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Il maragià di Firenze di Paolo Ciampi
Arkadia

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
Farra di Soligo“Quelli di LLC”
coordinato da Annalisa Tomadini
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Davvero bello questo libro di Ciampi che ti seduce con la sua prosa elegante eppure quotidiana, con una storia che forse non è una storia e proprio per questo merita di essere scritta.

Un libro che ti accompagna in un viaggio tra Firenze, Roma, l’Inghilterra, con l’India che è al contempo origine e destinazione – e chissà cos’altro ricca di un immaginario di secoli.

Ma è un viaggio anche nella letteratura e nella poesia - e quale emozione ad imbattersi in nomi e versi, in episodi di vita ed opere!

Ed è infine un viaggio dentro e fuori se stessi, è un cercare di comprendersi e conoscersi, negli inciampi quotidiani e nel confronto con il silenzio eloquente dell’Indiano di Firenze, di un busto in un parco ai margini della città che ricorda l’eterna ricerca della bellezza e della vita.

Sonia Marchioro

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Un racconto lungo, ma nemmeno troppo. Bella la scrittura di Ciampi, musicale, con le parole giuste, non una di meno, non una di troppo.

Quanto alla storia, be’, deve interessare il genere, un racconto che parte da una statua per arrivare al racconto di una vita. Non mi è dispiaciuto.

Nicola Feo

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Paolo Ciampi ama molto Firenze e questo amore pervade completamente questo breve libro. Ama anche il mestiere di scrivere e quest’opera - la ricerca di notizie sulla statua misteriosa “dell’Indiano” che riposa nel parco delle Cascine - è un pretesto per parlare di scrittura, di ispirazione, di passione per la parola e per i personaggi, della fatica di scrivere (spesso accenna al dubbio di  riuscire a raccontarla, questa storia, perché di questo sovrano indiano  si sa davvero poco, se non che è morto a Firenze, a vent’anni, durante un viaggio in Europa). Una lettura delicata e poetica, mi è piaciuto, anche se forse a volte questo pretesto mi è parso un po’ troppo scarno.

Annalisa Tomadini

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