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Portami il diario di Valentina Petri
Rizzoli

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Chiesa in Valmalenco
“Leggere a 1000 slm”
coordinato da Maria Grazia Carrara
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Portami il diario racconta di un intero anno scolastico in un Istituto Professionale dal punto di vista di una docente di lettere. Attraverso i suoi occhi scopriamo le storie di ragazzi con tutte le debolezze che il periodo dell’adolescenza porta con sé ma anche i talenti che sanno tirare fuori se spronati. La giovane prof. sfata il mito che l’insegnante sia incapace di provare empatia verso i propri alunni come se godesse nel torturarli con interminabili lezioni e interrogazioni a sorpresa e per giunta a tappeto. Dal suono della prima campanella di settembre la Petri ci racconta di tutto: il mondo del precariato, di riunioni, episodi in segreteria, interrogazioni, corsi di recupero, esami ma soprattutto del legame che riesce ad instaurare con i suoi studenti. Li prende a cuore, riesce a vederli” tutti anche se nascosti tra gli ultimi banchi, anche se distratti, poco motivati, disinteressati, intenti più a non distogliere lo sguardo dallo schermo del proprio cellulare che alla lezione di italiano. Anche se a volte li ucciderebbe, l’autrice si rende conto che non potrebbe vivere senza di loro. Nonostante le difficoltà e la diffidenza iniziale, la protagonista si affeziona a pregi e difetti di ogni singolo alunno.

Ognuno possiede una chiave di lettura, basta solo saper cercare.

Sonia Nicolella

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Praga “Dante Alighieri”
coordinato da Monia Camuglia
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Diario romanzato di un insegnate di lettere in un Istituto Tecnico. Autobiografico, ironico e colloquiale quanto basta per restituire un quadro realistico dell’esperienza scolastica dell’insegnante e più in generale della scuola italiana, almeno in alcune sue parti. La lettura scorre veloce e il lettore si trova anche a divertirsi nel vivere le giornate all’interno di una scuola italiana e anche a rifletterci. Forse bastavano molte meno pagine per far cogliere al lettore quanto il libro voleva trasmettere.

Roberto Rega

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 “Portami il diario” è il diario di un insegnante che si ritrova a insegnare italiano in un istituto professionale. Come ogni diario che si rispetti, la protagonista descrive le sue ansie, i suoi studenti, le problematiche inerenti alla scuola, agli uffici, ai colleghi, alle attività come le gite scolastiche, etc. e lo fa, nonostante il tema, in modo esilarante. La protagonista ha uno sguardo ironico, a tratti cinico, nei confronti di quello che le accade senza però dimostrarsi mai indifferente, non coinvolta o priva di inventiva nel superare, di volta in volta, le problematiche che deve fronteggiare nel suo anno scolastico. Valentina Petri, la scrittrice, ha messo nero su bianco dubbi, domande e riflessioni di chi si ritrova oggi a voler insegnare in una scuola pubblica ma è costretto a un iter molto lungo, a scendere a compromessi che forse non vorrebbe accettare, a fare una gavetta che, tutto sommato, se le cose fossero diverse, potrebbe risparmiarsi, senza però diventare noiosa, ridondante e, soprattutto, senza mettersi in cattedra. L’insegnamento (e la vita in generale) è fatto di inside, più o meno dichiarate, ma, come ci dimostra la protagonista del libro, a volte è l’atteggiamento, la voglia di mettersi in gioco e il desiderio di lasciarsi sorprendere a fare la differenza.

Martina Boschian

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 “Portami il diario” di Valentina Petri è un romanzo scorrevole, divertente ed ironico. La scrittrice ha saputo coniugare la passione per il proprio lavoro, raccontando e mettendone in risalto le problematiche del giorno d’oggi; il tutto condito con un tono ironico molto convincente e soddisfacente. Infatti evidenzia gli aspetti della vita scolastica, sia dal punto di vista dei docenti che dei ragazzi. È un romanzo molto gradevole, adatto a giovani ed adulti, in cui l’autrice è in grado di far immedesimare i propri lettori nei personaggi del libro.

