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Stillicidio di Andrea    Costantini
Nero Press

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo
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 “Ho buttato Luigi nel cesso!” sussurra al suo prete confessore Giancarlo Perazzi, l’anziano protagonista di Stillicidio, racconto lungo uscito dalla penna virtuale di Andrea Costantini. Gli ingredienti per il classico horror letterario ci sono tutti: la piccola provincia quieta e sonnolenta, in cui ci si conosce tutti, tutto è perfettamente ordinato e al suo posto e la vita scorre sempre uguale a sé stessa; l’irrompere improvviso del mostruoso e del surreale attraverso le condutture del bagno di casa, (e come non pensare subito a It di Stephen King?);  l’incessante plic plic del rubinetto che conduce a poco a poco il protagonista alla follia, dopo che per dispetto egli ha gettato le ceneri del detestato fratello viveur e parassita nel WC di casa invece di disperderle nel mare di Norvegia, come quello avrebbe voluto. Troppo forte, per chi legge, il richiamo ai mostri sacri dello stesso genere, a Stephen King, appunto, ad Edgar Allan Poe, senza dimenticare lo splendido Una goccia di Dino Buzzati. Un libro con cui trascorrere qualche ora piacevole, in attesa di potere leggere qualcosa di più maturo dello stesso autore.

Neva Galioto

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Nel suo Stillicidio, Andrea Costantini mette in scena una piccola storia di provincia ammiccando alla grande tradizione del racconto fantastico e del terrore. La sua scrittura è piana e leggibile, e il personaggio principale è ben tratteggiato, sia pure in uno spazio assai limitato. Si respira, tuttavia, un che di già visto, già sentito, già letto.  L’autore si ispira evidentemente al Poe di Il cuore rivelatore, senza però riuscire a trasportare il lettore nella medesima spirale di angoscia, senso di colpa e risoluzione finale che caratterizzano il racconto – altrettanto breve –  del grande maestro americano. Piuttosto, è interessante osservare come Costantini abbia voluto servire il suo racconto in salsa italiana: le bocce, il bar, l’immancabile prete, il figlio affezionato e dedicato, la moglie devota, angelo del focolare scomparso troppo presto e – a contrasto – l’altrettanto stereotipata figura del fratello del protagonista, libertino, scialacquatore e opportunista. Questi aspetti – a tratti macchiettistici – contrastano forse eccessivamente con il contenuto noir del racconto, lasciando al lettore la sensazione di non sapere bene cosa ha appena finito di leggere: non è tanto un problema di generi letterari (non amo gli steccati e mi piace il mescolamento); è proprio una questione di … sapore della storia: se lo chef aggiunge contemporaneamente e in dosi pari sale e zucchero, il piatto – pur non necessariamente cattivo – rischia di risultare scipito.

Pietro Giammellaro

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In questo romanzo breve Andrea Costantini, con una scrittura piacevole e molto scorrevole, racconta una storia fantastica, ambientata in provincia, che può essere inserita nel filone del terrore.Nonostante la brevità del testo l’autore tratteggia con grande precisione sia il personaggio principale che l’ambiente di provincia, condito, comunque, dagli stereotipi della relativa cultura italiana (il bar, il prete, le bocce, la moglie devota ed il figlio sempre presente, ecc…). Nonostante la gradevolezza del testo, però, la narrazione è priva di suspense, procede su binari prevedibili e, talvolta, scontati, già visti o sentiti sin dalla presenza del fratello “sognatore egoista”  per giungere al finale quasi scontato.

Questi aspetti contrastanti (scrittura piacevole ma temi poco originali) lasciano il lettore un poco spaesato ma con la voglia di rileggere l’autore su altri soggetti, si spera, più originali.

Salvatore Balsamo

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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