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L’educazione di un fascista di Paolo Berizzi
Feltrinelli

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Rieti “Rocca Sinibalda”
coordinato da Mirella Letizia
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Un lungo reportage su un mondo imbarazzante, di cui non vorremmo dover parlare, ma che è nascosto dietro la porta, avvolto nell’ambiguità e refrattario a confermare come a negare i legami e i riferimenti con la cultura fascista. Un viaggio nel mondo delle palestre degli sport di combattimento ma anche dei circoli e delle squadre di sport di squadra, a servizio nemmeno troppo celatamente di gruppi dichiaratamente fascisti. In parallelo vi è il continuo rimando all’altrettanto ambiguo collegamento dei gruppi neofascisti con la Lega e Fratelli d’Italia, e dunque per la proprietà transitiva della costruzione di un legame tra questi due partiti ed il su menzionato mondo nascosto dietro la porta. Il filo conduttore di questo lungo, a tratti troppo lungo, viaggio è quello dell’ambiguità che permette al fascismo non dichiarato di alimentarsi e di ramificarsi. L’impianto del racconto è di tipo giornalistico ben costruito anche se talvolta ripetitivo, e il messaggio, giustamente allarmante, sovradimensiona però il rischio di un nuovo fascismo alla porta.

Paolo Vaccari

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Non ho scelto questo libro ma l’ho apprezzato. Una splendida inchiesta giornalistica. I fatti osservati, così inquieti ed inquietanti non mi sono sembrati così estranei. Forse erano sotto il mio naso ma mi ero talmente assuefatta che non davo loro un nome!! Eppure il nome ce l’hanno e l’autore dell’inchiesta lo sa bene!!

Un gran bel libro!!

Pasquina Feliziani

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Mi è sembrato un inutile elenco di associazioni e gruppi eversivi di destra: troppa visibilità per un fenomeno che riguarda una massa d’imbecilli.

Mariano Pitorri

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Straordinario lavoro giornalistico per un’indagine minuziosa sulle maxi infiltrazioni della destra neofascista di Casa Pound e Forza Nuova, nascosta (ma nemmeno troppo) dietro varie associazioni sportive, nelle palestre non solo romane, come luoghi di ‘educazione’ delle nuove generazioni ai ‘valori’ simbolici della lotta, al culto della forza fisica, al disprezzo per i diversi, per forgiare i fascisti di domani.

           

Piero Cinelli

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Lavoro ridondante, a tratti pretestuoso che, con la sua logica, rischia di generalizzare ed anche di enfatizzare una realtà che sarebbe bene emarginare o, laddove possibile, mettere fuori legge.

Mirella Letizia

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Educare, attività fondamentale dai tempi dei tempi, è risaputo che si educa inconsapevolmente attraverso l’essere di ogni adulto che viene attentamente osservato e ascoltato dai propri “cuccioli”. La storia della pedagogia, però, ci dice che si educa anche con metodo per raggiungere un dato obiettivo.

L’interessante indagine di Paolo Berizzi ci racconta come in Italia, da Nord a Sud, con metodo e precisione è in atto un processo educativo che si pone l’obiettivo di formare “uomini nuovi” che a ben osservarli sono la copia perfetta dei fascisti del secolo scorso.

Si racconta di una capillare rete di palestre da dove escono picchiatori perfetti e del ritorno delle colonie estive, dove si insegna ai bambini l’obbedienza e l’ordine.

 La medesima indagine mostra anche inquietanti formazioni neofasciste essere il riferimento dei facinorosi delle curve degli stadi, dei movimenti violenti nelle scuole e nelle piazze.

In conclusione, il libro di Berizzi permette ai lettori di constatare la potenza dell’educazione e il pericolo che corre una società quando processi educativi ben strutturati si pongono obiettivi finalizzati a prevalere con la forza fisica sul diverso di qualsiasi genere.

Franca Giacomini

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Inquietante ma illuminante inchiesta su come i movimenti neofascisti siano infiltrati, a scopo di affiliazione, in alcune organizzazioni sportive giovanili.

Da leggere.

Paola Guadagnoli

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Una tesi dovrebbe essere enunciata e poi dimostrata con un rigoroso ed attento svolgimento di argomentazioni mentre in questo caso mi è parsa data per scontata fin dalla prima pagina, salvo poi affastellare argomentazioni spesso confuse e con una pessima scansione temporale.

