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Il muro sottile di Marco Ghizzoni
Oligo

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Robinson di Lecce 2“Orti di guerra”
coordinato da Simona Cleopazzo e Anna Gatto
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Questa raccolta di racconti potrebbe avere, a mio parere, il sottotitolo “I diversi volti dell’infelicità”, perché ogni storia sembra consistere in una diversa declinazione del dolore e della mancanza di amore che trafigge i personaggi. Storie diverse, con diverse ambientazioni e narrate con uno stile che si differenzia in base all’argomento: dal tema dello scrittore che ama solo sulle pagine scritte, alla sofferenza del tradimento; dal suicidio inteso quasi come dovere, alla violenza sulle donne in tempo di guerra. Nulla da eccepire per la scrittura, scorrevole e matura, ma sinceramente ritengo che la sofferenza sia già fin troppo presente nella vita quotidiana e quando, come nella maggior parte di questi racconti, è sviscerata senza offrire al lettore una minima luce di speranza, non incontra il mio personale gusto e apprezzamento.

Anna Serena Gatto

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Il romanzo intreccia, con l’artificio del manoscritto ritrovato, le vicende di numerosissimi personaggi, tra cronaca e mistero, tra le ricerche di un libro su Gogol’ e un sondaggio sulle allucinazioni ipnagogiche. La storia si snoda in una struttura complessa, i personaggi sono ben delineati, anche grazie alle note che sembrano uscire da un verbale di indagini e forniscono dati a volte importanti, altre irrilevanti, sempre capaci di suscitare curiosità e interesse. Il finale, in cui il male, la mancanza di scrupoli e il potere vincono, lascia molti dei fili della trama allentati, molti nodi non sciolti, molti dubbi non risolti.

Teresa Musca

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Una carrellata di racconti che scandaglia differenti aspetti del vivere umano. Racconti di vite amare, di difficoltà di vivere, di vivere vite degli altri, di guerre reali e mentali, racconti caratterizzati, nonostante le tribolazioni, da un chiaro barlume di speranza.

Scrittura felice, ricca e delicata, contribuisce a rendere i racconti ancora più piacevoli e accattivanti.

Manuela Miggiano

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L’autore tenta di delineare le diverse sfaccettature psicologiche degli esseri umani, indaga, attraverso i 10 racconti, situazioni universali che attraversano la storia dell’uomo. Un testo di facile lettura ma che non va in profondità.

Rosanna Lerede

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Credo che questo libro debba sedimentare a lungo prima che io lo possa apprezzare pienamente. Ad una prima lettura, che ho dovuto interrompere più volte, mi ha lasciato una sensazione di forte disagio, forse perché tutte le storie hanno un fortissimo impatto di dolore e sofferenza, difficile da gestire tutto insieme, visto che in ogni racconto lo scrittore ricerca la maggiore crudezza possibile, almeno nei sentimenti. Ho trovato, poi, vagamente pretenziosa la sua ambizione di descrivere tante situazioni estreme, come se le avesse davvero vissute in prima persona e non studiate a tavolino. Mi si dirà che questo fa uno scrittore: mi pare, però, che Ghizzoni abbia compiuto uno sforzo dal risultato incerto, poco convincente e che non mi ha coinvolto. Piuttosto, ho trovato che volesse farsi carico di tutto il dolore del mondo, che di certo non ha potuto sperimentare davvero, per sezionarlo chirurgicamente e archiviarlo in tipologie schematiche troppo semplicistiche. Anche la scrittura non mi ha entusiasmato: troppo elementare in alcuni aspetti, se commisurata al progetto artistico e poco passionale per creare, in me, empatia. (Giurato n.5 - Patrizia Palumbo)

 

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I racconti de “Il Muro sottile” presentano atmosfere differenti, benché si percepisca nettamente lo stile dell’autore, una certa sua sensibilità che dà al lettore la sensazione che le diverse vicende vengano in realtà guardate sempre con lo stesso occhio. Anche vicende molto diverse sembrano filtrate attraverso uno schema di pensiero ben preciso che calibra ed equilibra opportunamente le parti descrittive relative agli accadimenti materiali e ciò che succede nell’interiorità dei personaggi.

