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Valgrisenche. L’ultimo paradiso segreto di Amos Cartabia
A. Car.

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Matera 2 "Svoltiamo pagina"
coordinato da Vanessa Vizziello
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La pandemia da Covid 19 e le conseguenze su un pezzettino di mondo - l’Italia delle valli alpine e in particolare della zona di confine tra Val d’Aosta e Francia – sono la trama del libro. A tratti sognante e bucolico - dettagliata la descrizione di aree incontaminate e bellezze naturali quasi senza rilevarne anche difficoltà e asperità -, a tratti apocalittico, il romanzo racconta 25 anni di vita di una comunità in un tempo post covid che si complica anche per la recrudescenza del virus e la crisi energetica fino al progressivo spopolamento della Terra. Angoscia e asfissia sono le emozioni prevalenti che la lettura suscita alternate al desiderio di visitare i luoghi in cui si svolge che sono descritti come imponenti e selvaggi, fuori dalla montagna “patinata” delle vacanze in seggiovia. Molto caratterizzati alcuni personaggi a scapito di altre figure e altre situazioni che vengono descritte e solo leggermente accennate, nessuna figura femminile tra le eroine di questo mondo di resistenti e sopravvissuti, fatta eccezione per la figlia del narratore, una bimba di pochi anni senza ruolo effettivo se non come destinataria di messaggi “a futura memoria”. Ultima nota dolente: il formato disponibile per la lettura ha reso la stessa molto difficoltosa su e-reader, rendendo necessari ricentramenti delle pagine, salti e ritorni ai capitoli precedenti, spezzando di fatto la lettura con il rischio di inficiare anche la valutazione finale.

Milena Verrascina

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Di difficile lettura per lo stile lento ed infinitamente retorico come un romanzo storico, pur non essendo tale, ed al punto da farmi quasi odiare l’azione del leggere che invece è tra le mie passioni. In sintesi la prima parte suona come una trattazione di cronaca dei tempi del Covid 19 e relative difficoltà sanitarie, sociali, politiche, più che come un romanzo che comunque per me non decolla nella narrazione neanche quando spinge sull’immaginazione di una soluzione conflittuale ed apocalittica che non emoziona. L’ambientazione in Val d’Aosta è l’unico elemento che nutre la curiosità, i personaggi sembrano dettagli irrilevanti e mal tratteggiati della storia, quasi come decorazioni asettiche e affatto coinvolgenti. Purtroppo inutilmente lungo e decisamente noioso.

Maddalena Colangelo

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Il romanzo ha una trama con dei presupposti brillanti, se fosse stata sviluppata bene, e descrive una situazione vissuta nel presente, dunque dagli sviluppi ignoti, come fosse un evento passato di cui si conosce ogni dettaglio: è un modo interessante di affrontare un avvenimento di entità tale come quella che stiamo affrontando. Tuttavia, la sciatteria totale della scrittura rende pressoché impossibile apprezzare la lettura. Il racconto presenta refusi tipografici evidenti ed errori grammaticali e di punteggiatura davvero imperdonabili (ad esempio l’uso di una virgola tra soggetto e verbo), oltre che un’organizzazione strutturale del periodo ricca di anacoluti impropriamente usati che porta la lettura del testo ai margini della comprensione.

Sara Ventrella

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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