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La bambina e il nazista di Franco Forte e Scilla Bonfiglioli
Mondadori

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Arco di Trento “LibriCitando”
coordinato da Cristiana Bresciani
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La storia vera di Hans, un ufficiale a servizio del Reich che non condivide le atrocità che è costretto a commettere per timore di contrastare i superiori e delle loro ripercussioni. Subito dopo aver perso la figlia morta di tubercolosi viene trasferito in un campo di sterminio dove assisterà ad un crescendo di orrori e morti. Nel profondo, però, Hans non riesce a trovare un senso alla guerra e al desiderio di morte e si rende conto di aver messo da parte i suoi valori adeguandosi in modo forzato alle idee di un despota senza condividerle appieno, solo per paura di ritorsioni e a favore di una vita grigia e quieta per sé e la sua famiglia. Ma l’incontro con Leah, una bambina che assomiglia moltissimo alla figlia Hanne, lo costringerà a mettersi in gioco in prima persona molte volte per tenerla nascosta e salvarle la vita. La narrazione è un costante equilibrio tra la tenerezza del rapporto tra i protagonisti e la crudezza della realtà circostante, in un ritmo costante si arriva alla fine senza quasi accorgersene.

Marialuisa Bozzato

 

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Romanzo con uno sfondo storico ambientato nei lager nazisti. In alcuni punti il libro è molto crudo ma la vita dei lager era così capisco anche la fatica di Hans di vivere li una guerra che non condivide e costretto a vedere e subire violenze verso persone che non gli hanno fatto nulla. Lui stesso cerca di salvare una bambina ebrea nel campo di concentramento ma è un modo di tenere in vita la figlia morta per tbc poco prima del suo trasferimento nel campo. Sembra di vedere Benigni che cerca di tenere in vita il figlio in un lager. Qui è un nazista che cerca di salvare una bimba trovando soluzioni per salvarla. La descrizione del campo, la cattiveria dei soldati è descritta in modo particolareggiato e preciso. Libro scorrevole e pieno di suspense che si legge in un fiato proprio per sapere come finisce la storia. Una denuncia, anche se con personaggi di fantasia , della vergogna nazista dell’Olocausto. Un libro che comunque è una testimonianza di quello che è successo.

Laura Baldessari

 

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Tremendo come argomento, ma intenso ,crudele, ben scritto. 

Anna Maria Tavernini

 

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Romanzo storico dietro al quale c'è un grande lavoro di documentazione a cura della co-autrice. I fatti narrati sono realmente accaduti seppure siano stati romanzati nel racconto.
La storia della bambina è inventata, ma trae spunto da una vicenda vera, di cui c'è traccia nel processo di Norimberga. Un nazista viene scagionato da una bambina che dichiara di essere stata prigioniera nei campi di Sobibor e Majdanek e di essere stata salvata da un nazista. Il come e il perché sono frutto della fantasia dei due autori.
Tuttavia i fatti narrati di quanto accadeva nei campi di concentramento sono reali. Purtroppo la realtà supera la fantasia.
Il romanzo è scritto come un thriller, con ritmo incalzante, fluido, scorrevole, avvincente, nonostante l'orrore dei fatti narrati.
È ambientato in due campi di concentramento, Sobibor e Majdanek, tra i più feroci, spietati, in cui si attuava l'operazione Reinhard, il progetto di sterminio degli ebrei polacchi.
Ho trovato molto originale che la vicenda sia stata raccontata dal punto di vista del nazista. Ciò ha permesso un'indagine psicologica profonda del protagonista.

Cristiana Bresciani

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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