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Salviamo le montagne di Reinhold Messner
Corbaccio

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Fermo “Villa Vitali”
coordinato da Cinzia Centanni
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Interessante libro di un montanaro autentico. Messner risulta, da queste pagine, un uomo che rispetta la montagna in ogni suo aspetto: ecologico, etico, economico, sociale, culturale. Sullo sfondo emerge anche la sua umana propensione alla sfida con sé stessi, al superamento del limite. Pone anche un interessante accento sul valore del ritorno dal viaggio, dalla sfida, ricordando che ogni avventura ha un senso solo nella condivisione della stessa. Nel messaggio del libro, però, definito già nel titolo, la critica diretta ad un uso consumistico della montagna, oscilla continuamente tra la necessità di preservare e tutelare la montagna dal turismo di massa e la necessità di garantire ai territori (abitanti e loro economia) uno sviluppo e il riconoscimento del diritto alla produttività capace di generare se non ricchezza almeno benessere. Manca una proposta credibile (non basta l’economia ecosostenibile dei parchi o del turismo rigoroso) per far sì che anche quello di Messner non rimanga solo l’enunciazione di un principio.

Giorgio Ripani

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Questo appello non ha appeal. La scrittura è ripetitiva, l’autore è spesso più critico con i fruitori ultimi della pericolosa macchina della massificazione che con le potenze economiche che quei fruitori ultimi (i montanari improvvisati) producono. Lo stile è ruvido, come i calzettoni di lana bagnati dalla neve e i tentativi di spiegare perché dobbiamo salvare le montagne non sono empatici ma solo dogmatici. Poi però, quasi per essere politically correct, si dice anche che la montagna ha bisogno di sviluppo, di economia, di risorse, ecc. ecc. ma non ci sono proposte credibili per coniugare questo che è il problema essenziale del nostro tempo: come produrre ricchezza senza produrre distruzione. Forse l’autore poteva essere più netto e rinunciare ai blablabla (per dirla con Greta) e riconoscere che la montagna, proprio perché sacra espressione della Natura e della Creazione non deve essere violata… nemmeno dagli alpinisti corretti come lui stesso.

Laura Stopponi

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Roncade “Le Kamikaze”
coordinato da Elena Bassetto
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Crisi climatica e approccio consumistico rappresentano un pericolo reale per la Montagna intesa come ambiente naturale e paesaggio culturale. Messner fa una serie di analisi e riflessioni e avanza una serie di proposte per un corretto approccio atto a salvaguardare questo universo. Personalmente non sono riuscita a seguire bene il filo del suo discorso perché a volte entra nello specifico ma l'intervista finale ne è un ottimo riassunto.

Elena Bassetto

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Marostica “Insieme per leggere”
coordinato da Liliana Contin
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Reinhold Messner è autore di questo pamphlet, un articolato appello a salvare le montagne, salvarle soprattutto da una invasione di massa di turisti dell’alpinismo tutto compreso. Il libro è esaustivo, le tesi accorate come quando contesta il consumo di una montagna innaturale fatta di neve artificiale, chiodi piantati, previsioni meteo, cellulari salvavita che risuonano su ogni parete e ogni cresta, con attività sportive che rispettano sempre meno l’ambiente. Ho trovato un po’ contraddittorio, viceversa, il passaggio nel quale afferma che non gli interessa chi sale più veloce, arrampica tratti difficili, salta più in alto, detto da uno che ha fatto per anni la corsa a tutti gli ottomila del pianeta non mi sembra francamente coerente.

Carlo Bonato

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Un richiamo potente e un appello accorato dalla voce di un grande alpinista.

Messner vuole portare la nostra attenzione sulle montagne come ambienti naturali molto diversificati belli e rischiosi, ambienti da conoscere, vivere e rispettare.

Invita a fare esperienze sane, alla propria portata, proprio per godere di questo esperire nel cammino, nel silenzio...

Esprime preoccupazione quando vede importare e incrementare in montagna il turismo di massa, l’organizzazione, la velocità e il rumore della vita di città, dalla quale, in realtà, si vorrebbe uscire.

Un libro importante, necessario, l’ho apprezzato, spero che lo leggano in tanti e che impariamo a vedere le montagne come patrimoni preziosi. I capitoli hanno dei titoli curiosi, molto significative le citazioni inizio capitolo.