Si sente forse un po’ troppo poco “l’urgenza” dello scrivere, come se si trattasse di esercizi letterari che sviluppano dei temi decisi a tavolino e costruiti per fare letteratura. Tuttavia si apprezza l’equilibrio formale e contenutistico di ciascun racconto e la ricerca terminologica che, al netto di qualche scelta forse un po’ troppo didascalica, appare appropriata e ricca.

Silvia Cazzato

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Centosessantasei pagine (Oligo Editore) cucite intorno alla vita quotidiana, alle difficoltà di affrontare il dolore, al desiderio di trovare una via di fuga. Ogni racconto, scritto da Marco Ghizzoni, ritrae un mondo diverso con protagonisti tratti dalla vita vera, personaggi in cui a volte ci si riconosce, sia pure solo in qualche sfaccettatura. Una storia di tradimento che sfuma in un’immagine di sveviana memoria; il dramma dei figli della guerra, invisibili, povere anime sotto questo cielo, aggrappati ad un filo di vita; il non dolore di un figlio che perde il padre scoprendone, dopo la morte, la sua vera identità. E poi un bel racconto descrittivo di uno scrittore in fuga verso un amore “muto”, non corrisposto. Il muro sottile fra ragione e sentimento, fra dolore e amore, fra rabbia e odio attraversano queste storie di vita stra-ordinaria. Narrate con un linguaggio limpido, una prosa fluida che consente di scivolare dentro la vita dei personaggi e capire le ragioni delle loro scelte. Una per tutte “L’ultima volta” che lascia con il fiato sospeso fino alla fine.

Carla Testa

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È stata una lettura inquietante. Ogni Racconto gronda sofferenza. Benché sentissi l’urgenza di finire di leggere la prima Storia e poi nessun’altra, sono andata avanti invece, in modo oserei dire forsennato, come a voler ricacciare le immagini del precedente racconto, con le nuove del successivo che volevo fossero meno tormentate. Erano tutte e 9 Storie vere e angoscianti, di quelle Storie che costringono il lettore a restare aggrappato ad una rabbia che non consente sfoghi, né fughe.

La narrazione è diversa per ciascuna Storia, ma in ciascuna mi è parso un uso esagerato di alcuni termini baroccheggianti ed altri arcaici. Il primo racconto, Tradimento, mi ha incuriosito per un incipit accattivante. I dialoghi e la descrizione del comportamento del personaggio principale, sono così ben narrati, che il lettore ne vede con nitidezza la patologia dei suoi gesti e dei suoi pensieri.

Leggendo ho ricordato sequenze di certi vecchi film degli anni 60, dove la nebbia era una costante e adombrava uomini e cose. Una tristezza profonda insomma, copre ogni Storia e ogni Storia si accartoccia imbelle dietro al MURO SOTTILE.

Mercedes Capone

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Il libro in oggetto è composto da racconti che non presentano alcun collegamento l'uno con l'altro e ciascuna narrazione è una storia a sé stante. Le trame non risultano sempre lineari e attraenti, come pure i finali, spesso lasciati in sospensione e senza un'effettiva chiusura. Lo stile narrativo è spesso aulico e caratterizzato da termini molto ricercati; questa scelta, talvolta, rende il testo poco scorrevole. Il ritmo dei racconti è lento, non necessariamente un aspetto negativo, poiché richiede concentrazione e, di conseguenza attenzione nella lettura. I temi e gli argomenti trattati, quali la guerra nei Balcani, i rapporti con i genitori, l'infedeltà, rendono interessante e stimolante la lettura restituendo una profonda necessità di riflessione.

Alessandra Aurelio

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Scrittura essenziale che definisce con pochi tratti personaggi, situazioni, atmosfere.

I racconti scorrono velocemente come tanti fotogrammi che lasciano intendere la sensibilità e la profondità del fotografo che inquadra. Il risultato è una serie di piccoli cammei che sviluppano temi sociali e di umanità sociale stemperando la durezza degli eventi e delle circostanze con la distanza della “macchina fotografica” che riprende.

La struttura a racconti rende la lettura snella e veloce, nonostante l’importanza dei temi sviluppati.

