John di Luciano Basile
Rubbettino
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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Chiesa in Valmalenco “Leggere a 1000 slm ”
coordinato da Maria Grazia Carrara
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Il romanzo di Luciano Basile che ho letto abbastanza velocemente per il tipo di linguaggio scorrevole, facile e semplicistico. La trama parla della reincarnazione di Jhon nel corpo di Mark. Jhon è morto negli anni '50 a causa di un incendio mentre cercava di salvare i suoi dipendenti. Una vita stroncata con tutte le problematiche insolute lasciate in sospeso. Ora si trova nel 2020 nel corpo di Mark di cui non sa niente ma che grazie a un simpatico vecchietto e al suo amico collega di lavoro insieme a due allegre ragazze riesce a ricostruire la sua vita precedente e nello stesso tempo ad essere di aiuto e liberare Mark da tutti quegli influssi negativi che lo tenevano fermo.
Trovo la trama poco accattivante che si ferma su lunghe e fastidiose descrizioni, e ricalca storie di purificazioni di anime molto simili.
Il racconto finale della storia lascia uno stato d'animo di serena pacificazione con sé stessi e con gli altri che non può non dispiacere a molti.
Mariella Gianera
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Un libro che nelle prime pagine quasi ti piace ma man mano vai avanti noti che lo stile e la narrazione cominciano a scemare. Ti ritrovi in una storia, carina certamente, ma raccontata in modo troppo semplice. Quello che mi ha deluso soprattutto sono i dialoghi: certamente garbati ma al contempo banali. Non sono riuscita a finirlo.
Elena Camarilla
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Se l'intento dell'Autore era quello di scrivere un romanzo sui buoni sentimenti, ha certamente colpito il segno. Gli amici si vogliono bene; le ragazze sono belle e sempre pronte a soddisfare i loro uomini (a parte questo, cosa fanno queste ragazze londinesi del ventunesimo secolo?); le famiglie perdonano ed accettano, come normale, il paranormale; gli studenti universitari applaudono l'improvvisato professore. Un profluvio di bontà che risolve felicemente ogni problema grazie anche, e soprattutto, all'intervento dall'Alto. Nota dolente: grammatica e sintassi lasciano a desiderare ed il lessico è spesso inappropriato. Il plot (svegliarsi e ritrovarsi nel corpo di un estraneo) poteva essere sviluppato in modo più credibile ed introspettivo. Occasione sprecata: tolte le pagine dedicate a colazioni, pranzi, cene, shopping, conversazioni scontate, descrizioni e considerazioni superficiali, ben poco rimane.
Daniela Mascheroni
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