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Il bibliotecario di Auschwitz di Andrea Frediani
Newton Compton

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Seregno “Un mondo di libri”
 coordinato da Eva Musci
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In questo libro storico-romanzato la realtà storica si mescola con il terribile quotidiano del lager di Auschwitz con dovizia di dettagli della vita sospesa e della morte dei deportati. Troppo crudo il racconto dell’orribile vita degli ebrei nel lager, difficili da leggere le brutture descritte tanto da apparire diverse dalle testimonianze riportate in numerosi testi e interviste ai pochi sopravvissuti, e questo potrebbe favorire idee negazioniste. Oltre al quotidiano raccapricciante l’autore sottolinea l’importanza dei libri e della cultura pilastri irrinunciabili dell’umanità. Il protagonista si propone di avvicinare i tedeschi del campo alla letteratura per spingerli a porsi domande sulle proprie azioni e su quelle del popolo tedesco, a pensare attraverso la conoscenza che gli ariani non sono superiori agli altri popoli e non sono gli eletti. Questa missione ricorda quella di alcune associazioni dei nostri giorni come il gruppo di “Donne in nero” che promuovono la cultura e la tutela dei diritti civili tra le donne afgane e curde. Mi è pesato leggere questo libro, è stato faticoso arrivare alle fine, scritta quasi di fretta diversa dal resto del libro

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Un memoriale immaginario, ispirato ad un fatto storico verificatosi in altro contesto, fa compiere al lettore una discesa agli inferi per cerchi progressivi che si avvicinano sempre di più al nucleo dell’orrore di Auschwitz, reso ancora più ripugnante dalla precisione dei dettagli. Da quel centro si risale ai bordi del precipizio con un improvviso cambio di prospettiva. Non si guarda più dentro ma fuori, non alle vittime ma agli aguzzini. Ma la narrazione perde mordente ed efficacia, con improbabili situazioni ‘di genere’, come la love story tra il prigioniero ebreo e la moglie ariana del comandante del campo. La figura del narratore- testimone, inizialmente tragica, diventa quasi ridicola nell’impossibile ambizione di educare e trasformare le SS restando dentro il cuore dell’Olocausto grazie al potere di redenzione della letteratura.

Alfredo Menichelli

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Pur offrendo uno spaccato interessante su una fra le tante storie del dramma della Shoa, non riesce a mio parere a coinvolgere fino in fondo il lettore, pur trasmettendo un importante spunto di riflessione sul valore della cultura e della Bellezza come antidoto al Male

Elena Cristina Grassi

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Il professore Isaia Maylaender tornato in Ungheria, decide di festeggiare i 50 anni di matrimonio dei genitori.

Lui sa che spostandosi dalla città verso il paese sono in corso dei rastrellamenti, il rischio in cui incorre è grande.

Il giorno delle nozze d'oro dei genitori, diventerà il viaggio verso Auschwitz.

La vita del professore sarà costellata da diverse insidie, inizialmente verrà addetto ai forni crematori e quando penserà di togliersi la vita, si aprirà un nuovo scenario.

Un ufficiale delle SS Hillgruber gli darà la possibilità di creare nel campo una biblioteca con i libri requisiti nel ghetto di Cracovia.

Lettura travolgente dalle prime pagine fino alla fine, la descrizione del viaggio ti tocca l'anima.

La propaganda nazista ha detto ai giovani cosa pensare, come vivere e ha disincentivato la lettura, vedendola come una minaccia. Ancora una volta la SALVEZZA viene dai libri.

L'umanizzazione di chi mette in atto e vive in un ambiente dove si respira la perdita della vita, può passare attraverso i libri? riuscirà il professore nel suo intento??

Daniela Roviezzo

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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