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Adelaide di Antonella Ferrari
Castelvecchi

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson Torino 6 
“I ragazzi del Cavour 3”
coordinato da Elisabetta Tolosano
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Adelaide fin da subito si presenta come un romanzo piuttosto semplice che fa risultare scorrevole la lettura. Tuttavia talvolta gli argomenti sono trattati in modo sommario, i personaggi risultano spesso poco caratterizzati, e alcuni passaggi sono inverosimili: l’aspetto paranormale risulta a mio parere poco armonioso ed è comunque trattato in modo sommario, portando il lettore a porsi molte domande a riguardo e risultando un pretesto forzato per la narrazione di questa nobildonna. Inoltre la narrazione risulta dopo poco ripetitiva, e alcuni passaggi tralasciano l’accuratezza storica a favore di un linguaggio vicino a quello attuale: questo aspetto risulta a mio parere però molto forzato e poco piacevole per il lettore.   

Irene Dosio

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Tra bocconi di storia e quadri di teatina vita ottocentesca, un piacevole dialogo tra passato e presente, che su sterrate vie d'inchiostro ripercorre accese vicende belliche e private dell'Adelaide, vivace donna paladina della famiglia Maio. 

Completamente rapito dallo stile. A differenza di miei colleghi lettori, non ho trovato difetto nella semplicità con la quale si sviluppa la trama e la narrazione, dove ho sentito il desiderio di non appesantire e che, anzi, ho trovato scorrevole e poco pretenziosa. Ricco e vivo spettro di termini e lessico, da migliorare solo i rari dialoghi.

Sinceramente apprezzato e lo sinceramente consiglierò. 

Jacopo Ferrari

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Adelaide è un romanzo “ibrido”: anche se è ambientata ai giorni nostri, la storia presenta lo sfondo proprio del romanzo di ambientazione storica, a cui però l’elemento del soprannaturale dà un taglio interessante; il tutto racchiude come una cornice intrecci tra i personaggi che invece richiamano il romanzo rosa. Tuttavia sembra che a volte la componente soprannaturale sia trattata in modo sommario, frettoloso e sbrigativo (soprattutto nelle prime pagine), risultando quindi poco curato e a volte scontato. In effetti molte domande, che di solito appaiono nei romanzi o film in cui è presente un fantasma, rimangono sospese e senza una risposta: perché il fantasma della protagonista, Adelaide, infesta la dimora? Come riesce a scrivere su una moleskine? Inoltre personaggi appartenenti al presente risultano frettolosi e superficiali -in particolare Giorgia, la guida turistica a cui appartiene la moleskine su cui Adelaide scrive la sua storia, che parrebbe essere la coprotagonista ma alla fine appare più come una comparsa; al contrario i personaggi del passato sono “più a fuoco”, più curati. Anche per quanto riguarda lo stile, le scene ambientate nel passato sono più elaborate e concrete rispetto a quelle ambientate nel presente: alcuni dialoghi di Giorgia sono talmente semplici da far sembrare il romanzo un libro per bambini. 

Ginevra Garneri

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Il romanzo è piuttosto scorrevole, la curiosità della protagonista offre all’autrice il pretesto per narrare, a tratti poco verosimilmente, le vicende accadute ad una nobildonna nel lontano Ottocento realmente esistita. L’elemento fantastico è presente e caratterizza tutto il racconto che cerca di integrare la storia di Giorgia, una storia del presente, che sfortunatamente non viene molto trattata, ed una del passato esposta da questa nobildonna che di ottocentesco non ha che il nome; inoltre l’autrice tende a favorire nelle scene la drammaticità ed il sentimento, spesso a scapito dell’accuratezza storica, e predilige un linguaggio colloquiale ed informale, molto vicino al lettore che tuttavia risulta forse poco verosimile se accostato ad un personaggio vissuto quasi due secoli prima.

Kevin Lela

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