Il fenomeno della prossimità tra gruppi estremisti e alcune palestre di arti marziali esiste concretamente ma libri come questo a mio avviso non aiutano a contenerne la pericolosità, rischiando al contrario di costruire un parallelo tra certi sport da contatto e violenza.

Livia Lazzara

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“Non c’è il rischio che il fascismo torni ma l’Italia è piena di fascisti. Questa curiosa contraddizione è il sottotesto del più specifico ricercatore degli sviluppi della destra estrema in Italia. Attraverso la descrizione di bravate, pesanti infrazioni Costituzionali, reati secondo il codice penale, ricorso a contraddittori simboli iconici. Per riaffermare il culto della violenza e per andare, a volte, addirittura oltre Mussolini, in direzione del nazismo. Lo zoccolo duro dell’intolleranza ideologica sopravvive anche nei più affermati partiti tradizionali e l’autore (sotto scorta, vale la pena di rilevarlo, per le minacce ricevute) non si fa scrupolo di indicare collusioni e ipocrisie garantiste della politica tradizionale. Così il libro diventa una sorta di breviario preventivo per tenere alta la guardia”.

Daniele Poto

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L’inchiesta tenta di fare luce nell’inquietante mondo del proselitismo dei gruppi fascisti che in tutta Italia aggregano i giovani in modo capillare ma comunque poco visibile intorno ai temi dell’intolleranza e della violenza squadrista. La descrizione degli ambienti, dei protagonisti e delle vicende, induce a pensare che il fenomeno sia relegato in uno spazio abitato esclusivamente da personaggi ai margini della società non integrati nel più complesso contento sociale in cui viviamo e per questo fa apparire il fenomeno meno pericoloso di quanto non sia nella realtà

Maria Rita Munzi

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Una inchiesta su una realtà poco conosciuta, che coinvolge migliaia di bambini, adolescenti e giovani, che volenti o nolenti partecipano ad attività, associazioni e movimenti di matrice fascista.  Le persone e le organizzazioni incluse in questo scenario costituiscono una galassia oggettivamente complessa e quindi difficile da rappresentare in maniera chiara, ma in effetti la narrazione risulta in alcune parti ripetitiva, e la costruzione logica del discorso risulta un po’ contorta.

Rimane comunque un validissimo strumento che dovrebbe essere letto da ragazzi, genitori e politici, per conoscere meglio il mondo che ci circonda ed i rischi che si corrono, e che quindi, anche per questo, dovrebbe essere di più facile lettura.

Emilia Romano

 

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Grandi lettori
di Robinson
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L’educazione di un fascista non è che il racconto di una verità nascosta nelle zone d’ombra della società: una verità che fa paura.

L’autore racconta di un mondo nascosto sotto la superficie, della graduale e apparentemente inarrestabile “fascistizzazione” della popolazione, visibile solo a chi ha i giusti filtri per scorgerla. Nascosto dietro ambiguità e definizioni poco chiare, il seme del fascismo e stato piantato e sta germogliando e l’autore, con una fermezza d’animo che lascia poco all’immaginazione, fa capire quanto necessario sia opporvisi (qualora la storia stessa non fosse sufficiente).

Nadia Caruso

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Nel libro “l’educazione di un fascista” ho trovato molto interessanti solo alcune parti del libro. Ho trovato un attento approfondimento del mondo nero italiano, si parla alla fine di una realtà poco descritta ma al contempo la lettura si è protratta per diversi giorni.