Teresa Santini

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Corbetta “Bookclub della biblioteca di Corbetta”
coordinato da Mirko Ferrini
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Ho apprezzato l’amore ed il rispetto che Messner nutre nei confronti della montagna.

Mariagrazia Garavaglia

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Una riflessione importante sul turismo di massa che mette in crisi anche i luoghi un tempo incontaminati, ma allo stesso tempo un invito a riscoprire la vera essenza delle montagne. Messner ci regala un’analisi lucida della situazione e propone soluzioni. Da leggere e da far leggere a tutti gli “amanti” della montagna.

 

Carla Calati

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Dal libro emerge la passione vera e pura che l’autore ha per le montagne, un amore incondizionato e quasi trascendentale che ha marchiato la carne e la mente dell’autore in modo indelebile. Messner riesce a trasmettere questo amore sconfinato e a farci sentire e respirare la bellezza incontaminata che con accanimento ed egoismo stiamo distruggendo. Certo oggi è di moda parlare di transizione ecologica ma l’autore ribalta gli schemi della ovvietà indicando percorsi chiari e non facili che rappresentano l’unico modo per salvare questa nostra umanità.

 

Marilù Giordanino

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson

di Chiesa in Valmalenco “Leggere a 1000 slm “

coordinato da Maria Grazia Carrara
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Mi spiace moltissimo dare un giudizio negativo su questo libro, perché ammiro moltissimo Messner e ho letto altri suoi lavori di ben altro spessore. Qui purtroppo il titolo è fuorviante, in quanto sono contenute più le sue riflessioni personali sulle montagne in generale, sul silenzio che si respira su di esse, sulla vastità del mondo che ti si para davanti, sulla sfida a cui tu singolo sei chiamato ad affrontare quando ti arrampichi per raggiungere una cima, sulla solitudine in cui ti vieni a trovare. Ed è proprio in queste riflessioni, in questi pensieri che tu ritrovi l’uomo Messner. Il resto è chiaro e ovvio soprattutto per chi va in montagna da una vita. Il turismo di massa, l’alpinismo soprattutto di massa vengono ad intaccare quanto detto prima. Messner non fa altro che puntualizzare quanto si vede, quando vorresti affrontare una parete o raggiungere un rifugio che conosci da una vita e torni indietro, perché c’è una folla di turisti come mai non si era visto prima. Certo il problema esiste ma, se non puoi impedire alle persone di andare in montagna, si giungerà ahimè a mettere il numero chiuso. Nel libro però non si evidenziano soluzioni particolari e ad hoc.

Luisa Tassano

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson

di Porto Sant’Elpidio
coordinato da Giovanna Taffetani
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Pur non amando molto la montagna, da questo libro traspare la cura e l’impegno di una vita dell’autore. Apprezzabilissimo è la maturazione di pensiero di Messner con l’età. La montagna deve essere abitata e considerata meta turistica, ma non è un parco giochi. L’impegno che si richiede per scoprire una vetta è frutto dell’allenamento quotidiano, sia fisico che mentale. Va ricordato che determinate imprese non sono alla portata di tutti. Scalare il K2 o l’Everest non è la stessa cosa se viene fatta senza sacrificio, ma con una gita organizzata.

Roberto Gennari

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Salviamo le montagne di Reinhold Messner è un saggio incentrato sul rapporto uomo/natura. L’autore riflette sull’impatto che il turismo di massa ha sull’ambiente e invita il lettore a vivere la montagna con più consapevolezza e attenzione. Una lettura sicuramente utile per una riflessione sulla vita contemporanea nei centri urbani e in montagna. Purtroppo manca l’empatia con il lettore, il libro si presenta come una lezione su cosa è opportuno fare o non fare, sicuramente interessante per orientare le scelte future, ma poco coinvolgente.

Gessica De Blasio

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Noioso, borioso e ripetitivo. Traspare un modo antiquato e da vecchio brontolone di parlare della salvaguardia delle montagne. Non c’è e non si cerca empatia con il lettore; l’autore espone molti aspetti critici, si lamenta, ma soluzioni poche.