Lettura assolutamente consigliata.

Annarita Fiore

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Un “muro sottile” attraversa i dieci racconti di Marco Ghizzoni. Attraversa i personaggi e le loro storie, li separa dal dolore del rifiuto, da un’infanzia ferita dalla guerra e poi salvata dalla cura degli affetti. Vi sono eroi “in grado di amare se non da lontano”, nella vana attesa di un amore perfetto. E altri che, per un “circuito del pensiero”, per un “no” inopportuno, cadono nell’abisso, aggrappati alla “lucidità del proprio dolore”. Un muro sottile, ma non troppo, separa le malelingue dalla loro vittima. Una metaforica parete separa una donna dall’altro sé: quella sicura e in carriera, dall’altra, vessata dal marito, muta, colpevole. C’è pure chi il muro sottile lo infrange per sempre, con un atto fatale. E poi c’è Maral, una promessa dell’atletica. Ha 17 anni, parla armeno e viene da lontano. Con le sue gambe lunghe infrange il “muro sottile” che la separa dal riscatto. E si riprende la vita. Peccato che di alcuni racconti non convincano scrittura e aderenza tra storia e personaggi.

Gabriella Manca

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Un paziente ossessivo si sorprende davanti a un letto che respira, uno scrittore in fuga si smarrisce di fronte ad una donna in carne e ossa, un uomo proiettile stupisce il pubblico con una traiettoria a sorpresa: storie e personaggi che interrogano la realtà minuto per minuto, alla ricerca di tracce comprensibili di un destino che, nel frattempo, li richiama. “Il muro sottile”, la membrana originaria che separa il mondo dal sè, rendendo definitivamente impossibile ogni relazione, è una presenza costante e tangibile in questi dieci racconti di Marco Ghizzoni. Il mancato incontro con l’altro è dato dal susseguirsi delle immagini, delle proiezioni e dei fantasmi che affollano la mente, speculare alla precisione semplice dei gesti e degli oggetti quotidiani. Unica salvezza possibile, l’ironia.

Maria Rita Cassone

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Una raccolta di racconti che offre al lettore la possibilità di riflettere su ciò che è il dolore in tutte le sue forme. La fotografia del reale, delineata attraverso la scrittura di Marco Ghizzoni, ci parla di abbandoni, violenza, solitudine, frustrazioni.

Una galleria di personaggi che affrontano la vita secondo le loro inclinazioni, gli accidenti che l’hanno attraversata, le emozioni che animano il loro mondo.

La delicatezza di alcuni racconti tocca le corde più profonde e intime dell’animo umano, un esempio per tutti, il protagonista de “L’uomo proiettile”, storia di un abbandono e nello stesso tempo imprescindibile bisogno d’essere accettati, riconosciuti da chi ci ha rinnegati.

Una lettura commovente che crea empatia.

Luciana Giancane

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Se il genere thriller non mi appassiona, quello dei racconti brevi è ancora più lontano dai miei gusti letterari.

Io adoro i lunghi romanzi in cui pagina dopo pagina si disvela molto lentamente ogni personaggio, protagonista, antagonista o secondario che sia, riuscendo a coglierne le sfumature attraverso la storia, i dialoghi ed i ricordi, senza alcuna anticipazione.

Eppure, in maniera del tutto inaspettata, questi dieci racconti di Marco Ghizzoni mi hanno lasciata davvero senza respiro.

Incredibile come in poche pagine ogni breve storia riesca a raccontare e a trasferire al lettore il dolore, quello vero, reale, fisico ma soprattutto interiore, che invade le nostre vite, il senso di infelicità e di rifiuto, la solitudine, la violenza. Alcuni racconti mi hanno fatto quasi male fisico, come un pugno in faccia (I Figli Invisibili, Malelingue, L’ultima volta), altri mi hanno lasciato il magone in gola (L’uomo proiettile, Fratello e Sorella).

La forza di questi racconti, a mio parere, sta tutta nel linguaggio: l’autore è capace di colpire immediatamente fin dalle prime righe, concentrandosi su quel momento che è la svolta poi della storia, tenendo alta la tensione sino alla conclusione, quasi mai lieta.

