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Un uomo in fiamme di Marco Cubeddu

Giunti

 

Personaggi caricaturali si muovono tra incidenti mortali, alluvioni, terremoti e pulizie etniche, tragedie troppo più grandi di loro e delle modeste doti letterarie dell'Autore (nei passaggi migliori un pallido imitatore di Stefano Benni), in un'opera a metà strada tra l'infantile e il velleitario.

Riccardo Dell’Amico

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Il linguaggio è semplice, diretto e moderno. Attraverso il racconto di vari episodi, talvolta divertenti, della vita del pompiere Roberto e di tutti gli altri personaggi, descritti ognuno con le proprie caratteristiche e il proprio modo di vedere la vita, l’autore ci trascina in una riflessione sul senso dell’esistenza, sul passaggio dall’adolescenza ribelle e inquieta (“l’enorme balena bianca tatuata sul petto”) all’età adulta (il tatuaggio si è rattrappito “come un vecchio palloncino a elio del Luna Park”). È la storia di un uomo di quasi quarant’anni “alla resa dei conti con sé stesso”, che prende consapevolezza dei condizionamenti del padre e della famiglia in cui è cresciuto, delle dure prove affrontate, delle sofferenze, degli errori commessi e della circostanza che spesso si finisce per essere ciò che non si è. Sullo sfondo alcuni riferimenti a fatti di storia e di cronaca, cui si fa cenno senza mai approfondirli. Il finale è quello che speri di leggere andando avanti con le pagine che scorrono velocemente.

Simona Tuzi

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È un romanzo ben strutturato che si avvale di una scrittura ricca e piacevole. La storia del pompiere dalla socialità difficile che deve affrontare le proprie insicurezze e paure radicate in anni di conflitti familiari, si sviluppa con fluidità; i flashback inseriti nella narrazione attuale non la interrompono ma ne approfondiscono lo svolgimento fino alla catarsi, delicatamente suggerita

Genoveffa Balducci

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Le prime pagine non mi hanno coinvolto. Poi però la trama e la scrittura sono diventate avvincenti e ho letto d'un fiato la storia del piccolo Roberto che cresce nell'ammirazione infinita del fratello, diventa pompiere e, a dispetto di una vita sregolata da "eroe maledetto", rivela le sue tante paure.

Dopo un avvio faticoso, il romanzo riesce a decollare in modo potente.

Livia Carchella

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È la storia di Roberto, un pompiere che vuole a tutti i costi diventare un eroe, che riempie di emergenze le sue giornate che si concludono puntualmente in occasioni mancate. A casa sua moglie Daniela. L’idea di un figlio sofferto e mai arrivato perché lei scompare improvvisamente in un incidente lasciandolo solo ad interpretare quell’uomo di ghiaccio che voleva apparire ma che in realtà nessuno voleva veramente accanto. Anya, amica e collega, pompiere anche lei, vicina a Roberto ormai solo, con le sue ambizioni perdute e con l’amara consapevolezza di aver distrutto suo malgrado l’unica donna che lo abbia veramente amato. Il protagonista non è uno ma tre, i fatti accadono ma sono solo una cornice. Il vero racconto è il continuo cercare di essere speciali secondo i propri ideali che piano piano perdono forza perché la vita vera è quella di tutti i giorni, che scorrono malgrado si aspetti l’occasione di mettersi in luce. Ma il vero scopo è essere se stessi in una vita “normale”. Questo mi è rimasto del libro, e non è poco

Gio Cornaggia

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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