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Un uomo a pezzi di Francesco Muzzopappa            
Fazi

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Rieti "Rocca Sinibalda"
coordinato da Mirella Letizia
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La vita di un giovane pugliese trapiantato a Milano raccontata attraverso brevi episodi tutti accomunati da leggerezza ed ironia. Uno stile asciutto e incisivo tipico dei pubblicitari con frasi e scene ad effetto non sempre riuscite. Gli episodi sono costruiti su dicotomie banali: lui e lei, lui e il vicino, lui e gli altri, nord e sud. Seppur scorrevole e ben scritto l’ironia sulla quale tutto si dovrebbe reggere non sfonda facilmente. Lettura noiosa, dunque e troppo spesso scontata.

Paolo Vaccari

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Non leggo molti racconti e non conoscevo Muzzopappa che ho apprezzato sia per la scrittura spontanea, priva di ridondanze e autocompiacimento sia per la capacità di raccontare semplici momenti di vita che accomunano molti lettori e riportarli alla loro essenza di pura ironia e umanità.

Livia Lazzara

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Con una divertente autoironia, l'autore si racconta in vari momenti della sua vita. Piacevole da leggere.

Paola Guadagnoli

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Proprio come dice il titolo, è la storia di un bambino e poi di un uomo del sud trapiantato al nord, attraverso tante piccole storie, aneddoti ed episodi della sua vita, del suo ambiente e della sua famiglia. Scrittura scorrevole, narrazione a tratti piacevole, anche se spesso appare scontato e ridondante di luoghi comuni.

Mirella Letizia

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Francesco è un giovane uomo, pugliese di nascita e milanese per scelta. Il libro è un puzzle di racconti che pezzo a pezzo ci racconta la sua vita, muovendosi a ritroso nel tempo della sua esistenza a partire dal presente milanese vissuto con Carmen, la sua compagna salutista e minimalista, alla quale dedica il libro. Francesco è uomo del nostro tempo, fa un lavoro che lo mette in contatto con tante persone diverse, ma rimane pugliese nel suo profondo: la Puglia e la sua famiglia di origine fanno da sfondo, quando non sono direttamente protagoniste, a moltissimi racconti. C’è qualche stereotipo del pugliese emigrato, ma la scrittura brillante, l’autoironia sempre presente, la realtà dei racconti, il divertimento che scaturisce dalla lettura li cancella immediatamente.

Franca Giacomini

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L’autore ha usato accorgimenti tali da ottenere l’effetto voluto, tuttavia è un libro che non resterà negli annali!

Mariano Pitorri

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La vita come una sit-com, nei racconti autobiografici in prima persona di un autore che vedrei molto più a suo agio in una trasmissione televisiva, tipo Zelig, per intenderci, che in un libro.  Battute a raffica senza nessuna pietà in mezzo ad una pletora di luoghi comuni. Mancano solo le risate finte di sottofondo. Peccato perché alcuni spunti sarebbero buoni, ma vengono puntualmente stravolti dalla smania di far ridere. Ma l’umorismo e una cosa più seria, richiede una capacità di interpretare la realtà e non può girare esclusivamente intorno all’ombelico dell’autore o presunto tale.

 

Piero Cinelli

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Il titolo del romanzo non mi invitava alla lettura. In questo periodo rifuggo da ogni tema che alluda alla negatività, o peggio, alla lamentela tossica

Elena Battaglini

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Se esiste un modo sintetico di descrivermi nei miei tratti salienti, esso è il seguente: arrivata all’età di mezzo, la mia forma di resistenza o, forse, di salvezza consiste, a seconda delle asperità del terreno, nel mutare continuamente orientamento, facendo fibrillare l'ago della mia bussola alla ricerca di nuove direzioni utili. Nutro preoccupazioni da adolescente e conservo intatta una predisposizione innata all'esperimento anche perché non ho un'immagine di me ancora così definita da costituire un vincolo (cit. Emanuele Trevi, nostre elaborazioni). Detto questo sono sposata, ho due figli, per professione ho scelto un lavoro intellettuale e, al fine di mettere in continua discussione la mia tendenza all’astrazione, pratico il canottaggio quasi tutti i giorni. È uno sport che amo profondamente: permette di allenare la mia capacità di sopportare l'immensa libertà di essere me stessa.

