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Il mistero della notte di Giangiacomo Schiavi
NdT

 

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Circolo dei lettori di Robinson
di Bari “Le donne in corriera”
coordinato da Maria Gabriella Caruso

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Gianni Bonadonna famoso medico oncologo indaga sul mistero della «Notte» di Michelangelo una delle più famose sculture tra le tombe medicee a Firenze. Il mistero è formulare una diagnosi sull’imperfezione del seno sinistro della scultura.

Ma questa indagine è una scusa per affrontare un’idea a cui il medico tiene molto «Siamo tutti imperfetti e dobbiamo imparare ad accettarci ed ad amarci così come siamo». Il Bonadonna affronta anche il tema del dolore, della paura e dello sconforto nelle malattie oncologiche e promuove una medicina più vicina al malato, più umana ed empatica. Lui afferma che le nostre imperfezioni, le nostre sofferenze e il nostro dolore, ci rendono più forti, perché solo riuscendo a combattere le battaglie che la vita ci riserva saremo più consapevoli e apprezzeremo a pieno la sua bellezza.

Tiziana de Flammineis

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Lo scrittore di questo libro è un giornalista che si è direttamente è particolarmente interessato del mondo della sanità e delle distorsioni etiche del settore. Ci presenta e ci fa conoscere la storia di un grande medico Gianni Bonadonna (1934-2015), tenace “combattente” della malattia, considerato il padre dell’oncologia moderna .Il libro, scritto con uno stile forbito, ma fluido nello stesso tempo, ci parla l indagine condotta da questo illustre personaggio circa una imperfezione a un seno della famosa statua di Michelangelo a Firenze che rappresenta la Notte sulle tombe medicee, che lo ha particolarmente colpito, facendo diagnosi di “carcinoma mammario “.Cosa molto interessante è che il dottor Bonadonna interpella numerosi esperti di diverse professionalità a cui sottopone questa “imperfezione “ eseguita 500 anni fa. Il risultato di questo consulto multidisciplinare è che anche Michelangelo sfida l’imperfezione, che è umana, con cui bisogna accettarla è conviverci. Questo forte messaggio arriva in una società dove l’immagine, la bellezza e la prestazione fisica sono considerate estremamente importanti, in cui il diverso, il poco produttivo e lo scarso informatico è “fuori “. La vita di questo medico è un modello che andrebbe conosciuto maggiormente, specie da chi come lui si trova quotidianamente a fronteggiare i molteplici problemi della malattia, come quella del cancro, della gestione del rapporto coi pazienti e con i loro familiari. Libro questo ricco di riflessioni e di stimoli positivi e propositivi, forte testimonianza di vita, di coerenza e moderno di “missione “. Mi sono chiesta come mai con tanta informazione e con vari canali di cronaca, una testimonianza come quella descritta in questo libro che è storia vera attuale non abbia avuto il giusto spazio e riconoscimento, quando i telegiornali sono solo elenchi di atti di violenza e di criminalità. Peccato

Valeria Grasso

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Un grande e celebre medico, Gianni Bonadonna (1934-2015), pioniere della moderna oncologia e della cura del linfoma di Hodgkin, indaga da oltre trent’anni sul mistero della Notte, una delle famose sculture di Michelangelo che ornano le tombe medicee a Firenze.

Da questa “ossessione” prende spunto il libro di Giangiacomo Schiavi che vuole rendere omaggio alla vita straordinaria di Gianni Bonadonna raccontandoci la storia umana e professionale di un importante luminare della scienza medica.

Il dottor Bonadonna esamina a più riprese il seno sinistro della statua della Notte e nota una imperfezione che lo porta, dopo numerosi consulti, a diagnosticare la presenza di un carcinoma, ben nascosto da cinquecento anni. Tale conclusione è supportata dai referti di esperti in varie discipline: critici d’arte, psicologi, senologi, chirurghi plastici, archeologi e filosofi. La conclusione naturalmente investe anche la “mentalità artistica” di Michelangelo: il suo rapporto con le donne e la natura delle sue opere. Il dottor Bonadonna conclude, quindi, che la statua della Notte, così come l’ha voluta Michelangelo è una sfida alla perfezione, egli ha voluto lasciare nell’opera la traccia di una ferita.

La constatazione della voluta imperfezione della statua farà dire al medico che tutti gli esseri umani sono imperfetti che, di conseguenza, non possono fare altro che accettare le imperfezioni naturali e quelle insorte a seguito di malattie invalidanti.

