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Il sanguinaccio dell’immacolata di Giuseppina Torregrossa

Mondadori

 

Il libro è interessante, l’autrice con la sua scrittura semplice e scorrevole coinvolge il lettore in questo giallo denso di mistero. Ė un romanzo che ti rende partecipe in prima persona degli avvenimenti, è ironico, fa sentire persino l’odore del buon cibo e la bellezza della città di Palermo oltre al suo lato difficile, ovvero quello della mafia.

Clarissa Filippo

 

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Un delitto, un vicequestore (anzi, una vicequestora), la vita quotidiana che prepotentemente si prende i suoi spazi e ci ricorda che non esistono eroi di plastica ma persone fatte di emozioni, ed è subito comfort zone. Il romanzo da leggere quando voglio rilassarmi, non pensare, trovare una trama che mi tenga impegnata ed una rete di personaggi che mi facciano sentire in compagnia. Marò Pajno, la vicequestora, ben si inserisce nel filone delle donne investigatrici e mi colpisce per l’attenzione particolare dedicata alla tematica della violenza di genere e del femminicidio. Come in altre storie che riprendono lo stesso filone (donna investigatrice che lotta quotidianamente per affermarsi come professionista più che come donna) il rischio di cadere nello stereotipo di genere è però dietro l’angolo e anche Marò si trova a dover fare i conti con la propria femminilità e con le proprie forme. Che sia un modo anche questo per riflettere sulla difficoltà di scardinare stereotipi e pregiudizi anche in letteratura?

Valeria Piras

 

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Lo ammetto, non è stato semplice dover scegliere un libro tra due capolavori. Uno ambientato nella città di Palermo, mentre l’altro narra l’amore di un padre per la propria figlia “speciale”. Ho scelto quest’ultimo! Cosa mi ha spinto a fare questa scelta? Credo, proprio il coraggio! Il coraggio di un padre in un mondo dove tutto deve “apparire” luccicante, armonioso perfetto. Dove i genitori fanno a gara per sfoggiare le performances dei propri figli, dalla scuola allo sport, passando per la musica e i videogiochi. In questo mondo, arriva lui che, inaspettatamente, ti sbatte in faccia una realtà che piace a pochi, forse a nessuno. Lo fa senza mai farti sentire superiore o più fortunato. Anzi, è lui quello orgoglioso di sua figlia Sara, una ragazza di sedici anni, autistica.  Davide Faraone, in questo libro si mette a nudo e guarda al mondo con occhi scevri da ogni pregiudizio.

 Il “sanguinaccio dell’Immacolata”, romanzo giallo di ambientazione, impreziosito al fascino di una Palermo descritta nel periodo della festa dell’Immacolata. Marò Pajno, la protagonista vicequestora, una donna un po' trascurata e lacerata dalle vicende personali, si occupa dell’omicidio di Saveria, figlia di un noto boss palermitano. Il giallo si intreccia con le tradizioni del luogo e si avvale di un finale inaspettato. Una lettura piacevole, ma che mi ha coinvolto meno emotivamente.

Marino Orsi

 

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Io ho votato per Il sanguinaccio dell’Immacolata, perché ho amato sin dalle prime pagine innanzitutto la scrittura di Torregrossa, vera, sincera, immediata: gli inserti dialettali contribuiscono a rendere ancora più affascinante il viaggio in questo giallo siciliano, in una Palermo che sembra di percorrere insieme alla Vice Questora Marò Pajno, un personaggio multisfaccettato, simpatico, poliedrico, nel quale secondo me ogni donna si può riconoscere, attraverso le sue debolezze, ma anche nei suoi punti di forza: è da poco finita la sua storia d’amore con il collega Sasà, e non riesce ad uscire da un vortice di apatia che l’ha portata a trascurarsi.

Il destino di Marò si incrocia da subito con quello di Saveria, figlia del potente Boss Fofò Russo, che viene ritrovata assassinata nella sua pasticceria, l’unica a Palermo dove ancora si prepara per l’Immacolata il famoso sanguinaccio, dolce a base di sangue di maiale. Sembra una banale rapina finita in tragedia, ma Marò scoprirà ben che dietro l’apparente semplicità del caso, si nasconde una cortina di omertà e disgregazione familiare.

Bellissimi gli inserti di ricette tipiche del periodo natalizio, che quasi scandiscono come fossero titoli di capitoli, l’intricata vicenda narrata nel romanzo.

Elisa Maggio

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Romanzo spiazzante e realistico, in cui confluiscono varie tematiche dal rapporto della donna con la propria immagine e la propria fisicità, alla condizione della donna in ambienti di lavoro tipicamente maschili.
Apprezzabile anche tutta la rappresentazione delle tradizioni siciliane a tavola.
Bellissimo il linguaggio, molto vivido e pieno di suggestioni.
Efficace l'approccio narrativo e la potenza metaforica del linguaggio.
La sessualità diventa paradigma comunicativo nel rapporto tra le persone.
Colpisce una forma di proiezione sessuale e sensuale anche sui corpi morti delle vittime.
Inoltre sempre attualissima e raccontata da una prospettiva interna alla situazione, la tematica mafiosa e delle dinamiche mafiose nella società siciliana.

Federica Ricchiuto

 

 

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