Elisa Zentilini

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Salviamo le montagne è un libro che definirei spigoloso. Difficile non sentire il peso dell’autore. Non ho mai letto nulla di suo, lo ammetto. Per me, nata alla fine degli anni ‘80, Messner era il sorriso di una nota pubblicità d’acqua in tv. Mi sembrava invincibile su quelle montagne bianche. Ecco, forse questo ricordo di lui mi ha un po’ tradito. Ho trovato il suo libro abbastanza accigliato. Durante la lettura, si percepisce un tono di polemica che, seppur condivisibile, risulta forse un po’ troppo insistente. L’impressione è quella di chi, nostalgico di un certo modo di vivere la montagna, fatichi ad accettare il cambiamento. Condivido la critica sul tipo di turismo di massa dei giorni nostri, lo stesso che rifuggo anche io. Mi chiedo però se sia davvero così importante sapere le motivazioni di chi decide di evadere in montagna. Dalle parole dell’autore si dà quasi per scontato un certo pregiudizio. Avrei preferito una veduta un po’ più ampia. Nonostante questo, ho trovato bellissimi i passaggi in cui Messner racconta ciò che per lui è la montagna, in cui esce davvero l’alpinista, l’esploratore. Avrei preferito lasciare più spazio a questo. Sembra un libro un po’ arrabbiato e il destinatario inconsapevole è, purtroppo, il lettore. Forse l’obiettivo era proprio quello di graffiare i nervi scoperti di una società viziata di cui tutti noi facciamo parte. Giusto sensibilizzare, ma il risultato è che ci si sente un po’ come quando a scuola si viene sgridati senza sapere il perché. Peccato.

Annamaria Pacchioni

 

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Liberi lettori
di Robinson
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Questo breve saggio dell’alpinista Reinhold Messner vuole sensibilizzare e fornire gli strumenti di una corretta netiquette per i frequentatori delle montagne, partendo dal rapporto tra le stesse e l’uomo oggi e dal suo personale rapporto con la montagna.

Ogni paragrafo si apre con una citazione o un detto sulle montagne, seguito da un’ampia riflessione sulla progressiva urbanizzazione delle stesse e dalla descrizione della montagna scevra da ogni romanticismo.

Secondo Messner, la montagna è diventata un bene di consumo, vissuta dalla maggior parte delle persone solo come immagine da cartolina. Tra i vari spunti di riflessione, la spinta al guadagno ricavato dalle montagne come forza distruttrice e il nostro stile e le nostre scelte di vita come causa di scioglimento dei ghiacciai.

È responsabilità dell’uomo, secondo Messner, se le montagne non sono più terra vergine, ma sono finite nel radar degli uomini per sport, divertimento e avventura: un “parco divertimenti senza pericoli”.

Cosa rappresentano invece per lui le montagne? La consolazione, desiderio di paesaggi incontaminati, l’acuirsi dei sensi tramite le camminate, lo stimolo ad una maggiore creatività.

Molto interessante il penultimo capitolo (III sezione intitolata “Quel che dobbiamo cambiare!”), in cui Messner tira le fila del suo discorso e descrive la propria "carta dei valori" delle montagne.

Non so se si possa parlare di una vera e propria call to action, ma sicuramente fornisce uno stimolo e degli input utili su come salvare le montagne e sostituire la pericolosa “colonizzazione” dei paesaggi montanari con un “turismo dolce”. Senza dimenticare l’importanza della paura, che permette di non sottovalutare l’ambiente che ci circonda!

Infine, è riportata un’intervista a Messner stesso, anche questa molto interessante, soprattutto per scoprire l’abbecedario (regole dell’arrampicata) dell’autore.

Le riflessioni sono bene organizzate e la lettura colpisce nel suo intento!

“Vai sulle montagne e ascolta il silenzio. Fra un fruscio e l’altro: la vera musica della natura.”

Giovanna Francaviglia

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Capitoli brevi ma ricchi di contenuti, scrittura fluida e accattivante: anche chi non conosce le montagne può leggere questo libro e appassionarsi, grazie alla preparazione dell'autore e al suo stile comunicativo.

Un piacevole percorso, attraverso una serie di argomenti in pillole, che va dalla geografia dei monti allo sviluppo sostenibile, dagli sport più in voga alla storia dell'alpinismo.

Fino a esplorare sé stessi perché si sa che a volte, per guardarsi dentro, è necessario elevarsi in alto.