Per anni ricercatore di nuovi metodi non invasivi per la cura del tumore alla mammella che colpisce milioni di donne, il dott. Bonadonna, purtroppo a sua volta viene colpito da un ictus che lo costringe ad allontanarsi dalla sua professione, dalla ricerca e dai suoi ammalati.

In un emozionante dialogo avvenuto a New York con una dottoressa, senologa, alla vigilia di un importante seminario di oncologia, in cui dovrà tenere una lectio magistralis, egli esprime una sua idea basilare per la medicina. Infatti, egli afferma quanto sia importante per gli ammalati che i medici, oltre a somministrare le necessarie cure farmacologiche, debbano provare una profonda umanità nei loro confronti.

Narda Limitone

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La narrazione si incentra sul rapporto tra la malattia e l’arte, quest’ultima intesa come metafora della prima. Invero il protagonista, oncologo di fama mondiale, nel preparare la lectio magistralis per un convegno che lo celebrerà definitivamente, ripercorre la sua vita di medico: il periodo della sua formazione negli Stati Uniti, il ritorno in Italia ed i successi ivi conseguiti nella cura del cancro, in specie al seno, la scoperta e l’applicazione di nuove tecniche operative, l’insegnamento costante di un rapporto sempre più umano con i malati, fino alla malattia che lo ha colpito, quale un ictus che lo ha reso invalido, ma contro la quale ha sempre lottato.

Peraltro, il protagonista si rende conto che la visione di un’opera d’arte, in particolare, ha segnato la sua vita di studioso e di uomo, quale la statua della Notte di Michelangelo scultura allegorica presente nelle Tombe Medicee a Firenze. Nella statua è rappresentato il corpo nudo di una donna, e il seno sinistro presenta un’anomalia, che determina nel protagonista il dubbio che stia a rappresentare, appunto, un tumore al seno. Di qui nasce l’esigenza di svolgere ricerche approfondite su tale opera michelangiolesca, ricerche che coinvolgono esperti di arte, di medicina e di altre scienze, per raggiungere una conoscenza approfondita e quindi esprimere una “diagnosi”.

Diagnosi che si esplica in un preciso messaggio: Michelangelo, nello scolpire quel seno imperfetto, ci mostra la “bellezza” delle imperfezioni del nostro corpo e ci insegna ad avere il coraggio di mostrarle. Il risvolto conseguente è che tali imperfezioni, causate anche dalle malattie, non vanno nascoste e non devono essere motivo di vergogna, ma vanno accettate e mostrate come espressioni di eventi della vita; messaggio attuale e di grande rilievo

Il ricorrere al raffronto tra arte e malattia mi sembra assolutamente originale e serve a riconoscere precise funzioni alla scienza medica e all’arte, ma entrambe destinate al completamento dell’essere umano.

Giuseppina Pellegrino

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È un omaggio al Professor Gianni Bonadonna medico e indefesso ricercatore nella lotta contro il cancro al seno.

Sua è la cura che ha abbattuto le laceranti conseguenze della chemioterapia e suoi sono gli studi e le tecniche che oggi permettono in molti casi di evitare l’asportazione radicale.

Formatosi al Cancer Center di New York, ha per alcuni anni proseguito in America la sua attività con non pochi riconoscimenti in ambito internazionale.

Ha poi rinunciato ad un prestigioso incarico presso il Cancer Center di Stanford, santuario dell’oncologia moderna, per mettere la sua opera al servizio dell’Italia presso l’Istituto Tumori di Milano dove ha lavorato, in collaborazione anche con il Professor Veronesi, sino all’età di 60 anni quando è stato colpito da ictus.

Ovviamente il libro riporta più dettagli sul valore del suo lavoro e dei suoi successi in quella che lui ha sempre considerato una vera e propria guerra al cancro.

L’incontro quotidiano durato per trent’anni con la sofferenza, il dolore e le paure delle donne improvvisamente alle prese con questo male, ha sviluppato in lui una particolare sensibilità che è certamente la motivazione più forte che lo ha spinto ad avviare uno studio sulla Notte di Michelangelo.

Insolitamente, questo lavoro presenta una imperfezione: sul seno sinistro della donna raffigurata c’è una forma irregolare che suggerisce la presenza di un cancro maligno.

Escludendo che l’imperfezione sia frutto di una martellata sbagliata, l’indagine dura anni (prima e dopo la sua invalidità) ed al capezzale della Notte vengono chiamati esperti da tutto il mondo: critici d’arte, psicologi, oncologi e così via.

