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Ustica e Bologna di Paolo Cucchiarelli

NdT

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson

 di Schio "Gruppi di lettura di Schio città che legge"

coordinato da Paolo Sbalchiero

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Il libro riassume 40 anni di indagini che hanno fatto seguito a queste due stragi. E' un libro-inchiesta, nel quale il giornalista rivive tutti gli interrogatori, gli atti, migliaia e migliaia di pagine che però non sono ancora state in grado di chiarire le responsabilità. Sicuramente un libro fatto in maniera meticolosa , ma estremamente tecnico.

Tiziana Santacatterina

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson di Enna
"Amici della festa deli libro il sasso nello stagno"
coordinato da Francesca Alessandra
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La strage di Ustica del 27 giugno 1980 e quella di Bologna del 2 agosto dello stesso anno, rappresentano una delle pagine più tristi, non solo della storia italiana, ma anche della sua giustizia. Quella che ancor oggi, dopo quarant’anni, le vittime non hanno avuto; quella in cui gli italiani ancora, forse ingenuamente ed a volte utopisticamente, credono e che si aspettano di avere.

Il giornalista con grande onestà intellettuale e di ruolo, si prefigge di analizzare i fatti e per certi versi i misfatti, ma soprattutto le secretazioni, che sulla strage incombono. Mette alla luce risvolti volutamente (ma da chi? Perché?) tenuti nascosti o in ombra, piste e depistaggi, analisi, interviste e

documentazioni che portano il lettore a farsi un’idea propria, nel marasma di finte ipotesi date per certe, requisitorie e testimonianze. Sin dalle prime pagine si risveglia, in chi legge, una sorta di vulcano emotivo e un’idea si fa sempre più chiara nel lettore: attingere alla documentazione richiamata, leggerla e, magari, rileggerla per trovare un senso a quanto è accaduto, non una giustificazione, ma più semplicemente una spiegazione e magari, nel corso di quest’attività, finalmente sentire la cronaca che ci racconta di una magistratura che è approdata alla verità dei fatti e l’ha resa pubblica senza paura né retorica, rendendo giustizia non solo alle vittime di allora e a tutte quelle che nel corso di questi quarant’anni ne hanno subito e ne subiscono le conseguenze, in termini di incertezze/certezze mai riconosciute, pressioni per omettere anche i più piccoli fatti conosciuti e ricollegabili ad altro, scomparsa di prove e relitti, ma soprattutto alla giustizia in quanto tale, che perde sempre più quota e rischia di far la fine del DC9... avremmo molto volentieri fatto il magistrato, il commissario o il giornalista ... ma se combattiamo sul campo, educando i nostri figli e quelli degli altri che ci sono affidati alla lealtà, al rispetto, saper essere coerenti con i propri ideali, a saper analizzare i fatti che ci si presentano facendosi un’idea propria che ci consenta di non conformarci al gruppo solo per opportunità, ecco abbiamo creato il cambiamento di cui la società che vorremmo ha bisogno.

Sabrina Ferrarello

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Era il 1980, io avevo 15 anni e non avevo idea di come andasse il mondo. Sapevo solo che due anni prima era caduto un aereo diretto a Palermo, che mio cugino era su quell’aereo ed era tra i pochi sopravvissuti; e sapevo che il 2 agosto dell’anno precedente mi trovavo anch’io in quella stazione di Bologna dove l’anno dopo sarebbe avvenuta la strage. Tanto bastava a terrorizzarmi. Avevo cominciato da tempo a chiedermi il perché delle cose, e ho sempre continuato, ma Ustica e Bologna sembrano destinate ad essere uno dei tanti “misteri irrisolti” della storia italiana, di quell’Italia che continua ad apparire come il paese delle stragi impunite.  Passano quarant’anni o poco di più e mi trovo a leggere questo libro inchiesta che scava a fondo in quei “misteri”, reali o presunti, e lo fa con un’attività di investigazione lunga e dettagliata, facendo emergere tanti elementi che, a dire dell’autore, sono sempre stati sotto gli occhi di tutti, ma che stranamente non si sono visti o non si sono voluti vedere. Pian piano questi due terribili eventi diventano tessere di un complicato puzzle geopolitico, che coinvolge paesi europei ed extraeuropei, sia nella loro parte “ufficiale” sia nella loro parte “deviata”. Una ragnatela fittissima di collegamenti che portano a vedere Ustica e Bologna come “biglietto da visita del nuovo mondo politico che bussa alle porte”, come “due schiaffi tirati all’Italia e alle sue contraddizioni, politiche, economiche, e di schieramento internazionale, ormai ingestibili nel nuovo corso che si annuncia”. In una condizione intermedia tra la pace e la guerra, una guerra non dichiarata e una pace non pacifica, l’autore colloca gli avvenimenti che hanno mutato geneticamente l’Italia e la sua politica.  La domanda fondamentale che noi cittadini italiani e lettori continuiamo a porci è sempre “perché”. E le stragi più devastanti della storia repubblicana mancano proprio della principale risposta che motiva la richiesta di giustizia, il perché contiene al suo interno il chi compie realmente le stragi e chi le commissiona. E il libro si chiude, prima delle “Conclusioni”, con un elenco di 16 domande che probabilmente resteranno sempre senza risposta, lasciandoci un profondo senso di ingiustizia e di angoscia, e la percezione di essere spesso pedine inconsapevoli di “giochi” molto più grandi di noi.

Francesca Alessandra

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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