Anna Castiello

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Offre degli spunti di riflessione sul modo di vivere la montagna e in generale sul rapporto con la natura…anche se i migliori sono delle citazioni...scrittura a tratti confusionaria e ripetitiva. tono spesso lamentoso... aneddoti senza apertura alla confidenza... faticoso e noioso

Ilaria Corsalini

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In un mondo più giusto dovrebbe essere la natura a conquistarci, in questo invece, purtroppo il migliore dei mondi possibili (e anche l'unico che abbiamo), siamo noi a sottometterla e depredarla in funzione dei nostri bisogni, spesso e volentieri solo per puro egoismo. Amo la natura e, soprattutto la montagna, solo lì riesco a ritrovare me stessa e ad essere in pace con il mondo. Il turismo ideato solo per gli amanti del divertimento sta distruggendo quella che da sempre era un'oasi di pace. Solo l'insegnamento di persone esperte al contatto con la natura può farci rapportare al meglio con il nostro pianeta.

Giada Caparrotta

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Messner parla con il cuore e al cuore. È un vero e proprio appello per la salvezza delle sue amate montagne, attraversando tutta la sua vita e le sue esperienze. Auspica di persuadere il lettore comprenda quanto sia importante il ruolo di ogni singolo individuo per il futuro delle montagne e della natura in generale. La scrittura è lineare solo in alcuni tratti diventa tecnica, ma non toglie intensità alla narrazione.

Tra i due scelgo quello di Messner, salviamo le montagne perché ha cuore, ha anima, ho voglia di lasciare un messaggio ho voglia di spronare le coscienze a un obiettivo a differenza dell’altro, La repubblica dei sondaggi, che per quanto sia scritto in maniera chiara e scorrevole non mi lascia se non un e scorso s’della storia politica italiana

Maria Teresa Starace

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Un appello di un grande alpinista e conoscitore dei luoghi per la salvaguardia della "Montagna".

La montagna è un bene inestimabile che può anche solamente con la sua bellezza rigenerare lo spirito umano, il ritmo frenetico della nostra vita è allontanato appena si sale in quota.

Purtroppo il turismo sfrenato degli ultimi anni sta piano piano alterando e stravolgendo lo spirito naturale della montagna e dei suoi magnifici paesaggi.

Non è necessario portare la città e la sua comodità in montagna snaturando la sua essenza, lo sfruttamento di questi luoghi deve essere ridotto in maniera drastica per non mutare definitivamente l'essenza delle nostre cime montuose e per rispetto dell'ambiente.

Da questo libro farò tesoro dell'intenzione e della proposta di tutela della montagna come entità naturale ed incontaminata che non va sfruttata aggressivamente dall'uomo ma, resto lontana da tutti gli estremismi che ho incontrato nel percorso di questa lettura che, inevitabilmente renderebbero la montagna un luogo per "POCHI".

Maddalena Antonucci

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Ho trovato tante informazioni e esperienze affascinanti sull'alpinismo, la sua storia, i suoi principi e sulla vita in montagna. Lo spirito del libro mi ha lasciato una determinazione di cui gli sono grato durante quest'esperienza campeggio/accampamento per la vendemmia che sto vivendo in Francia. Non è riuscito a farmi sposare la sua compagna per la salvezza delle montagne, ne capisco lo scopo e lo condivido ma la narrazione non mi fa scendere in piazza a manifestare. Amo quando parla delle sue esperienze meno quando fa filosofia.

Benito Martino

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Libro con ottime intenzioni, scorrevole ma un po' slegato nel filo logico. Sicuramente l’autore tocca un tema fin troppo delicato in questi tempi ma pone l’attenzione in maniera eccessivamente cinica sulle tematiche che intende proporre per valorizzare la montagna e l’alpinismo in generale. Un po' troppo lontano dalla realtà.

Fabiola De Luca

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Ho apprezzato anche questo libro, il rapporto dell’autore con la natura mi ha quasi commosso. Ho riscoperto un valore scontato, uno sfondo che forse dovrei iniziare a considerare soggetto.

Fabiola Catalano

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Una riflessione filosofica, RI-scoperta del vero valore e senso della montagna, dalla quale è possibile estrapolare il pensiero di un alpinista. Descrizione dell'implicito di una semplice passeggiata, una richiesta di aiuto, un grido urlato in faccia al lettore.

Un libro consigliato a tutti, per amanti dell'avventura e non perché, tra le tante, insegna l'arte di attendere e osservare.

Concetto importante soprattutto in un mondo ormai all'avanguardia tecnologica come oggi, dove tutto è reperibile e scontato.

Elena Carlesi

 

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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