Maria Dininno

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Il saggio di Paolo Berizzi è il risultato di un’approfondita ricerca sul e nel fascismo contemporaneo, con particolare attenzione alle infiltrazioni nell’universo dello sport, ai giovani che si ritrovano casualmente nell’ambiente fascista per finirne inglobati, in funzione della paradigmatica dinamica del branco insita nella destra estrema (descritta con grande chiarezza nel dialogo con un uomo faticosamente uscito dal gruppo di camerati) e ai legami strettissimi con i principali partiti della destra di oggi. Berizzi dispiega organicamente la rete ingarbugliata dei rapporti tra l’ideologia dalle radici nel secolo scorso, i politici del presente, la strumentalizzazione dello sport, la Storia che si ripropone con le stesse forme nella moderna era dei “fascisti del terzo millennio”, come le colonie estive dove i bambini intonano Nostri Canti Assassini di Massimo Morsello, detto il “De Gregori nero”: ciò che emerge è un calderone apparentemente disordinato, fatto di tanti nomi che si sovrappongono, ma che nell’avanzare del saggio si intrecciano ordinatamente per svelare dinamiche ormai nemmeno tanto sotterranee: «oggi che il clima non è più ostile» afferma amaramente Berizzi, «non c’è più bisogno di far finta di non essere fascisti, anzi. Il motto è: Avanzare». L’educazione di un fascista è un saggio duro e complesso ma rivelatore, dedicato «Agli indifferenti» ma utile a tutti coloro che abbiano a cuore la democrazia, con l’obiettivo di concretizzare una pericolosa e palpabile minaccia.

Emma Zurru

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Latina "Centro Donna Lilith"
coordinato da Luisella Benedetti e Alessia Ricciardi

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Il libro di Paolo Berizzi è una bomba che scatena nel lettore uno sconcerto non indifferente.

Probabilmente sono una lettrice facile allo stupore, ma questa inchiesta mi ha colpito moltissimo e mi è anche piaciuta, moltissimo.

Il testo ha una scrittura giornalistica e perciò scorrevole ed essenziale.

I contenuti aprono gli occhi su un mondo di cui non avevo alcuna consapevolezza e che mi spaventano.

Sicuramente mi hanno fatto conoscere un bravo giornalista di cui ho voglia di leggere altri scritti.

Annamaria Fascinato

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Il libro di Paolo  Berizzi ci introduce nel mondo degli sport da combattimento e, attraverso interviste ad atleti, presidenti di federazioni sportive, icone di questi sport, percorre quella che il giornalista definisce “l’educazione gentile di in un fascista del terzo millennio”.

Nel corso della lettura ci si rende conto di quanto ancora siano presenti in tutta la loro pericolosità i simboli e i valori nefasti del ventennio, e quanto sia ben poco “gentile” il processo educativo messo in atto, che distorce gli sport da contatto, in palestre e associazioni, campi estivi di addestramento, spesso trovando appoggio e sponda legittimante in istituzioni e rappresentanze politiche.

Rosalia Carturan

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Valutazione:1 Il libro è molto interessante perché si addentra in un mondo ai più sconosciuto con interviste, agli atleti o ai dirigenti di associazioni sportive o palestre, affiancate ad un lavoro rigoroso di documentazione e di inchiesta. Il mondo che ne emerge è quello degli atleti, o meglio lottatori, delle arti marziali miste. Un mondo in cui si entra bambini e che accompagna la loro crescita fino a quando diventano adulti. Un mondo che nega l’appartenenza politica ma che ha sponsor, sostenitori ed atleti di fede fascista. Un mondo che tiene i ragazzi lontano dalla strada ma che inculca l’amore per la violenza e il senso di appartenenza al gruppo prima di ogni altra cosa. Ciò che ne emerge è una deriva molto inquietante dell’autoritarismo dove le colonie, i campi di addestramento e le palestre prendono il posto della famiglia nell’insegnare valori e stereotipi di matrice fascista. Mi ha dato una inquietante consapevolezza dei rischi che corriamo e della necessità che famiglia e scuola si uniscano nel supportare i ragazzi nell’acquisizione di uno sguardo critico su queste associazioni e sui loro fini.

Paola Bertoni

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Grottaferrata “Un libro al mese della biblioteca comunale”
coordinato da Lucia Zenobi e Cinzia Silvagni
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La Storia si dimentica, si dovrebbe fare più attenzione a ciò che succede intorno a noi, sempre. Le emergenze della società di oggi sono tante, una delle quali è' una nuova e allarmante forma di fascismo. Da leggere.                                                                                                                          

                                                                                                                                                                                                         Giuliana  Lombardi

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Libro inchiesta con cui l’autore ci accompagna in un inquietante viaggio nell’universo delle frange estremiste di una certa destra italiana.

Stile semplice e diretto, taglio giornalistico, Interessante analisi svolta con competenza e accuratezza.

Pur non essendo il tipo di lettura che sceglierei è stato davvero interessante leggerlo.

 

Francesca Del Giudice

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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