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La ragazza col cappotto rosso di Nicoletta Sipos
Piemme

 

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Circolo dei lettori del torneo
di Parma 2 “Voglia di leggere Ines Martorano”
coordinato da Pietro Curzio

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È un romanzo che si focalizza sulla Shoah. Ma l'intento del romanzo si scopre solo successivamente, perché in realtà inizia con la protagonista Nives che trova casualmente, una lettera insolita della madre Sara dopo la sua morte. Questo fa all'inizio pensare che il libro parlerà del rapporto tra madre e figlia, ma in realtà la lettera era stata scritta da una donna di nome Bekka sopravvissuta alla Shoah alla madre di Sara. Da qui inizia la ricerca da parte di Nives di Bekka, raccontando tutto ciò che storicamente è tragicamente accaduto, ma il filone del rapporto famigliare viene abbandonato. Benché sia un bel romanzo che fa riflettere, avrei preferito più continuità con il prologo della storia.

Rita Lucreziano

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Nel romanzo i temi della Shoa, dei campi di sterminio, della paura dei prigionieri, di come l'essere umano possa diventare diavolo, fragile e diffidente e non riesca a dare aiuto all'altro sono temi sempre importanti.  La ragazzina che fa del suo cappotto  rosso una corazza di ferro  dentro cui difendersi disegna una immagine  di tenerezza indicibile.

Nonostante delle belle pagine, i racconti di Bekka, Nives e Sara risultano confusi, eccessivi, tre donne che si contendono la scena. I finali felici delle diverse avventure banalizzano il racconto.

Margherita Tricarico

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Il romanzo ci offre lo spaccato della società ungherese prima, durante e dopo l'occupazione nazista in tutte le sue peggiori manifestazioni, visto con gli occhi di una giovane ebrea. Il libro è attraversato dal grande amore della giovane Bekka con Gabor ; ma alla fine un altro amore più grande, quello per l'arte avrà ragione e si impadronirà totalmente della sua vita.

"Il cappotto rosso", regalo della matrigna, attraversa anch'esso l'intero romanzo e alla fine diventerà "il portafortuna" per la giovane protagonista. Un bel libro da leggere in particolare dalle giovani generazioni che non conoscono l'orrore e tutto il male di cui l'UOMO è capace, affinché ne facciano tesoro per non ricadere nello stesso errore.

Alberto Mutti

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La trama del libro è costituita da dialoghi, lettere, testimonianze, racconti che parlano dei mesi dell’occupazione tedesca dell’Ungheria, in cui gli ebrei subiscono soprusi arroganti e violenti in un clima di indifferenza. Nives, decisa a scoprire il segreto celato per più di mezzo secolo da Sara, la madre morta (foto, lettera…), è colei che raccoglie queste memorie da Bekka, la sopravvissuta alla Shoah, la ’ragazza col cappotto rosso’, fuggitiva seriale, selvaggia indomabile che la passa liscia. Dal libro emerge un messaggio chiaro: mai arrendersi senza reagire alle barbarie che ci circondano, conservare sempre la propria identità. Solo il coraggio è in grado di dare scacco matto al sistema e il cappotto rosso di Bekka, simbolo di bellezza, di “antico splendore” diventa il suo portafortuna. Bekka parla poi anche dei suoi tormentati amori (Gàbor, Peter). Insomma, il libro è un ricchissimo affresco che talvolta diventa ripetitivo, rischiando di diventare una ‘commemorazione già sentita’ della Shoah. Il ‘come’ questo affresco-ricordo è costruito dovrebbe essere ripensato. Lo stile colloquiale e l’eccessivo materiale narrativo rischiano di far diventare il libro retorico e di annoiare il lettore.

Cristina Colla

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Un romanzo molto duro che racconta il dramma della Shoah durante la seconda guerra mondiale. Il racconto inizia quando Nives trova una lettera indirizzata alla madre da una sua cara amica, Bekka.

L’ambiguità e il mistero che caratterizzano il contenuto della lettera spingono Nives a cercare Bekka per farsi raccontare di lei e del suo rapporto con la madre. Da qui parte il racconto della vita della ragazza ebrea ungherese che si concentra inizialmente sulle vicende vissute durante la seconda guerra mondiale nei campi di concentramento e, nella parte finale, sul rapporto di Bekka, ormai cresciuta, con un marito opprimente che lei però difende e giustifica in tutto e per tutto.

Il racconto della vita nel campo di concentramento non aggiunge pressoché nulla di nuovo rispetto a quanto già si conosce, ma rimane comunque il punto più forte e toccante del romanzo ed è interessante il punto di vista di Bekka e il suo senso di colpa per esserne uscita viva. Più debole invece la seconda parte con il racconto del rapporto con il marito.

Luca Palamedi

 

La ragazza col cappotto rosso di Nicoletta Sipos
Piemme

 

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Circolo dei lettori del torneo di Robinson
di Savona “La Compagnia dei lettori”
coordinato da Alessandra Bruno
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Sull'argomento ho letto di meglio, non mi sono piaciute particolarmente le protagoniste e il modo in cui è stata narrata la storia.

Victoria Lauri

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la ricerca di una madre sfuggente, la scoperta del passato, il dolore, il mistero, tengono il lettore incollato alle pagine. E' una storia nella storia che ridimensiona le difficoltà della vita di oggi, in confronto alla terribile brutalità della seconda guerra mondiale.

Eleonora Poggi

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Nonostante il libro racconti l’orrore delle deportazioni, l’ho trovato delicato e sensibile. L’autrice ha bilanciato bene il racconto delle brutture vissute dalla protagonista con il romanticismo della storia d’amore vissuta da due ragazzi diventati adulti troppo in fretta. Bekka è il simbolo di come, nonostante tutto, la vita si possa comunque vivere in nome di un sogno che, con il passare del tempo, si trasforma in rivincita e voglia di rivalsa anche per chi non c’è più e che se si crede nel bene, il bene ci viene incontro.

Mi è piaciuto e lo consiglierei.

Giorgia Incerti

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Storico, avventuroso e sentimentale. Da un incontro apparentemente casuale con Bekka, l'amica della madre defunta di Sara, la protagonista, riemergono i segreti delle due amiche, che Sara, attraverso una serie di incontri durante i quali Bekka, sopravvissuta alla Shoah, le racconta la propria tragica vita, raccoglie, per portare alla luce un pezzo di storia che ha riguardato gli ebrei d' Ungheria. Bekka, che, attraverso la narrazione della propria storia personale, a poco a poco diventa la protagonista vera del romanzo, attraversa con la memoria i decenni della seconda guerra mondiale, mettendo in evidenza la straordinaria  vitalità di allora  e l'attuale  capacità di elaborare quegli eventi drammatici, al punto da trascinare l'interesse del  lettore verso l' aspetto esistenziale, che diviene prevalente, forse sottraendo al romanzo l'impronta squisitamente storica,  per favorire un coinvolgimento emotivo da cui  il lettore non si distacca facilmente, anche per la scorrevolezza e piacevolezza dello stile narrativo. 

Clara Taramasso

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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