Francesca Bonanni

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Con un vocabolario colorato e divertente, ricco di sapiente ironia e autoironia, Valentina Petri ci accompagna alla scoperta del mondo della scuola e dell’attuale generazione adolescenziale.

Ilaria Ricci

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Portami il diario: Il romanzo presenta la struttura di un diario scritto da un’insegnante, “Quella Nuova”, appena arrivata in un istituto superiore professionale, che si ritrova a doversi inserire nel nuovo contesto scolastico e a destreggiarsi tra emozioni, inquietudini e turbolenze dei suoi giovani e, molto spesso ribelli, studenti. Ma mostra e descrive non solo i momenti più difficili e ostili della vita in classe di tutti i giorni, ma anche le fragilità e le sensibilità di ognuno. Una bellissima descrizione della realtà scolastica di oggi che, da settembre a luglio, passa per tutti i momenti fondamentali dell’anno scolastico e che, con sottile ironia e comicità, porta a profonde riflessioni sul ruolo dell’insegnante in classe e sul cambiamento e l’emotività delle nuove generazioni.

Luciana Pietrafusa

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Grandi lettori
Di Robinson
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È il racconto a tratti divertente di un intero anno scolastico, visto attraverso gli occhi di un’insegnante innamorata del suo lavoro, per la quale il significato della parola educare non è “mettere dentro”, bensì “tirare fuori”. Di ricchezze, dietro i volti talvolta duri e scontrosi dei ragazzi, se ne celano tantissime, pronte a sbocciare al passaggio di chi crede in loro e nella loro bellezza. Le battute veloci che si susseguono nei dialoghi possono talvolta rendere la lettura poco scorrevole; d’altra parte favoriscono il crearsi di situazioni molto realistiche e coinvolgenti. Tutti, nella vita, avremmo voluto incontrare un insegnante che ci guardasse con occhi così appassionati.

Paola Cadeo

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Un tuffo nel passato.

Delicato ma pungente, ironico e riflessivo. Da figlia di professoressa, mi è sembrato di vivere un’intensa chiacchierata in famiglia.

Giulia Cantini

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Portami il diario è un libro pop, libero incredibilmente vero che restituisce nella sua pienezza i vizi e le virtù della scuola italiana, in particolare dei suoi studenti. In questo romanzo, Valentina Petri racconta con estrema ironia e in maniera assai brillante i momenti di un anno scolastico indimenticabile. Ci fa ridere, commuovere, ci riporta indietro alle nostre esperienze scolastiche e, cosa più importante, insegna che spesso i più giovani sono capaci di stupire per la loro sincerità e umanità. Una ventata di buon umore da consumare e consigliare senza moderazione.

Voto: 9/10

Michele Merenda

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Recensione portami il diario: ho trovato un libro interessante perché fa vedere un punto diverso del mondo scolastico Soprattutto come è organizzato. ci fa vedere che con piccoli gesti o accorgimenti un’insegnate può fare grandi cose anche su ambiti complicati.

Moira Ciocchetta

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“Portami il diario” è il racconto di un insegnante precaria, alle prese con il nuovo anno scolastico e tre classi di ragazzini con gli ormoni in subbuglio e zero voglia di studiare. La scrittura di Valentina Petri è sarcastica e divertente e ti riporta indietro nel tempo tra i banchi di scuola: una lettura piacevole sia per i più giovani a cui sarà facile immedesimarsi, sia per i più grandicelli per un tuffo nostalgico nel passato, ma soprattutto per tutti gli insegnanti che si divincolano tra la passione per il loro lavoro e l’incertezza perenne.

Flavia Assenza

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Un blog reso libro che forse avrebbe fatto meglio a restare un blog, un’autrice che racconta aneddoti sui propri studenti con l’intenzione di divertire ed emozionare non riuscendo mai a risultare credibile. Ricco di citazioni dirette improbabili «Uno studente piuttosto indisciplinato, come dite voi. Ma guardi che coglione rendeva meglio. Comunque, in prima e in seconda faceva il diavolo a quattro» che rendono la lettura integrale del manoscritto una vera fatica. Se dovessi definirlo in una parola: cringe.