 

Emilia Romano

 

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Gradevole pastiche di racconto centrati sull’eccentrica figura del protagonista. Alti e bassi narrativi ma più alti, soprattutto in avvio di volumetto. La simpatia naturale regalata dall’autore irradia il valore aggiunto della silloge scavezzacollo, disinvoltamente politicamente scorretta, riflesso di vita reale e non di accademia letteraria. Un outsider dall’apparente profilo basso sulla scia forse di Francesco Piccolo e di illusori momenti di felicità, scontrandosi però con una realtà sempre cangiante. Anche in questo caso forse seducenti brandelli di una sceneggiatura cinematografica. Lo scrittore specializzato in letteratura per bambini sale di tono e si rivolge ad adulti. Anche piuttosto cresciuti.

Daniele Poto

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Romanzo ironico con un intreccio fitto di eventi e continui rimandi alle vicende personali del protagonista.

Il racconto con una evidente vena nostalgica, raccoglie episodi che non hanno un ordine cronologico ma questo non impedisce di apprezzare lo stile fluido e piacevole dell’autore. “I pezzi” della storia diventano gli elementi essenziali della vita del protagonista, della sua relazione con il mondo.

Maria Rita Munzi

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Ho scelto un uomo a pezzi perché mi è piaciuto lo sguardo divertito e critico ma mai sarcastico con cui l’autore guarda i fatti di cui parla. Mi sono piaciuti tutti i riferimenti alla Puglia ed al modo di vivere delle famiglie della classe media/operaia. Ho apprezzato particolarmente il racconto su come si fa la passata di pomodoro nella famiglia pugliese ed il racconto sulla famiglia che incappa nella fisioterapia: “il gobbo di Notre Dame”

Pasquina Feliziani

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
Matelica "Viola legge della libreria Kindustria"
coordinato da Francesca Chiappa
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«Il senso del surreale che io coltivo da anni...» La dichiara apertamente, fin dalle prime pagine, la sua cifra Francesco Muzzopappa, che pone sotto la lente d’ingrandimento i propri nei, presenti e passati - esilaranti le disavventure infantili e adolescenziali vissute nella Puglia degli anni Ottanta tra tradizioni familiari e ventate trasgressive dal Nord - e i “vizi” postmoderni (l’ossessione per l'alimentazione sana e i cibi bio, i tentativi di arredamento tra design e Ikea, l’illusione ecosostenibile dei mercatini dell’usato). Giustapposti senza soluzione di continuità, quasi come se ogni episodio fosse un racconto autonomo, i “pezzi” della vita di un copywriter e scrittore trapiantato a Milano offrono l’occasione per un carosello di situazioni e di tipi che palesano l’intrinseca paradossalità dei comportamenti umani, con un pizzico di denuncia sociale - lavori precari, piccoli espedienti illegali per sopravvivere, stereotipi di genere, evasione fiscale. Al netto di qualche scivolata di troppo nel didascalico e di saltuari indebolimenti della fustigazione umoristica, il gusto per il particolare vivifica le descrizioni, modellando personaggi plastici, nelle loro insanabili contraddizioni, rimarcate con impietoso realismo, senza edulcorazioni (ne è massimo esempio Carmen): un vero atto d’amore.

Floria Moscardi

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Un libro divertente e leggero. Potrebbe sembrare facile scrivere e leggere un libro così, eppure Muzzopappa ci insegna che l’ironia, quella delicata, è un’arrampicata, e ha bisogno di uno sguardo allenato.

Francesca Chiappa

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Un uomo a pezzi è un libro ironico e allo stesso tempo commovente e tenero. Da tenere con sé per una lettura improvvisa, grazie anche alla forma frammentata della narrazione.  

Silvia Sorana

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Macerata "Bottega del Libro"
coordinato da Alessandra Vita
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Avventure e peripezie tragicomiche di un giovane pubblicitario pugliese trapiantato nella metropoli milanese, innamorato di una dolce e diafana vegana integralista. Lettura da ombrellone che strappa qualche risata, leggero, piacevole, ma passa senza lasciare tracce profonde.

Alessandra Vita

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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