Michelangelo, conclude il Professore, ha voluto “dare visibilità all’imperfezione senza pudori e falsi moralismi”

Michelangelo ha detto la verità. E questo rappresenta il massimo elogio della imperfezione.

Il libro mi ha appassionata anche perché mi ha dato la possibilità di incontrare uno dei tanti figli sconosciuti del nostro Paese che hanno fatto la storia in molti campi e di cui si può andare fieri.

Iodice D’Erasmo

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L’idea di intrecciare le opinioni storiche, artistiche e psicologiche costruite attorno all’affascinante enigma dell’imperfezione presente in uno dei capolavori scultorei di Michelangelo con la biografia di un famoso medico, eminente protagonista della ricerca e della clinica in campo oncologico, è sicuramente vincente sul piano narrativo. Il libro è interessante, in alcuni punti anche emotivamente coinvolgente. Non mancano le considerazioni che inducono a riflettere sul rapporto con la malattia e sul mondo della ricerca. A mio avviso, però, lo stile della narrazione ha quasi sempre un’impronta un po’ troppo retorica soprattutto quando affronta gli aspetti più delicati e toccanti della malattia oncologica.

Rosa Tripaldi

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Interessante storia di un grande medico, padre di terapie oncologiche utilizzate tuttora. Una biografia narrata attraverso gli eventi che hanno segnato la formazione del medico e anche il suo declino dopo una malattia che si intreccia con la geniale intuizione di fare diagnosi di tumore alla mammella della modella che ha posato per Michelangelo per scolpire il gruppo marmoreo della Notte nella Cappella che conserva le tombe medicee a Firenze. Si avvale della collaborazione di esperti in vari settori che lo supportano in questa sua idea. Non conoscevo questo medico, ma sono contenta di aver letto questo libro e gli sono riconoscente per tutto quello che ha fatto.

Beatrice Greco

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Un grande medico indaga sul mistero della Notte opera di Michelangelo. È un’opera che nasconde un mistero. Uno dei due seni, precisamente il sinistro, è irregolare. Secondo lui questo non è un caso. Probabilmente la irregolarità era data da un carcinoma della mammella. Per formulare questa ipotesi di diagnosi, consulta anche un team di esperti. La Notte sarebbe quindi una sfida alla perfezione. Nel romanzo si intrecciano, quindi, opinioni storiche, artistiche e psicologiche costruite intorno a questo enigma della IMPERFEZIONE. Questa ricerca si intreccia anche con la vita del medico che a sua volta si ammala di una malattia invalidante. La vicenda si ispira anche alla vita di un noto oncologo, noto per l’enorme contributo che ha dato alla ricerca. L’idea sarebbe potuta essere vincente ma poi la narrazione diventa poco empatica e un po’ retorica, perde di pathos, soprattutto quando affronta gli aspetti più intimi e delicati della malattia oncologica

Mara Dentamaro

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La bellezza dell’imperfezione, scolpita dal Maestro della perfezione, interroga la scienza, restituisce umanità alla sofferenza, nobilita il solco di ogni cicatrice, sfida la rassegnazione, vince la vergogna, esalta la diversità. Riconcilia con la vita.

La “Notte” di Michelangelo, una delle quattro figure allegoriche scolpite sulle Tombe Medicee a Firenze, è distesa nei lineamenti, armoniosa nelle forme, precisa nelle proporzioni, ma manca di perfezione per via del seno sinistro che presenta un rigonfiamento a livello dell’areola e del capezzolo e una retrazione cutanea.

Non una irregolarità sfuggita per sbaglio allo scalpello, né un insanabile difetto del marmo, ma il segno inequivoco di una malattia nel corpo della modella. Carcinoma mammario localmente avanzato. A sentenziarne il verdetto è il professor Gianni Bonadonna, stimatissimo luminare della moderna oncologia, protagonista di questo libro, che ne ripercorre i prestigiosi traguardi professionali e la triste vicenda personale.

Un esempio di ineguagliabile umanità. Una vita dedicata alla ricerca. La ricerca affrontata come battaglia al cancro. Il cancro concepito come male insidioso e forte, ma vincibile dalla medicina. La medicina intesa come sapere, scienza, coscienza e soprattutto umanità, fatta di ascolto ed empatia, capace di riparare i danni e dare speranza all’ammalato. E lui malato lo diventa quando è all’apice della carriera. Un ictus lo costringe alla disabilità, ma non intacca la profondità del suo sguardo, che continua a dialogare con l’imperfezione di quella scultura, fino a farne la protagonista della lectio magistralis per il suo ultimo congresso.