Giuditta Cittone

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Sezze "Lettera Ventidue"
coordinato da Gabriella Tomei

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L'autrice scrive in modo molto naturale ma per nulla casuale e scontato, usa uno stile lineare per farci immergere in una realtà da lei vissuta in prima persona. È una storia intensa, sono scandite le giornate interminabili di una docente che vuole convincere degli studenti abituati a materie "pratiche" ad appassionarsi di letteratura. Ci riuscirà tra sconfitte, battute, scene paradossali. È un viaggio in un anno scolastico irto di sorprese e difficoltà, non è un viaggio tedioso ma fresco, scattante come i suoi personaggi che sembrano alieni ma sono i nostri studenti di tutti i giorni con le loro emozioni, i loro interessi, il loro linguaggio non da Accademia della Crusca ma aderente alla loro storia personale e ai tempi moderni. Opera molto riuscita

Merella Carlevale

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Un bel romanzo, la lettura scorre veloce e ti scopri a ridere senza accorgertene o a ricordare la scuola superiore frequentata, gli amici, i professori, il preside, le assemblee. Non annoia, è scritto in una prosa ironica ed elegante. Personalmente ho apprezzato molto le citazioni letterarie e cinematografiche, molto divertenti e mai superflue o pedanti, ma sempre funzionali a dare il giusto spessore al racconto. L’ho consigliato a qualche amico, cosa che non faccio abitualmente.

Francesco Mangiola

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La lettura di questo racconto mi ha riportato indietro di circa quarant'anni (sono diplomato: perito meccanico, la prof. D'italiano era l'unica insegnante donna e in aula eravamo tutti ragazzi...).

La scrittrice è stata molto brava nel descrivere: l'ambiente scolastico ed il precariato.

I dialoghi trasmettono la realtà scolastica ed adolescenziale, in modo autentico e concreto. Mi sono molto piaciute le varie battute sarcastiche e fantasiose disseminate nel racconto.

Anche le riflessioni amare ma ahimè vere ed attuali sulla realtà in cui viviamo. (Su tutte l'omofobia da parte dell'antipaticissima prof. "Swanson...").

La scrittura risulta scorrevole e con poche cadute di ritmo nella lettura.

Leopoldo Tomei

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Questa è una storia che vuole riportarci tra i banchi, scritta da chi, mi sembra di capire, tra quei banchi svolge il lavoro della sua vita.

Siamo in un professionale dove chi insegna dovrebbe vivere la grande scommessa di misurare la sua autostima e i suoi successi sul campo.

L’autrice rinuncia, però, al coraggio della vera storia, e con vena comica, scegliendo, di non chiamare alcuno dei personaggi per nome, crea un teatrino da commedia dell’arte, dove resta un bel “canovaccio” e qualche guizzo. O ...poco più!

Rosanna Galeota

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"L'esperienza dell'autrice come insegnante risulta un po' triste e a tratti anche noiosa: ho trovato il romanzo troppo lungo e realistico. Forse perché sono anche io insegnante?"

Silvia Candrina

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Un romanzo che mi ha coinvolto sin dalle prime righe, che mi riportato indietro nel tempo delle mie esperienze lavorative. Valentina è un'insegnante di italiano in un istituto professionale, proviene dalle scuole medie e in questo anno scolastico scopre il mondo dei "giovani grandi" c'è la più svariata umanità sia tra le studentesse e gli studenti delle sue classi, che tra le sue colleghe e colleghi. Esperienze spesso ai limiti del paradosso o dell'impossibile, ma per chi insegna nelle sa benissimo che tutto è possibile. La prof.ssa Valentina scopre il vero mondo dei giovani che spesso nascondono il proprio vissuto, il proprio essere, scopre quanto possano essere fragili, disarmanti e ricchi di sogni e specialmente quelli "difficili". La scuola diventa il palcoscenico per raccontare quanto sia difficile crescere oggi in una società portata ad etichettare e a giudicare, a valutare, a mettere "voti” spesso vuoti che non rappresentano minimamente chi ci troviamo di fronte, o dietro i banchi di scuola. Valentina ama il suo lavoro e per esso si avvicina sempre di più ai suoi studenti e studentesse senza più filtri di nessun genere. La narrazione è scorrevole, ironica a volte sarcastica di buon a presa, il lettore di ritrova a percorrere i corridoi della scuola, ad aprire le porte delle aule, a guardare negli occhi i giovani che ci guardano e che aspettano da noi delle risposte, degli incoraggiamenti, come non darglieli, come non rispondere? Consiglio la lettura di questo romanzo.

