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L’incanto del pesce luna di Ade Zeno

Bollati Boringhieri

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Rocca Sinibalda “Quelli che amano Rocca Sinibalda”
coordinato da Mirella Letizia
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Un racconto incantato che sembra fare a meno del realismo salvo tornare per lo sviluppo di vicende drammatica alla dura realtà dell’esistenza.  Il passaggio da un timbro all’altro quando la figlia del protagonista viene insidiata da una misteriosa malattia da cui sembra non esserci salvezza. Così si dissipa improvvisamente il mondo magico del padre Gonzalo, riconvertito nel fantasioso lavoro al Tempio Crematorio che sembra quello che più si attaglia al suo estro. Vita sopra le righe, fantastica e gratificante che improvvisamente si ritrova a fare i conti con l’imprevista emergenza. Così apparentemente con deriva piana si placa sull’orrore, sulla possibilità di risolvere l’arcano con qualcosa di terribile quanto sfuggente. L’inferno che intrappola i sentimenti spinge quasi verso la stregoneria, la fascinazione del male per una coazione alla salvezza. Qui il romanzo rischia tinte forti e gioca le carte migliori secondo un crescendo nel climax che procura qualche brivido al lettore.

     Daniele Poto

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I mostri non esistono. L'unico mostro in molti casi è il nostro cervello, come dimostra appunto il libro in questione.                  

Mariano Pitorri

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Con questo romanzo la lettura è stata più agevole (forse mi piacciono i dialoghi più delle descrizioni di luoghi e situazioni) anche perché ad un certo punto ho fantasticato che tutto il racconto fosse una metafora del "capitalismo" (la signorina Marisol che sgranocchia umani di estrazione sociale bassa); sull' onda di tale criterio interpretativo sono andata avanti e sono arrivata alla fine.

    Maria Pia Caporicci