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Terra incognita di Stefano Barisoni
Solferino


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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Parma "Voglia di leggere Ines Martorano"
coordinato da Pietro Curzio

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L'autore coglie, nel momento del lockdown, l'opportunità per una riflessione approfondita sulla situazione complessiva del mondo, attraverso una ricostruzione storica a partire dalla crisi finanziaria del 2008. Una lettura interessante per riflettere su se stessi e sul Paese in cui viviamo e per cogliere i grandi fattori di cambiamento, a partire dalla rivoluzione digitale

Francesca Sbarra

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Il saggio parte dalla crisi economico-finanziaria del 2008 che ha inciso in modo profondo sui nostri comportamenti, fino ad arrivare all'analisi attenta della situazione attuale che l'autore considera più che una crisi, una rivoluzione. Siamo in un mondo globalizzato dove il consumatore, attraverso il web,si pone in una posizione di forza ,fatto di cui le imprese dovranno tenere conto.

La scrittura risulta piacevole, pur affrontando argomenti complessi e denota la forte capacità comunicativa dell'autore.

 

Rita Merusi

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Di “Terra incognita” - saggio di agile lettura, interessante ed attuale - ho apprezzato il messaggio di fondo, tutto sommato rassicurante, rivolto ai giovani che non hanno mai conosciuto il mondo prima dei cambiamenti che si sono susseguiti nell’ultimo ventennio e per i quali quello odierno è l’unico mondo possibile. Il libro ripercorre gli avvenimenti dal crollo finanziario del 2008 alla pandemia di oggi. Offre riflessioni sulle conquiste di liberta e di ricchezza che la globalizzazione ha portato con se’, così come riconosce nella rivoluzione digitale il vero grande fattore di cambiamento dell’oggi. Alla domanda quando si potrà tornare come eravamo prima della pandemia, risponde in modo netto: non si potrà! Dopo eventi e cambiamenti (rivoluzioni?) così importanti non si può tornare alle vecchie abitudini: ” il mondo non si ricostruisce, si reinventa, senza rassegnarsi ai guai, ma con lo spirito di adattamento che l’Italia ha saputo mettere in atto nei suoi periodi migliori.”

Indubbiamente l’emergenza sanitaria del coronavirus ha inciso in modo importante e decisivo sullo sviluppo di un processo che tuttavia era già in atto; l’invito è di non subire passivamente i cambiamenti dettati dal web, ma di governarli cogliendone le migliori potenzialità e adattandole ai nostri bisogni modificati.

E poi ci sono i sacrifici, necessari quanto sconosciuti! «Vorrei non sentire più genitori — scrive Barisoni — che dicono del figlio che si è dovuto sacrificare per fare carriera. No, ha reso sacro il rapporto con il lavoro. È molto diverso». Il senso del sacrificio, della fatica, è sconosciuto a questo mondo, e riportarlo alla luce credo sia un grande valore da condividere.

 

Liliana Superchi

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Isernia 2 "Borghi della lettura e Venus Verticordia"
coordinato da Marilena Ferrante
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"Il tempo pandemico attuale, la crisi economica, l’emergenza sanitaria, l’uomo al centro che riscopre un nuovo ruolo, un diverso potere, aspetti tutti interconnessi e oggetto di riflessione e approfondimento di Sebastiano Barisoni nel suo ultimo saggio “Terra incognita. Una mappa per il nuovo orizzonte economico” (ed. Solferino, 2021). “Siamo su una nave in tempesta, in cerca della rotta giusta per una terra ancora sconosciuta. Ma stiamo attraversando una crisi economica o una vera e propria rivoluzione?” L’autore affronta un argomento non facile con concetti alla portata di tutti tornando sul dilemma degli ultimi decenni. La globalizzazione è stata un bene o un male? Utile o da demonizzare? Inevitabile il paragone con le grandi crisi economiche del passato come il crollo finanziario del 2008 o la Grande Depressione, ma qui. come dice l’autore. a incepparsi era stato il “meccanismo economico” mentre quella che viviamo ai giorni nostri ha radici in un’emergenza sanitaria. Da qui una serie di interrogativi su ciò che va salvato della globalizzazione, della stessa rivoluzione digitale che non è sempre uno spauracchio da combattere o uno strumento nocivo al servizio della finanza rampante, dato che il tempo attuale ha dato allo stesso consumatore una posizione di forza non trascurabile.  Una rivalutazione quasi “etica” dell’intelligenza artificiale che poco potrebbe se dietro non ci fosse quella connotazione umana, Necessaria, pertanto, una cernita tra gli elementi che la stessa propone catturando e trattenendo solo ciò che di buono c’è, gli aspetti positivi, sfruttandoli in un’ottica di programmazione, rilasciando, invece, ciò che è tossico. Così Sebastiano Barisoni analizza i comportamenti attuali con un continuo confronto tra passato e futuro, le aspettative, gli errori commessi, i sogni, le speranze che ci caratterizzano racchiusi in un sapiente equilibrio e con un linguaggio divulgativo."

Iulia Iemma

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Sono entrata in questo libro in punta di piedi e ne sono uscita compiaciuta. “Terra incognita” di Barisoni è di fatto un saggio non semplice a causa dell’argomento trattato, ma è scritto con estrema chiarezza e precisione. È un’attenta lettura del tempo storico che stiamo vivendo, un tempo, come dice l’autore, fatto di “chiari e di scuri” di “rischi” ed “incertezze”. Ma cos’è veramente quello che stiamo vivendo, è una crisi o una rivoluzione? E chi ha causato tutto questo? È stata solo l’avidità umana a far “perdere il senso del limite” o forse, è tutta colpa della globalizzazione? Di certo non è la crisi finanziaria del 2008 e del 2009-2011, e nemmeno il risultato della pandemia dovuta al Coronavirus. “Terra incognita” è un mare sconosciuto privo di punti di riferimento che va, tuttavia, navigato ma con gli occhi aperti al futuro interrompendo questa continua voglia di retrotopia: rivivere il passato non significa provare lo stesso sapore di un tempo. Potrebbe essere solo una chimera. L’istante vissuto è irripetibile proprio come quello dell’autore in una “bellissima mattina di inizio gennaio” a Finsbury Square. Intraprendere questo viaggio è dunque necessario, e non importa con quale nave solcheremo il mare, ciò che conta, invece, è l’equipaggio. Per arrivare all’approdo c’è bisogno di un lavoro di squadra, ognuno deve dare prova delle proprie capacità, possedere competenze e serietà e ognuno deve essere disposto al sacrificio per il bene comune. Il web e la tecnologia, di cui oggi tanto ci serviamo, nonostante la loro infinita grandezza, non avranno mai questo “valore aggiunto” unico ed irripetibile. Un algoritmo non riuscirà mai a conoscere i nostri bisogni più profondi, manca di empatia, non potrà mai sintonizzarsi e comprendere gli stati emotivi dandone la giusta interpretazione. Pare proprio che Barisoni voglia dire che sarà proprio la capacità empatica di ognuno di noi a dare quel “valore aggiunto” capace di frantumare il buio e porre di nuovo l’essere umano al centro della sua esperienza.

Maria Giusti

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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