Elena Ottaviani

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Romanzo che definirei carino e scorrevole, sul mondo della scuola è stato scritto tanto ed è difficile raccontare alcuni contesti senza scadere nel banale. La scrittrice ha dalla sua parte il mestiere dell’insegnante e dunque narra ciò che vive però a mio avviso la scrittura è troppo descrittiva ed il romanzo troppo lungo.

Maria Gabriella Tomei

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Molto realista con cui si affrontano situazioni a volte difficili

Roberta Traldi

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 “Portami il diario” è un testo piacevole, un incrocio tra “Cuore” e “Io speriamo che me la cavi”, scritto con ironia e autenticità da un’autrice che conosce bene il mondo scolastico e che sa descriverlo con una prosa fresca, leggera e mai banale. La voce narrante è affidata al personaggio di una giovane insegnante di lettere alle prese con un incarico presso un poco appetibile istituto professionale, ribattezzata dagli studenti “Quella nuova” (che finisce per essere l’appellativo col quale conosceremo il personaggio). Attraverso le pagine del suo diario scopriremo le vicende quotidiane di ragazzi e ragazze alle prese con il difficile compito di crescere, sorridendo e, a tratti, emozionandoci leggendo storie meravigliosamente autentiche e sincere. Da leggere senza esitazioni.

Giuseppina Salvadori

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Ho riso di gusto leggendo il libro di Valentina Petri che illustra ironicamente e realisticamente quanto sia complessa, frustrante, sorprendente la professione degli insegnanti, che, d’altra parte, hanno la fortuna di cogliere in anteprima i cambiamenti sociali e culturali del mondo attraverso l’osservazione intelligente delle ansie, delle fragilità, delle urgenze, dei talenti dei giovani. Il libro ha, a mio parere, un valore antropologico, poiché rappresenta la varietà dei giovani solo apparentemente omologati e uniformati.

Anastasia Petrianni

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Resistere un intero anno scolastico in un istituto professionale sembra un'impresa assai ardua, soprattutto se sei "quella nuova". I ragazzi sono svogliati, superficiali, disinteressati alla scuola. Molti si ritrovano parcheggiati in classe (quelli che ci entrano) in attesa che l'anno finisca. Ma è davvero così? Senza retorica, con grande lucidità e ironia Valentina Petri racconta una scuola che mostra le sue debolezze, raccontando di un lavoro in cui solo chi lo fa con amore e tenacia può fare la differenza. E di ragazzi che sanno stupire. Non bisogna ma smettere di credere in loro.

Chiara Bianchetti

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“Quella nuova” è cosi che si sente chiamare la professoressa appena arrivata in un istituto tecnico, dove i ragazzi con il loro mondo la mettono quasi in soggezione.

Ma il suo modo di approcciare con loro è cosi intelligente che riesce a entrare in empatia con tutti loro. L’autrice riesce con parole fresche e autentiche a descrivere il mondo della scuola come non abbiamo mai sentito parlare. Riesce a strappare al lettore sincere risate ma senza mai mettere in ridicolo i suoi studenti, anzi. Ci si trova a un certo punto a essere ascoltatori attenti di un mondo giovanile che molto spesso viene bistrattato dagli adulti e molto spesso non capito. Lei, la prof da segno di amare il suo lavoro e di riuscire a raggiungere il suo obiettivo, farsi capire dai suoi ragazzi. Libro che va letto

Anna Maria De Renzi

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La narrazione di una docente che in questo caso, coincide con la scrittrice, ci conduce verso il mondo della scuola, in quel marasma adolescenziale che è descritto in modo puro, senza pregiudizio o ombre alcune. Il testo è scorrevole ma poco soddisfacente.

