.

Simpatica la presentazione del Narrator*, di cui fin dall’inizio si lascia in bilico  il genere, evitando accuratamente  qualunque forma grammaticale  che lo specifichi.

Ho trovato un po’  dispersivi  e forse troppo minuziosi  i  vari “salvataggi” degli … angeli del fango, che parevano avviare una qualche vicenda, ma che secondo me restano sospesi, senza una risoluzione.

Abbastanza prevedibile il lieto fine, che resta comunque apprezzabile di questi tempi piuttosto bui.

AnnaMaria Garavini

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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