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La guerra dei Bepi di Andrea Pennacchi
People

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Savona “La Compagnia dei lettori”
coordinato da Alessandra Bruno
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I monologhi mi piace sentirli, non leggerli. Uso eccessivo di termini dialettali senza traduzione.

Victoria Lauri

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Tre storie di guerra, tre testi teatrali (prima, seconda guerra mondiale e guerra in Somalia) per dirci che, pur nelle loro diversità, le guerre sono tutte uguali per il loro carico di orrore e morte e che chi sopravvive e torna a casa non è più quello di prima. Con una scrittura scarna, essenziale, cruda e a volte colorita, Pennacchi cerca di rimediare a chi avendo vissuto in prima persona i vari conflitti ha deciso di non raccontarli. La scelta di usare molte espressioni dialettali, probabilmente vincente come strumento di narrazione orale, penalizza e rende difficile in alcuni momenti la lettura e la comprensione del testo, ma lascia intatta l’atmosfera di tensione e panico in cui si ritrovano catapultati i personaggi. Il messaggio che la guerra è un’epidemia di odio e paura che fa diventare vecchio in una sola notte un giovane soldato, arriva infatti forte e chiaro come una raffica di AK- 47.

Roberta Cospito

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Una Famiglia, tre generazioni di uomini, tre guerre in epoche diverse. Il destino in un nome tramandato.

Nonostante il tempo trascorso l’uomo dal proprio passato impara poco o nulla ripetendo gli errori dei propri avi.

Non è stata una lettura di mio gradimento.

Gabry Cominale

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Raccontino intimista compiaciuto della propria famiglia, semplice e schiva, che ha vissuto le vicende storiche che tutte le famiglie degli stessi tempi hanno vissuto. Racconti del nonno nella Grande Guerra che in quasi tutte le famiglie di pari età si raccontano. Gente capitata lì per caso, senza capire ma con intuizioni sagge, la saggezza popolare. Poi a casa, meno male. La storia dei partigiani che non sapevano di essere partigiani, patetica.

A Mogadiscio lo stereotipo dell’italiano fuori dall’Italia. Brava gente, sornioni, caciarosi, col problema principale di portare intera la pelle a casa. Magari è giusto. Quello che è ingiusta è la guerra ma questa non la si contrasta, noi non la capiamo, vogliamo solo uscirne. E così è. Alla fine si torna a casa e quella è la morale.

Livio Giraudo

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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