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Malalai di Ortensia Visconti
Rizzoli

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Formia “I lettori della libreria Tuttilibri”
coordinato da Enza Campino
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 In questo lungo romanzo di formazione l’autrice, Ortensia Visconti, descrive la storia di una giovane donna afgana di nome Malalai, (nome dato in omaggio a Malalai di Maiwand, una sorta di Giovanna d’Arco afghana) e del suo arrivo in Italia. Arrivera’ come tanti altri su un barcone, ma sarà’ soccorsa e portata in salvo da alcuni italiani che in barca a vela stanno facendo una crociera.

Inizia cosi la storia che si svolge tra mille peripezie, coinvolgendo nel romanzo moltissimi personaggi in quello che vuole essere un affresco, non molto riuscito almeno secondo me, di un percorso spirituale ed umano alla ricerca delle proprie radici in un paese tanto diverso dal suo.

Quello che mi ha colpito del romanzo è soprattutto la voglia di riscatto e la determinazione dell’autrice di ribaltare un percorso che penso abbia fatto personalmente.

Io annuisco, perché è vero che mi capita di sentirmi nel mezzo.

Come qualcuno che ha lasciato un posto senza essere arrivato a destinazione, ancora privo di abitudini. A volte questo stato d’animo mi dà l’impressione di essere più percettiva, di vedere dietro le cose. Allora riconosco un secondo passaggio, verso un’altra dualità: le immagini diurne e meravigliose della nostalgia (flashback legati all’infanzia, a baba e ai paesaggi afghani)  si oppongono agli incubi da cui mi sveglio urlando, dove il mio Paese è mostruoso e irriconoscibile.

Dopo l’11 settembre del 2001 la Visconti, parte per recarsi in Afghanistan come inviata, in un paese con una cultura totalmente diversa dalla nostra.

Sfogliava la Bhagavadgı¯ta¯ , le Upanishad, lo Zo¯har, il Tao Te Ching in modo casuale e disordinato, come se la cultura fosse un unico filo di lana che gira intorno al mondo, tenendo stretti i segreti di luoghi misteriosi.

Barbara Biondi

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Il tema e le premesse erano molto promettenti ;l’avvio ,infatti, è  stato accattivante. Nel proseguo, però, non si sviluppa la storia come potenzialmente sembrava. piacevole la scrittura

Antonia Cincioni

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La storia poteva essere interessante e promettente, purtroppo lo stile narrativo è risultato caotico e poco avvincente. Peccato, un’occasione persa.

Eleonora Ortolani

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