Francesca Romana Intiglietta

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 “Portami il diario” è un libro molto divertente per tutti i docenti che fanno parte del mondo della scuola e leggendolo ritrovano le situazioni e i paradossi che ben conoscono descritti con sapiente ironia, ma è soprattutto una lettura molto istruttiva per i genitori, gli studenti, gli ex studenti, insomma per tutti coloro che frequentano o hanno frequentato il mondo della scuola (cioè tutti) ma hanno punti di vista diversi da quello del “prof.”.

Tutto ciò che viene narrato è frutto della personale esperienza dell’autrice, si ispira a fatti e persone reali ma di fatto spesso i personaggi e gli episodi si trasformano in veri e propri archetipi di cui tutti abbiamo avuto esperienza.

Il punto di forza dell’opera è l’acutezza dello spirito di osservazione unito ad una prosa molto piacevole e divertente; senz’altro emerge in continuazione la passione dell’autrice per il proprio lavoro, purtroppo però la trama del romanzo non è sufficiente a mantenere l’attenzione, alla lunga il lettore finisce per annoiarsi.

Anita Candrina

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Arezzo "Gli instabili"
coordinato da Dorine Shkreli

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Ho trovato efficace il taglio narrativo, la scansione periodica degli avvenimenti che rendono più appetibile la lettura. È un romanzo affollato che si dilata nel tempo e nello spazio portando fuori gli adolescenti e le loro perplessità, le loro particolarità e una insegnante empatica che cerca di cogliere le loro sfumature. La scuola è uno spazio protetto dove chi ne esce sconfitto sono gli adulti, gli insegnanti, alcuni dei quali dovrebbero piuttosto sgobbare nelle risaia che pretendere di trasmettere e appassionare dei ragazzi nella loro fase di vita più delicata. Mi disturbano le battutine scontate ma mi piace moltissimo la potentissima idea che i ragazzi sono molto meglio di come ce li descrivono, che in alcuni casi basta accorgersi di loro, basta guardarli, basta ascoltarli invece di pensare che siano parte dell’arredamento o un branco di bestie feroci da domare a suon di tre e quattro con la matita rossa come una affermazione di supremazia degli adulti.

Dorine Shkreli

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Nel suo pregio, questo romanzo ha anche il suo difetto. Raccontare il mondo della scuola “dal di dentro” lo hanno già fatto in molti, ma la Petri ha il dono di una sfrontata ironia che rende la lettura non solo scorrevole, ma spesso anche divertente. Tutto il romanzo è improntato ad una verità, che, nonostante la vivacità descrittiva degli ambienti scolastici, degli studenti e dei colleghi, visti con taglio comico, non nasconde la malinconica realtà della scuola italiana. Le varie vicende sono narrate in prima persona dell’insegnante divise in capitoli secondo il calendario scolastico. Da ogni episodio, nonostante il sarcasmo e gli impietosi epiteti con cui vengono nominati i vari personaggi, traspare sempre l’ umanità della protagonista. In particolare sono azzeccati i caratteri degli alunni, le loro fisionomie, le loro vite in crescita che sono guardate benevolmente e con sguardo attento nonostante le difficoltà del dialogo educativo imposto dalle ultime generazioni. Indubbiamente la Petri ha una notevole esperienza lavorativa nella scuola e chiunque abbia lavorato come insegnante ci si può facilmente rispecchiare. Probabilmente, però, si poteva scegliere una maggiore sintesi e rinunciare a raccontare un intero anno scolastico: il fatto è che la scrittura della Petri risulta un po’ ripetitiva nell’insistenza bozzettistica che, se pure accattivante, non riesce ad essere pienamente “romanzo”. Apprezzabili comunque la scioltezza e l’abilità linguistica che permettono una lettura piacevole e una scanzonata riflessione sull’universo scolastico.

Vincenza Seggi

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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