Alla fine di ogni racconto ho dovuto prendere fiato, non riuscendo a trattenere un “WOW!” e aspettare un po’ prima di passare al successivo.

Rosaria Magrì

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Questa raccolta di racconti presenta uno spettro emozionale interessante, sostenuto da una buona gestione dell'impianto narrativo e da un linguaggio molto curato.

Tuttavia a volte la ricercatezza linguistica sembra diventare la vera protagonista della storia, mettendo ai margini gli eventi. Non è un caso che i racconti meglio riusciti siano i due in cui la trama è maggiormente articolata, I figli invisibili e la corsa di Maral. Qui la lingua è in grado di emozionare e dare profondità ai personaggi.

Inoltre nella maggior parte dei racconti la ricerca di un finale a effetto tronca troppo all'improvviso la vicenda, spiazzando il lettore.

Cristina Katia Panepinto

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Arco di Trento "LibriCitando"
coordinato da Cristiana Bresciani
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Dieci racconti ambientati nella società moderna i cui protagonisti, tutti piuttosto giovani, sono molto diversi tra loro, così come molto diverse sono le loro storie. Il filo comune che le unisce è il dolore di questi personaggi tristi e soli rappresentato in diverse situazioni: si spazia dalla violenza domestica, a un suicidio, alla morte di un padre che lascia nell’indifferenza, alla paura che la vita non offra una seconda occasione. Al termine della lettura mi ha colto una riflessione: la società moderna ha al suo interno molte persone sole che spesso si trovano a contatto con una dura realtà che non riescono ad affrontare, anche per colpa dell’ambiente sociale che non offre un sostegno ed un futuro per migliorare questa loro condizione.

Testo non molto fluido, probabilmente anche per l’argomento trattato, poco piacevole la sensazione rimasta a conclusione della lettura.

Marialuisa Bozzato

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Ho letto i 10 racconti de Il muro sottile molto velocemente e mi è piaciuto molto lo stile dello scrittore: personaggi descritti in modo chiaro, le storie vere delle persone della realtà umana. La tristezza e la solitudine sono presenti in tutte le storie raccontate, ma fanno parte della vita di ognuno di noi e le ho riconosciute in alcune che conosco personalmente. La speranza purtroppo è fievole nel testo presentato dallo scrittore e ho sperato più volte di trovarla in alcuni momenti molto tristi.

Cristiana Chesani

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Mi sono sempre piaciute le raccolte di racconti perché veloci da leggere e da capire. A volte è difficile trovare un punto in comune fra racconti molto diversi tra loro ma in questo caso il dolore

sotto tutte le sfaccettature è il protagonista. Un pugno allo stomaco per vari motivi. Per finali inaspettati. Per dolori inutili, provocati, ricercati. L’incapacità di riuscire a trovare un motivo

per essere felici ti lascia con l’amaro in bocca. Ti fa capire come i rimpianti o i rimorsi ti possono perseguitare tutta la vita.

Emanuela Prandi

 

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Chiesa in Valmalenco “Leggere a 1000 slm ”
coordinato da Maria Grazia Carrara
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Libro ben scritto, nonostante non ami tanto leggere varie storie in un unico libro, questo si dimostra scorrevole e ogni racconto è legato da un unico filo conduttore: al dolore. Infatti davanti ad alcuni punti del romanzo ho sentito il bisogno di prendere una pausa perché le storie sono belle ma anche dolorose.

Rosa Schilardi

 

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Nel libro “Il muro sottile” l’autore Marco Ghizzoni raccoglie dieci novelle attualissime e molto riflessive.

Impressionante la naturalezza con la quale vengono affrontate molte tematiche difficili, spesso evitate dalla nostra società conformista e superficiale.

Le realtà illustrate dall’autore, che appaiono distanti fra loro, sono invece accomunate da un disagio profondo dei protagonisti e dalla difficoltà di trovare una via d’uscita dalla propria situazione e dal proprio malessere.

La lettura, molto piacevole e scorrevole, apre gli occhi su argomenti poco discussi, regalando al lettore una nuova consapevolezza.

 

Fiorella Pegorari

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
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