Poche pennellate di fantasia colorano la storia vera di un pioniere a livello mondiale della chemioterapia per il carcinoma mammario. Un instancabile studioso, che deve la sua grandezza soprattutto all’attenzione prestata ai molteplici risvolti laceranti di quella che è una delle più infauste diagnosi per una donna. Comprende che quel male va oltre i contorni fotografati in una lastra. Non è soltanto un’amputazione del corpo, ma anche una mutilazione dell’identità, un’insanabile ferita dell’anima. Si fa sostenitore della chirurgia conservativa, che allevia il peso di questa atroce sofferenza e restituisce alle donne una seconda vita.

Al centro di questo libro un argomento doloroso e complesso, a tratti respingente, difficile da tradurre in parole, che trova nell’arte un varco per mostrarsi al mondo, vincere falsi pudori, abbattere antichi tabù, sconfiggere quella “paura di morire che diventa paura di vivere”.

Katia Berlingerio

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Bel libro e anche ben scritto che ci presenta un medico famoso attraverso gli occhi di una scultura “imperfetta”. Poca empatia con il lettore.

Maria Gabriella Caruso

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Avvincente, pieno di speranza, realistico

Stella Buttiglione Giura

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Questo scritto nasce da un’idea originale che l’autore cala nella sua realtà lavorativa di medico oncologo e, contestualmente, nella storia dell’arte.

Da un’indagine accurata che il protagonista conduce sulla celeberrima scultura di Michelangelo Buonarroti, La Notte, scopre che la donna raffigurata in tale opera presenta una malformazione al seno che, con la sua esperienza nel settore, egli classifica come ‘carcinoma mammario localmente avanzato’.

Da questa sua singolare osservazione, si snoda un racconto sulla malattia (la sua, un ictus che lo colpisce duramente) e quella delle sue pazienti, delle donne affette da tumori che ne devastano la vita e l’anima.

La sua analisi sulla Notte e sull’ipotesi che Michelangelo abbia ritratto realisticamente, senza omissioni o edulcorazioni, una donna malata, rende in tal modo una condizione di sofferenza e tragicità un rispecchiamento di condizioni individuali che assumono il carattere dell’universalità.

 Diviene un elemento della ‘bellezza’ che non è, secondo l’autore, perfezione o sublimazione del dolore, ma una meravigliosa riproduzione dello stesso, che riesce ad animare la materia e a renderla foriera di speranza per chi soffre un quotidiano che si colora, in tal modo, di luce, calore e umano respiro.

La narrazione, condotta sempre con garbo ed eleganza, è ricca di riflessioni profonde, considerazioni tali da intrecciare con disinvoltura mondi e piani che in genere vivono su piani paralleli, ma che qui convergono creando un racconto di forte intensità

Celeste Maurogiovanni

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Un toccante ricordo della vicenda umana e professionale di un uomo straordinario

Eleonora Sibilano

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L’autore evidenzia come la profonda consapevolezza del valore della vita umana non può prescindere dall’amore per l’arte.

È proprio questo il messaggio innovativo del libro: la bellezza dell’opera d’arte, (in questo caso la scultura della NOTTE), dilata il nostro essere “arricchendolo di valore e di senso” e un’imperfezione dell’opera suscita in noi un sentimento di compassione, il bisogno di prendersi cura di quella sofferenza che l’artista ha reso reale. L’accettazione dell’imperfezione come tratto distintivo della natura umana e la felicità che questa accettazione, seguita dalla gioia che prendersi cura della sofferenza altrui può dare, sono le chiavi di lettura dell’opera. La bellezza della “Notte” commuove, cioè muove in noi sentimenti “belli e buoni” di rispetto, di ammirazione per la dignità con cui tante donne affrontano la malattia. Così primo dovere del medico è chiedere perdono al malato della sua sofferenza, parteciparvi e capirne il senso per fare quanto in suo potere per alleviarla. Accattivante l’intreccio inestricabile che l’autore crea tra la malattia e la salvifica arte, il buio e la luce, il dolore e il conforto della compassione verso i malati di cancro.

Pinuccia Perrini

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Libro bellissimo, storia umana profonda e toccante

Sassanelli Maria

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