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Neoitaliani di Beppe  Severgnini
Rizzoli

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Ciampino “Gli equilibristi del giovedì”
coordinato da Alessandro Staccone
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“La stagione virale che abbiamo attraversato ha cambiato diverse cose…”così Beppe Severgnini inizia la sua riflessione sul nostro modo di vivere e pensare in tempo di pandemia.

E ha trovato 50 motivi per essere italiani o meglio …neoitaliani.

L’autore , con un’analisi critica, schietta e imparziale attraversa l’Italia dagli anni ’50, anni della sua nascita, fino ai giorni nostri, analizzando vari aspetti della nostra realtà: sociale, politica, culturale e dei social.

Il suo sguardo parte da un’Italia povera, disastrata e contadina, appena uscita dalla guerra che si risolleva grazie al boom economico degli anni ’50-’60. Questi anni porteranno un fermento politico, sociale, culturale e di emancipazione sessuale che rivoluzionerà per sempre la visione del mondo giovanile, uomini e donne, tanto da considerarli “ The luckiest generation”.

Una generazione fortunata, vissuta senza guerre, con il diritto allo studio e al lavoro, con la libertà di viaggiare, con l’amore , lo sport, la musica…

Proprio questa generazione, fortunata e resistente, adesso, con la pandemia, può restituire qualcosa.
Può rendersi utile e “sostenere chi viene dopo : figli, nipoti, allievi, colleghi e amici più giovani…”

 

Emanuela Scrofani

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Come sempre, Severgnini si rivela uno scrittore brillante, ironico e sagace: in questo libro, raccontando un po' la storia del nostro Paese dagli anni 50 ad oggi, cerca di dare una risposta alle frasi iconiche che ci hanno accompagnato durante tutto il periodo – ahimè non ancora concluso – della Pandemia, le famose “Andrà tutto bene” e “Ne usciremo migliori”.
Ecco, probabilmente non è andato tutto così bene, e non ne siamo usciti nemmeno particolarmente migliori. Ma, sostiene l'autore, “non siamo andati indietro”. E già questo è un buon punto di (ri)partenza per le nuove generazioni.


Pina Orlandi

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Un libro simpatico. O almeno, più simpatico dell'altro con cui si sfidava, anche se non nascondo di aver trovato alcune difficoltà a finirlo.
Vince per resa dell'avversario.

Luigi Ciliberti

 

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Parma "Voglia di leggere Ines Martorano"
coordinato da Pietro Curzio

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"Un manifesto della cultura italiana, che è scaturita durante il lockdown. In un momento di difficoltà e senza sapere come poteva andare a finire, sono emerse tutte le caratteristiche di essere italiani che l'autore ha raccolto nel corso degli anni. Come la pandemia ha influito sulle vite delle persone, dell'intera società.

Rita Lucreziano

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Un libro scritto durante una pandemia. Un evento eccezionale che coinvolge nello stesso momento milioni di persone. Un popolo intero, noi italiani, sottoposti a innumerevoli messaggi dalla stampa, dagli esperti, dai virologi, dagli enti internazionali voci ufficiali e mondiali. Come descrivere questa entità di persone di fronte a sollecitazioni imposte? Severgnini riesce a farci RIFLETTERE su come eravamo e siamo ora, soffermandosi su come dovremmo diventare per migliorare tutto il nostro sistema di neoitaliani. L’Italia dei molti eventi (buoni eventi?), l’Italia della bellezza (tutelata a sufficienza?), l’Italia democratica (unita?), l’Italia delle cose essenziali che funzionano (Milano è un esempio?), l’Italia lottizzata e non ostacolata (Sardegna e le sue coste) e soprattutto l’Italia della sanità come una sentinella (con quali forze).

Pur elencando le nostre carenze e inadeguatezze strutturali e comportamentali, il libro ci ricorda che abbiamo la capacità di invertire la nostra “pigrizia civica”. Un libro di buoni propositi, che ci rimprovera ma che ha grande fiducia in noi.

Fabrizia Paini

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L'autore ci riconduce con toni lievi attraverso i suoi " perché?" (interrogativi arguti e disincantati su noi italiani) alla memoria di questo cupo 2020. Ci fa sorridere. E questo e' uno dei maggiori pregi del libro. Sorridiamo con racconti di vita della sua città durante la pandemia. Avvenimenti personali che ci riportano al nostro vissuto, alle nostre reazioni collettive innescate in questo periodo. Dal personale si passa in modo fluido e impercettibile a riflessioni generali. Riflessioni sul nostro passato recente, sul nostro presente attuale e su quello che prevedibilmente ci aspetta. Un mix benefico fra personale e pubblico, passato e futuro. Riscoperta di quanto sappiamo metterci in gioco, di sfide che non avremmo pensato di superare. Maestro nell'usare le parole e padroneggiare la lingua. Scorrevole lieve e, come sua abitudine ironico.

Francesca Teza

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