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La casa degli uccelli di Laura Bosio e Bruno Nacci
Guanda

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
Farra di Soligo“Quelli di LLC”
coordinato da Annalisa Tomadini

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Gradevole romanzo di ambientazione storica, La casa degli uccelli racconta della sopravvivenza di alcuni nobili rinchiusi, senza alcuna intenzione di uscirvi, in un ex collegio militare durante la Rivoluzione francese.

Tra queste mura, trascinano le loro esistenze baroni e burocrati, principesse e dame di corte, generali, vescovi e altri personaggi che acquistano con il denaro il diritto di ripetere i riti di quel mondo che la Rivoluzione sta cancellando. Buona la ricostruzione storica, avvincente la trama, scorrevole e piacevole la prosa. Forse, non un capolavoro ma certamente una buona lettura.

Sonia Marchioro

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Inserito nel contesto della Rivoluzione francese, la storia verte su un apparente paradosso: quello di prigionieri che pagano per rimanere tali. Ma si capisce fin quasi da subito come tale apparente contraddittorietà sia giustificata da una speranza di salvezza di tali eterogenei personaggi (borghesi, aristocratici, preti spretati, etc.) che sperano, così facendo, di sfuggire alle lame del Terrore. Quasi inutile dire che pressochè nessuno di loro riuscirà nell’intento. L’esperimento autoriale è interessante, là dove si cerca di mettere insieme le competenze narrative di una, la Bosio, con quelle più propriamente saggistiche dell’altro, Nacci. Ne risulta così la lettura godibile di un’opera continuamente sospesa fra finzione e ricostruzione storica, che si alimentano a vicenda, senza tuttavia mai arrivare oltre lo status di libro godibile e dalla veloce lettura, seppur ricca di aneddoti gustosi e che spingono spesso a consultare l’etere per approfondire.

Matteo Polo

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Parigi, 1794. La novella Repubblica tenta di procedere a vele spiegate, perseguendo ancora l’obiettivo di neutralizzare l’aristocrazia e sovvertire l’ordine sociale in vigore da secoli. In una zona centrale della città, c’è un bel palazzo, con sale affrescate da Pigalle e un giardino con tre voliere con all’interno meravigliosi esemplari di volatili che danno all’edificio il nome di Casa degli Uccelli. La dimora, nel momento del Grande Terrore, diventa rifugio per alcuni aristocratici che tentano di passare inosservati al vaglio del potere e della ghigliottina. Questa diventa l’occasione per vedere agire un’aristocrazia in balia dei propri difetti, alla costante ricerca di mantenere uno status e un modo d’agire immutati nei secoli. Ma questi aristocratici, nelle loro piccinerie, meschinità e piccolezze, fanno anche tenerezza: dimostrano l’eterno tentativo di far perdurare alcune condizioni per l’eternità, laddove invece il Tempo è gran distruttore di ciò che è usuale. Un buon romanzo storico, che diletta nel leggerlo senza particolari ambizioni se non quelle di essere una lettura che appaga.

Marta Masotti

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