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Verità a pagina 31 di Paolo Cioni

Elliot

 

La storia è gradevole ed abbastanza scorrevole; 2 colpi di scena in realtà abbastanza prevedibili; un libro pervaso dalla malinconia delle occasioni perse, dalle frasi non dette, dalla mancanza di coraggio.

Finale tiepido.

Roberta Morgantini

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Racconta il ritorno di un passato fatto di un amore non vissuto, di una amicizia non così sincera, di un uomo che vive una vita un po’ mediocre, senza grandi entusiasmi, che si conclude con la prospettiva di un futuro migliore. Seppur il romanzo è scritto bene e leggerlo è stato piacevole, ammetto che la trama non mi ha coinvolta, l’ho trovata un po’ banale.

Lucia Melpignano

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Una storia semplice ma affascinante sorretta da una scrittura evocativa e piena di suggestioni, che stempera qualche luogo comune di troppo.

Fiamma Giuliani

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Ho trovato questo libro commovente e vero, imprevedibile nell’alternarsi degli eventi e mai noioso, anche grazie ai continui cambi di tono: allegria, cameratismo, nostalgia, amore si avvicendano con un ritmo incalzante e la lettura non è mai noiosa. I personaggi hanno spessore e sono credibili, mai banali. Il protagonista è affascinante nella sua “imperfezione”, e crea un forte contrasto con il personaggio del Direttore. Quest’ultimo, che all’inizio mi aveva poco convinta, in realtà acquista vitalità alla fine, con la confessione del tradimento. Bello anche il personaggio di Adele (anche se un po’ meno riuscito di Ennio e Raimondo, a mio parere, in quanto più “prevedibile""). L’angelo Raimondo è il vero protagonista del libro: “deus ex machina” del ritrovamento di Ennio e Adele, è sicuramente una figura eccezionale. Non si può non provare ammirazione per un uomo che mette la felicità dell’amico e della donna che ha amato (e che probabilmente ama ancora) davanti al suo orgoglio di marito tradito e abbandonato. Mi chiedo poi se la sua scelta di non sottoporsi a cure sia legata al legame tra i due che lui solo ha intuito essere ancora vivo.

Non ci sono punti che rimangono in sospeso, tutte “le storie” vengono chiuse in modo fluido, senza forzature. Non c’è nulla di inutile. Davvero una bellissima storia.

Vorrei riservare una nota finale alle descrizioni della “bassa” che si trovano nel libro. Sono vivide e realistiche, specie quelle notturne. Tra nebbia, zanzare, strade statali e campi mi sono sentita come nella canzone di Ligabue “Certe notti”: ero davvero lì.

Silvia Fragola

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La scrittura di Cioni è piana, efficace, scorrevole e senza sbavature. I dialoghi sono convincenti ed in alcuni punti c'è una dosata ironia. La trama, tuttavia, non mi convince del tutto, non tanto e non solo nello scandagliare i rapporti tra i protagonisti, quanto nell'aspetto tendente al giallo, un po' scontato (il passato, ad esempio, riemerge da un baule sepolto in un campo!).  Una telefonata riporta il protagonista ad una vicenda avvenuta molti anni prima: un gruppo di ragazzi idealisti e sognatori costituisce un 'collettivo' per realizzare un ambizioso docufilm d'autore che percorra la via Emilia. Il progetto fallisce e il gruppo si disperde. Ennio, il protagonista, riceve la telefonata di Ruggero, all'epoca il suo migliore amico. E da qui, con la tecnica del flashback tra passato e presente si dipana la storia. 

Annamaria Malato

 

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