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Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto di Giuseppe Salvaggiulo
Feltrinelli

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Parma "Voglia di leggere Ines Martorano"
coordinato da Pietro Curzio

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potere: avere la possibilità di.., essere capace di..., avere il diritto, la facoltà  a..,  essere autorizzato a.., riuscire ad ottenere... Ecco  alcune definizioni dal dizionario che si sposano perfettamente all'anonimo Capo di Gabinetto del testo che muove i fili della nostra politica. Un testo particolare, clamoroso, a sorpresa, che spaventa anche se arricchito da storielle, aneddoti sui protagonisti e meccanismi del potere invisibile e sul nesso tra la classe politica e le alte burocrazie. Ci accompagna, per ben 285 pagine, con una narrazione scorrevole, uno stile efficace tra i meandri delle Istituzioni, dove tutto resta uguale nella “continuità”, coi propri codici di comportamento, regole, ricatti inconfessati. E' una lettura interessante anche se un po' presuntuosa, con tanto gossip. Il nostro cinico Capo di Gabinetto con le sue “confessioni” dalle varie stanze dei bottoni della politica, della finanza, ecc. ci svela sì i tanti trucchi del mestiere ma ci sconforta anche il messaggio che  lascia l'amaro in bocca al cittadino attivo e responsabile. Un capitolo da sottolineare: “L'importanza di essere Gianni Letta”.

Roberta Frigeri

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Inquietante ed approfondita analisi degli ultimi decenni del governo italiano da cui emerge che il vero potere non è quello di chi è a capo dello stato o dei ministri, ma viene espletato dai capi delle segreterie dei vari ministeri. La burocrazia ramifica il suo potere in una inestricabile unione che non permette cambiamenti. Non vi è destra o sinistra, tutto può cambiare ma per restare uguale. Vi è un certo compiacimento nello scrittore che conosce ed espone questi sotterranei legami, il lettore, invece, può reagire con disgusto, con depressione o con una inutile ribellione

Donatella D’Agostino

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“Io non faccio qualcosa, io sono qualcosa. Io sono il volto invisibile del potere. So, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno. Imbroglio e sbroglio. Frequento la penombra”.

Colpisce l’autocompiacimento con cui il Capo Gabinetto, dalla penombra in cui opera, disvela tutti i trucchi messi in opera per aumentare e mantenere la sua autorevolezza, rivendicando la trasversalità e l’importanza del suo ruolo; il suo racconto ci immerge in una realtà povera di ideali e di speranza, dove la politica è svuotata del suo senso più alto, dove ministri per lo più incapaci o inesperti vengono portati per mano o accontentati nelle loro capricciose volontà.

Ad una prima lettura il testo - scritto in uno stile giornalistico sciolto ed accattivante - può divertire, con aneddoti e storie; se non sapessimo che si sta parlando dei nostri governanti, delle nostre Istituzioni, della macchina dello Stato, avremmo spunti per belle risate.

Ma ci si rende conto immediatamente che non sono solo storie ma vita vissuta, raccontata con un certo narcisismo, in una visione di “non-politica” che diventa irritante, a volte deprimente. Si  intravede un aspetto del potere sconosciuto ai non addetti, fatto di alleanze, compromessi, bassezze e meschinità, in cui i codicilli, le fughe di notizie, i soldi, innanzitutto i soldi la fanno da padrone. Un mondo in cui le persone corrette, quelle che noi semplici cittadini chiamiamo perbene, non trovano posto. E la cosa non ci piace!

Liliana Superchi

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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